Concetti Chiave
- In età paleocristiana, l'oratorio indicava il luogo di preghiera, derivando dal latino "orare".
- Nel Seicento, il termine "oratorio" iniziò a riferirsi a composizioni musicali su temi religiosi, grazie a San Filippo Neri.
- L'Oratorio dei Filippini, costruito da Borromini, presenta una facciata concava per evitare monotonia con edifici attigui.
- La facciata dell'oratorio è caratterizzata dal gioco di sporgenze e rientranze, creando effetti di luce variabili.
- Lo stile del Borromini è contraddittorio, esprimendo il dubbio dell'epoca attraverso elementi architettonici opposti.
Origini dell'oratorio
Già in età paleocristiana, la parola “oratorio”, indicava il luogo destinato alla preghiera; infatti, il termine deriva dal latino “orare” = “pregare. Il termine venire ancora adoperato nel XVI secolo. Tuttavia, nella seconda metà del Cinquecento, esso comincia ad indicare anche l’insieme degli esercizi spirituali che vi si tenevano, in cui occupava una grande parte anche la musica.
Per questo motivo, nel Seicento, un secolo in cui la musica era ovunque preminente, il termine “oratorio”, passò ad indicare una composizione musicale cantata e suonata, costruita su di un tema religioso narrativo. Questa attività, a Roma, fu fondata da San Filippo Neri nella Chiesa della Vallicella, accanto alla quale, fra il 1637 e il 1642, fu costruito dal Borromini l’Oratorio, su committenza dei Padri Filippini stessi.Architettura dell'oratorio
La facciata dell’oratorio è quasi contemporanea alla costruzione della Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane. Essa non è allineata con gli edifici attigui a causa della sporgenza dei pilastri e soprattutto perché è concava. D’altra parte, accanto si trova la preesistente chiesa di Santa Maria della Vallicella per cui l’allineamento della facciata creerebbe monotonia. Le sporgenze e le rientranze creano, oltre ad un certo movimento, permettono alla luce di variare continuamente e di mettere in rilievo o addolcire ora questo elemento architettonico, ora quello.
Contraddizioni stilistiche del Borromini
Il motivo caratterizzante la facciata e tutto lo stile del Borromini, è la contraddizione, cioè si notano alcuni elementi e subito il loro contrario, simbolo del fatto che l’uomo in quel periodo è vittima del dubbio. Facciamo subito un esempio. La centrale è accentuata dalla nicchia centrale del secondo piano a cui, però, si oppone il balcone della stessa nicchia che è convesso ed il cilindro collocato contro il pian terreno e il primo piano su cui si apre il portone. La forma fantasiosa delle finestre superiori entra in contrasto con l’aspetto rigorosamente geometrico dei semi pilastri che le separano una dall’altra. Il piano superiore presenta un coronamento ondeggiante che, però, termina con un triangolo.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine e l'evoluzione del termine "oratorio"?
- Chi ha fondato l'attività dell'oratorio a Roma e dove?
- Quali sono le caratteristiche distintive della facciata dell'oratorio progettata da Borromini?
Il termine "oratorio" deriva dal latino "orare", che significa "pregare", e inizialmente indicava un luogo di preghiera. Nel XVI secolo, il termine cominciò a includere anche gli esercizi spirituali, spesso accompagnati dalla musica. Nel Seicento, "oratorio" si riferiva a una composizione musicale su un tema religioso narrativo.
L'attività dell'oratorio a Roma fu fondata da San Filippo Neri nella Chiesa della Vallicella. Tra il 1637 e il 1642, Borromini costruì l'Oratorio accanto alla chiesa, su commissione dei Padri Filippini.
La facciata dell'oratorio di Borromini è caratterizzata da sporgenze e rientranze che creano movimento e variazioni di luce. È concava e non allineata con gli edifici attigui per evitare monotonia. Lo stile di Borromini è contraddittorio, con elementi opposti che simboleggiano il dubbio dell'epoca.