Concetti Chiave
- Il progetto della tomba di Giulio II prevedeva 40 statue, con nicchie per i Prigioni che simboleggiano il conflitto tra uomo e natura.
- La volta della Cappella Sistina è suddivisa in settori, raccontando storie bibliche della Genesi, con un effetto di plasticità grazie a elementi architettonici.
- La Creazione di Adamo raffigura l'istante in cui Dio infonde vita all'uomo, con figure maestose e angeli di sfondo.
- Il Profeta Giona e la Sibilla Eritrea sono opere dinamiche della Cappella Sistina, che contribuiscono al senso di movimento.
- Lo Schiavo ribelle e lo Schiavo morente esprimono dolore e bellezza alessandrina, rispettivamente, attraverso la loro postura e forma.
Indice
Progettazione della tomba di Giulio II
Tomba di Giulio II: nel 1505 fu chiamato da papa Giulio II per affidargli la progettazione della propria tomba con 40 statue. In basso erano previste nicchie con le statue dei Prigioni che esprimono il contrasto fra uomo e natura, mettendo in chiaro il dramma dello spirito che cerca di liberarsi dalla gabbia della materia. Sopra invece vi era un cornicione con delle figure sedute fra cui Mosè e San Paolo.
Volta della Cappella Sistina
Volta della Cappella Sistina: suddivisa in settori grazie ad architravi, cornici, capitelli con finte statue dà il senso di plasticità. Vi sono raccontate le storie bibliche della Genesi che partono dalla separazione della luce dalle tenebre e terminano con l'ebbrezza di Noè, ma Michelangelo le invertì.
Creazione di Adamo e dettagli della Cappella Sistina
Creazione di Adamo: l'uomo e Dio si uniscono toccandosi connun dito perché Dio infonde vita all'uomo. Le due figure sono maestose e in sottofondo ci sono gli angeli che aiutano Dio.
Profeta Giona e Sibilla Eritrea: sono due particolari della Cappella Sistina e sono due opere che hanno senso dinamico.
Descrizione degli schiavi e di Mosè
Schiavo ribelle: ha la forma quasi curva perché indica dolore (la testa è da un lato infatti e le gambe sono frontali).
Schiavo morente: nonostante vi è la descrizione della morte, il corpo assume quasi una bellezza alessandrina (corpo liscio, allungato e levigato).
Mosè: esprime la moralità del personaggio attraverso lo sguardo rivolto all'interlocutore: per questo è un'opera vitale.