Concetti Chiave
- La morte di Lorenzo il Magnifico nel 1492 destabilizza Firenze, già afflitta da tensioni politiche e malcontento verso i Medici.
- Gerolamo Savonarola promuove una moralizzazione che porta a un fervore religioso mistico e profetico, influenzando l'arte di Botticelli.
- Le opere finali di Botticelli, come la "Natività Mistica", riflettono un'ansia di riscatto morale in un clima di incertezza.
- In "Natività Mistica", Botticelli abbandona il naturalismo, adottando un linguaggio aspro e una gerarchia simbolica medievale, rifiutando la prospettiva rinascimentale.
- Secondo Vasari, Botticelli negli ultimi anni era isolato, e la sua opera non influenzò il secolo successivo, segnando la fine di un'era umanistica.
La crisi di Firenze
La morte di Lorenzo il Magnifico, nel 1492, fa precipitare la situazione interna di Firenze, già percorsa da difficoltà politiche e da un latente malessere nei confronti del governo mediceo.
Nell’arco di pochi anni gli ideali umanistici entrarono in crisi sotto l’esigenza di moralizzazione predicata dal frate domenicano Gerolamo Savonarola, lasciando spazio ad un fervore religioso vissuto anche in termini mistici e profetici.
L'arte di Botticelli
Le ultime opere di Botticelli esprimono questo clima di profonda incertezza e l’ansia di riscatto morale.
Abbandonato il naturalismo, la Natività Mistica ambienta il delicato tema evangelico in un’atmosfera apocalittica, con soluzioni espressive in parte anticipate dall’incoronazione della vergine, realizzata quasi un decennio prima.
Il linguaggio è aspro e segmentato, la prospettiva rinascimentale è negata, a favore della gerarchia simbolica a matrice medievale.
Gli ultimi anni di Botticelli
Riferendo degli ultimi anni dell’artista, Vasari racconta di un uomo solo e probabilmente, ormai marginale alla scena artistica del primo Cinquecento.
Difatti, la sua opera non troverà eredi nel nuovo secolo, ponendosi semmai alla fine di un’epoca, testimonianza altissima delle utopie umanistiche di un Quattrocento ormai concluso.