Concetti Chiave
- La Primavera di Botticelli è caratterizzata da personaggi identificabili, ciascuno con un ruolo simbolico nel dipinto, come Venere, Zefiro e Mercurio.
- Il titolo dell'opera è un'invenzione posteriore e non riflette il significato originario, piuttosto è un'etichettatura inventariale.
- Aby Warburg suggerì che l'opera si ispira a un testo di Angelo Poliziano, rappresentando un esempio di ut pictura poesis.
- Interpretazioni successive, come quelle di Banovski e Gobrich, associarono la Primavera a concetti di amore neoplatonico, collegando i personaggi a stadi diversi dell'eros.
- L'interpretazione dell'opera è complessa e manca di fonti scritte, essendo basata su discussioni orali tra committente, artisti e programmatori iconografici.
Indice
Identità dei personaggi
è un opera di cui dal Rinascimento gli autori sono in grado di identificare con estrema precisione l’identità di tutti i personaggi che fanno parte di quest’opera: questo è un dato fondamentale per il significato.
Da destra verso sinistra si vede Zefiro, che insegue la ninfa Clori: quando Zefiro conquista Clori, la ninfa diventa Primavera.
Al centro del dipinto c’è Venere, con Cupido in alto che lancia la sua freccia: accanto vi sono le tre Grazie, raffigurate in una posa famosissima che richiama la danza, e intrecciano tra di loro le mani, in segno di perfetta coesione. L’ultima figura, a sinistra, è Mercurio, che punta il caduceo al cielo.Significato del titolo
Il titolo di quest’opera è assolutamente privo di significato, perché definire quest’opera “la primavera” significa dare primaria importanza alla figura della primavera. Questo titolo è semplicemente un titolo d’inventariazione, e non è stato scelto da Botticelli stesso.
Se si prova a leggere Vasari, non si trova nulla sull’interpretazione di questo dipinto: l’arte dell’ermeneutica (interpretazione) è subordinata alla retorica. È più importante descrivere più ceh interpretare un’opera. Nel 1800, nella Storia dell’Arte, c’è una volontà di dare significati: in quest’epoca anche alla Primavera viene dato un significato.
Contributi di Warburg e Banovski
Il primo grande storico dell’arte a dare un’interpretazione alla Primavera è stato Aby Warburg: fa una riflessione molto semplice, affermando che la Primavera non può che essere derivata da un testo letterario. Siamo in un’epoca in cui prevale l’ut pictura poesis di Orazio, e il committente dell’opera non è da meno: l’opera pittorica è il risultato di un’opera poetica. Warburg individua questo testo in un’opera in volgare di Angelo Polizziano (poeta dei Medici): leggendo questo testo, ispirato ad uno greco, si ritrovano gli stessi personaggi nella Primavera di Botticelli.
Dopo Warburg, c’è stato Ervin Banovski: mette a confronto la nascita di Venere con la Primavera, ed essendo uno studioso del neoplatonismo, ritiene che le due opere rappresentino le due veneri, ovvero quella terrena e quella celeste.
Scoperte di Gobrich
Dopo Banovski, c’è stato Ernst Gobrich, che si è occupato della Primavera in due occasioni. Nella prima occasione ha fatto un’importante scoperta: ha trovato una lettera di Ficino al committente, nella quale il maestro invita a seguire il suo oroscopo basato sulla congiunzione astrale di Venere e Mercurio. Ma questa lettera può essere la fonte che ha ispirato la Primavera? No, la lettera ci dà solo il clima, un’indicazione del confronto culturale che avveniva nei circoli neoplatonici fiorentini. Nella seconda occasione afferma che la Primavera è la perfetta raffigurazione dell’amore neoplatonico: si ritrovano gli stadi principali del concetto di eros.
• A destra vi è il primo stadio dell’amore, quello materiale, riproduttivo: l’atteggiamento di Zefiro vuole concupire con Clori, che venendo fecondata diventerà Primavera.
• Venere è la dea dell’amore, per fare un lavoro di congiunzione tra l’amore materiale e spirituale.
• Le tre grazie sono per Seneca la personificazione dell’amore oblativo, che una forma d’amore disinteressata in cui non si chiede nulla in cambio rispetto a quello che si offre. L’amore oblativo si traduce in tre comportamenti: il saper dare, il saper ricevere e il saper restituire.
• Mercurio è la rappresentazione dell’amore divino, e non a caso è l’unica figura che punta al cielo, con lo sguardo e con il caduceo.
Mancanza di fonti letterarie
Queste interpretazioni sono tutte valide nella misura in cui ci aiutano a capire la collocazione di quest’opera. Cosa ci manca per un’interpretazione più precisa? Le fonti letterarie, che nessuno a scritto. I significati venivano discussi oralmente tra il committente, il programmatore iconografico e l’artista.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza dell'identificazione dei personaggi nell'opera "La Primavera"?
- Perché il titolo "La Primavera" è considerato privo di significato?
- Qual è stata l'interpretazione di Aby Warburg riguardo "La Primavera"?
- Come Ernst Gobrich ha interpretato "La Primavera"?
- Quali sono le sfide nell'interpretazione precisa dell'opera "La Primavera"?
L'identificazione precisa dei personaggi è fondamentale per comprendere il significato dell'opera, poiché ogni figura ha un ruolo specifico che contribuisce alla narrazione complessiva.
Il titolo è considerato privo di significato perché non è stato scelto da Botticelli e serve solo come titolo d’inventariazione, non riflettendo l'importanza primaria della figura della primavera.
Aby Warburg ha suggerito che "La Primavera" deriva da un testo letterario, identificando l'opera di Angelo Polizziano come fonte d'ispirazione, in linea con il concetto di ut pictura poesis di Orazio.
Ernst Gobrich ha interpretato "La Primavera" come una rappresentazione dell'amore neoplatonico, evidenziando i diversi stadi del concetto di eros attraverso le figure del dipinto.
La sfida principale è la mancanza di fonti letterarie scritte, poiché i significati venivano discussi oralmente tra il committente, il programmatore iconografico e l'artista.