J.lee
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Concetti Chiave

  • La pianta di Sant'Ivo alla Sapienza è unica, derivante da un triangolo equilatero e semicerchi, con absidi lobate e nicchie con pareti convergenti.
  • La cupola ripete la complessa geometria della pianta, culminando in una lanterna con facce convesse e una scultorea elica che termina in una corona fiammeggiante.
  • Contrafforti curvilinei sostengono la cupola, contribuendo a un senso di movimento rotatorio aumentato verso l'alto dalla struttura della lanterna.
  • Borromini ha utilizzato proporzioni ideali, aumentando le dimensioni reali per adattarsi alle prospettive, creando una percezione armoniosa dalla corte della Sapienza.
  • L'opera, realizzata tra il 1643 e il 1660, è situata a Roma nel Rione di Sant'Eustachio, esemplificando l'innovativo approccio architettonico di Borromini.

Indice

  1. Innovazione architettonica di Borromini
  2. Struttura della cupola e lanterna
  3. Dettagli esterni e movimento
  4. Proporzioni e prospettiva

Innovazione architettonica di Borromini

Borromini dovette misurarsi con un preesistente cortile, un lato del quale era curvilineo. Da un triangolo equilatero con un semicerchio su ciascun lato e con gli angoli tagliati da un arco di cerchio si genera uno schema planimetrico mai impiegato prima, costituito da tre ampie absidi lobate alternate a tre nicchie introdotte da pareti convergenti aventi il fondo convesso.

Struttura della cupola e lanterna

La forma della pianta prosegue in alzato senza variazioni per culminare nella cupola la cui struttura ripete spigoli, rientranze e sporgenze della pianta. Queste si annullano soltanto nell’anello del serraglio della lanterna, le cui facce sono tutte convesse.

Dettagli esterni e movimento

Alla stessa logica compositiva risponde l’esterno, specie nel tiburio che nasconde la cupola e nelle gradinate che ne costituiscono le nervature scoperte. Dei contrafforti radiali curvilinei, ad arco rovescio, stringono la cupola e vanno a sorreggere la lanterna che ha facce concave separate da colonne binate. Il fastigio della lanterna è un elica scultorea che si conclude in una corona fiammeggiante sormontata dalla croce. L’elica, che via via si restringe procedendo verso l’alto, imprime all’edificio un senso di movimento rotatorio sempre più accelerato. Infine la fabbrica si accende nella corona sulla quale la palla e la croce, sostenute da quasi immateriali archetti di metallo, sembrano miracolosamente librarsi.

Proporzioni e prospettiva

Borromini partì da proporzioni ideali e aumentò progressivamente le misure reali in modo tale che dalla posizione privilegiata di chi sostasse sotto l’arco di ingresso al cortile della Sapienza il complesso della cupola, stanti le riduzioni prospettiche, potesse apparire perfettamente corrispondente alle proporzioni ideali.

Autore: Francesco Borromini.

Titolo: Sant’Ivo alla Sapienza.

Data: Progettata nel 1632 – 1633, realizzata tra il 1643 - 1660.

Collocazione: Roma, Rione di Sant'Eustachio.

Tecnica e materiali: Opera architettonica.

Committenza: Se ne occupò una volta diventato architetto della "Sapienza".

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'innovazione architettonica principale introdotta da Borromini nella progettazione di Sant'Ivo alla Sapienza?
  2. Borromini ha creato uno schema planimetrico unico, mai impiegato prima, basato su un triangolo equilatero con semicerchi e angoli tagliati da archi di cerchio, generando tre absidi lobate alternate a nicchie con pareti convergenti e fondo convesso.

  3. Come si integra la struttura della cupola con il resto dell'edificio?
  4. La struttura della cupola ripete gli spigoli, rientranze e sporgenze della pianta, culminando in un anello del serraglio della lanterna con facce convesse, mantenendo coerenza con la forma della pianta.

  5. In che modo Borromini ha utilizzato le proporzioni e la prospettiva nel progetto di Sant'Ivo alla Sapienza?
  6. Borromini ha iniziato con proporzioni ideali e ha aumentato progressivamente le misure reali per far apparire la cupola perfettamente proporzionata dalla posizione privilegiata sotto l'arco di ingresso, sfruttando le riduzioni prospettiche.

Domande e risposte