Canova, Antonio - Amore e Psiche: analisi e storia

Il personaggio alato è Amore (Cupido, il Dio dell’Amore), lei è una ninfa di nome Psiche. È un’opera in marmo conservata al Louvre realizzata in stile neoclassico da Canova.

Caratteristiche del Neoclassicismo

È una statua neoclassica perché non abbiamo il momento dell’azione, a differenza del Barocco, è sempre un momento di quiete, di statica.

Quando si è agitati ci si lascia dominare dalle emozioni, abbassa la guardia sulla ragionevolezza e il Neoclassicismo non lo voleva. Il Neoclassicismo, però, non è che non è esprima le emozioni: se una statua neoclassica deve piangere non si dispera, al massimo presenta un’inclinata faccia affranta bagnata da una lacrima. Winckelmann: quieta grandezza, “la passione che deve trasparire nelle statue è come il mare, che ha la caratteristica di avere la superficie increspata dal vento, ma nelle profondità è quieto”, gli effetti esterni non incidono sulla tua persona.

Descrizione tecnica e iconografica

Neoclassica: tematica mitologica, bianca, sono due amanti che si abbracciano ma sono bloccati nel tempo, lasciano un bacio in sospeso (storia Apuleio), iconografia presa da un affresco di Pompei. Storia da Apuleio, scrittore latino. La storia originale è greca e perciò drammatica, la traduzione è però stata modificata fino a giungere ad un lieto fine. Amore sta abbracciando Psiche, lei è semidistesa e ha le braccia rivolte verso di lui, che è però planato. A livello tecnico viene richiamato il centro dalle linee di composizione: le ali che dall’alto convergono verso il centro, le gambe dei due, i cerchi formati dalle braccia. Nel retro ci sono alcuni elementi non visibili anteriormente: la faretra e l’anfora. La prima appartiene ad Amore, la seconda a Psiche.

Storia di Amore e Psiche

La madre di Amore, Venere (dea della bellezza), invidiosa del fascino di Psiche, manda suo figlio a scagliare una freccia su di lei affinché questa si innamorasse dell’uomo più brutto sulla terra, ma lui ne rimane invaghito. Non poteva però svelare la sua identità, così si incontrano solo di notte. Un giorno però accidentalmente rimane oltre il sorgere del sole e Psiche lo vede, così lui è costretto a lasciarla. La storia greca finisce qui, quella romana aggiunge un lieto fine. Zeus chiede e Venere di darle una seconda possibilità, e lei gliela concede solo dopo una serie di prove: intanto la manda nel regno dell’Ade, e le permette il ritorno sono nel caso in cui le avesse portato un dono, come un’ancora di profumi e creme.

Conclusione e dettagli artistici

Questa scena è la versione romana, è il rincontro, Psiche arriva alle soglie dell’Ade e non riesce ad uscire, Amore la va a prendere, la risveglia e i due finalmente sono liberi di amarsi. Tutto è però controllato in un bacio mai dato, bloccato nell’eternità. Canova fa le ali traslucide per illuminarle. Inoltre pensa la zona centrale in un alternarsi di vuoti e pieni: il braccio fa ombra, poi c’è il vuoto e un altro braccio che fa ombra, poi un altro vuoto e la sua testa... È un alternarsi di luce e ombra, da qualsiasi parte arrivi la luce, comunque troverà una zona di passaggio e una d’ombra: luce radente. Se una cosa è un po’ illuminata e un po’ no, coinvolge emotivamente (il Neoclassicismo non elimina i sentimenti, ci sono ma controllati)