Concetti Chiave
- Il dipinto "Ultima comunione di San Gerolamo" di Botticelli, realizzato tra il 1495 e il 1497, riflette il culto di San Gerolamo a Firenze.
- Commissionato da Francesco del Pugliese, un mercante di lana seguace di Savonarola, il dipinto fu destinato alla chiesa di Sant’Andrea a Sommaia.
- La scena rappresenta San Gerolamo che riceve l'ostia consacrata da Sant'Eusebio, tratto da una lettera apocrifa nota a Firenze nel XV secolo.
- L'ambiente semplice della capanna di legno sottolinea la vita eremitica del santo, con toni di colore bruno e bianco che accentuano l'austerità.
- L'opera, esposta al The Metropolitan Museum of Art di New York, include una cuspide raffigurante la Trinità realizzata da Bartolomeo di Giovanni.
Indice
Il culto di San Gerolamo
Nel periodo compreso fra la peste degli ultimi anni del XV secolo e la predicazione di Savonarola, a Firenze si sviluppa il culto per San Gerolamo, con la produzione di tante raffigurazioni del santo, come quella della sua comunione dipinta da Botticelli fra il 1495 e il 1497.
Il dipinto di Botticelli
Il committente del dipinto, una tempera su tavola, è Francesco del Pugliese, un noto mercante di lana e un fervente seguace delle idee di Savonarola. Esso aveva deciso di lasciarlo alla chiesa di Sant’Andrea a Sommaia, nelle vicinanze di Firenze, insieme ad altri due dipinti.
La scena della comunione
Il quadro rappresenta il momento in cui San Gerolamo, prima di morire, aiutato da due accoliti, riceve per l’ultima volta l’ostia consacrata dalle mani di Sant’ Eusebio; si tratta di un episodio preso da una lettera apocrifa di quest’ultimo santo, molto conosciuta a Firenze alla fine del XV secolo.
Dettagli e simbolismo
La scena si svolge nella camera del santo, arredata semplicemente, all’interno di una capanna di legno per mettere in evidenza la vita semplice che il santo sta conducendo come eremita. Il letto è ricoperto da una coperta di lana grezza e al di sopra del capezzale troneggiano tre palme, presagio delle morte che incombe e che fanno da contorno ad un crocifisso. Il fulcro è dato la particola che dalla mano del celebrante passa nella bocca di san Gerolamo. I toni di colore che prevalgono sono il bruno e il bianco che si ritrovano nelle vesti dei chierichetti e in quella del santo. L’unica eccezione è rappresentata dal cappello cardinalizio appeso al muro e dal mantello di Sant’Eusebio. Il dipinto è sormontato da una cuspide in cui è raffigurata la Trinità, opera di Bartolomeo di Giovanni. L’opera è esposta al The Metropolitan Museum of Art di New York
Austerità e spiritualità
L’idea di austerità che traspare dal dipinto, la semplicità dei drappeggi,l’essenzialità dell’interno, la mancanza di uno sfondo paesaggistico, le dimensioni di san Gerolamo più grandi di quando non siano in realtà, ci rimandato al rinnovato clima spirituale dovuto al Savonarola con evidenti ripercussioni nello stile di Botticelli.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico in cui si sviluppa il culto per San Gerolamo a Firenze?
- Chi è il committente del dipinto "Ultima comunione di San Gerolamo" e quale era il suo intento?
- Quali elementi del dipinto riflettono l'influenza di Savonarola e lo stile di Botticelli?
Il culto per San Gerolamo si sviluppa a Firenze tra la peste degli ultimi anni del XV secolo e la predicazione di Savonarola, periodo in cui vengono prodotte molte raffigurazioni del santo.
Il committente è Francesco del Pugliese, un mercante di lana e seguace di Savonarola, che intendeva lasciare il dipinto alla chiesa di Sant’Andrea a Sommaia insieme ad altri due dipinti.
L'austerità, la semplicità dei drappeggi, l'essenzialità dell'interno e l'assenza di uno sfondo paesaggistico riflettono il rinnovato clima spirituale dovuto a Savonarola e influenzano lo stile di Botticelli.