Concetti Chiave
- Francesco Borromini, nato a Como, visse una vita segnata da timidezza e depressione, culminata nel tragico suicidio all'età di 68 anni.
- Iniziò la sua carriera come scalpellino a Milano nel 1600, lavorando al Duomo, prima di trasferirsi a Roma, epicentro del barocco.
- A Roma, grazie a Carlo Maderno, collaborò con Bernini nel cantiere di San Pietro, ma Borromini fu spesso privato del merito per il suo lavoro.
- Borromini si distinse da Bernini per il suo impegno esclusivo nell'architettura, accettando incarichi minori e utilizzando materiali semplici.
- Era noto per il suo continuo sperimentare e la ricerca di verità attraverso l'architettura, anche a costo di essere criticato dai neoclassicisti.
Infanzia e trasferimenti
Nacque a Como, in un comune vicino alla Svizzera, era timido e depresso, tanto che si suicidò a 68 anni lanciandosi contro la sua spada.
Si trasferì a Milano all’inizio del 600 come scalpellino, lavorando anche nel cantiere del Duomo, tuttavia poi si trasferì a Roma, centro culturale del barocco. Qui lavorò nel cantiere di San Pietro, grazie alle raccomandazioni del compaesano Carlo Maderno, insieme a Bernini, i due collaborarono tranquillamente quindi per il baldacchino, ma nonostante una parte della struttura fosse stata progettata da Borromini, il collega se ne prese tutto il merito.
Stile e filosofia artistica
Fu quindi contemporaneo di Bernini ma i due risultano completamente diversi sia per personalità che per stile artistico, Borromini si dedicò infatti a una sola disciplina, ovvero l’architettura e la rivoluzionerà tanto che verrà definito “colui che mette l’architettura sbagliata nel posto sbagliato” dai neoclassicisti. I due si differenziano però anche le commissioni, Borromini infatti era solito accettare incarichi secondari e ordini minori, quindi con meno budget e quindi con opere meno appariscenti con materiali molto semplici, come mattoni e intonaco, credeva infatti che fosse il progetto a rendere un’opera nobile e non i materiali. Borromini era segnato dal dubbio e dall’incertezza, sperimentava infatti sempre qualcosa di nuovo, attraverso un dramma nella ricerca con l’obiettivo di trovare la verità.