eddie guerrero
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Concetti Chiave

  • Bartolomèo Ammannàti fu incaricato di ricostruire il Ponte a Santa Trinità di Firenze nel 1557, dopo che una piena dell'Arno lo distrusse.
  • Il ponte presenta una struttura innovativa con tre archi sostenuti da due pile, e include elementi come ròstri per proteggere le pile dal materiale trasportato dalle piene.
  • L'architettura del ponte sfrutta la forma ellittica degli archi, risultando in una struttura slanciata e resistente, celebrata per la sua bellezza in Europa.
  • Ammannàti utilizzò la teoria dei numeri perfetti per dimensionare il ponte, con numeri come 6 e 28 che determinano le misure degli elementi architettonici.
  • Il Ponte a Santa Trinità era parte di un importante percorso urbano, offrendo una vista spettacolare su Firenze e valorizzando il suo significato urbanistico e architettonico.

Indice

  1. La ricostruzione del ponte
  2. Innovazioni architettoniche
  3. Teoria dei numeri perfetti
  4. Il valore urbanistico del ponte

La ricostruzione del ponte

Nel 1557 una piena dell’ Arno distrusse il fiorentino Ponte a Santa Trinità e a ricostruirlo venne chiamato Bartolomèo Ammannàti (Settignàno, 1511-Firenze, 1592). Architetto e scultore, amico di Giorgio Vasari di cui era coetàneo, l’Ammannati propose un ponte con le spalle avanzanti nel letto del fiume come fossero degli speroni rocciosi ai quali le arcate laterali si incastrano. Due pile sorreggono tre archi, di cui quello centrale è di dimensioni maggiori degli altri due che, invece, sono uguali.

Innovazioni architettoniche

Ogni pila è dotata di ròstri (o avambécchi) molto allungati che fèndono l’acqua e proteggono le pile dal dannoso materiale portato dalle piene Gli archi, però, sono la novità che fece dire a Filippo Baldinùcci che il ponte a Santa Trinita non solo era il più bello dei quattro che aveva allora Firenze, ma anche “uno dei più meravigliosi dell’Europa”. La maestria di Bartolomèo Ammannàti nel Ponte a Santa Trinità articoloOgni arco è composto da due porzioni di ellisse che, congiunte in corrispondenza della mezzeria, formano un angola acuto, nascosto da cartigli in marmo, ed è perciò più resistente di una semiellisse continua (così come gli archi acuti lo sono più di quelli a tutto sesto). La mossa degli archi, sfruttando la forma della curva ellittica, acquista immediatamente ampiezza conferendo slancio all’intera struttura.

Teoria dei numeri perfetti

In anni in cui le regole di Vitruvio e dell’Alberti non erano più verità assolute per gli artisti manieristi, l’Ammannati cerca di elaborare criteri personali. E per questo che si rivolge alla teoria dei numeri perfetti per ricercare la bellezza e la «giusta» misura dei vari elementi dell’organismo architettonico e i rapporti di questi con il tutto.

Infatti l’intero ponte è dimensionato in base ai numeri perfetti 6 e 28. La sua lunghezza - da spalla a spalla — è di 168 braccia (28x6), le due pile hanno lo spessore complessivo di 28 braccia (ognuna essendo grossa 14 braccia):

dalla fondazione all’intradosso dell’arco centrale, in chiave, il ponte è alto 28 braccia (di cui 14 entro terra) e altrettante ne misura il semi- diametro maggiore dell’ellisse in base a cui venne progettata l’arcata centrale. I riferimenti a quest’ultima sono dovuti al fatto che solo di essa si posseggono rilievi perché, purtroppo, il ponte venne distrutto per eventi bellici nel 1944 e l’attuale ne è solo una copia.

Il valore urbanistico del ponte

Dal Ponte a Santa Trinità — parte integrante e fondamentale di un percorso ufficiale che metteva in comunicazione Piazza del Duomo con Palazzo Pitti (la residenza granducale) attraversando via Tornabuoni. Piazza Santa Trinità e via Maggio — si godeva. e tuttora si gode, una delle più belle viste del centro di Firenze e del ponte Vecchio, mentre le sue spallette, bassissime, sono fatte in modo da invitare a sedervisi. Quindi volutamente l’Ammannati ha desiderato sottolineare il valore urbanistico oltre che quello architettonico e di utilità pubblica della sua creazione.

Domande da interrogazione

  1. Chi fu incaricato di ricostruire il Ponte a Santa Trinità dopo la piena del 1557?
  2. Bartolomèo Ammannàti, architetto e scultore, fu incaricato di ricostruire il ponte distrutto dalla piena dell'Arno nel 1557.

  3. Qual è la caratteristica innovativa degli archi del Ponte a Santa Trinità?
  4. Gli archi del ponte sono composti da due porzioni di ellisse che formano un angolo acuto, rendendoli più resistenti e conferendo slancio alla struttura.

  5. Quali numeri perfetti furono utilizzati da Ammannàti per dimensionare il ponte?
  6. Ammannàti utilizzò i numeri perfetti 6 e 28 per dimensionare il ponte, con misure come la lunghezza totale di 168 braccia e l'altezza di 28 braccia.

  7. Qual era l'importanza urbanistica del Ponte a Santa Trinità?
  8. Il ponte era parte di un percorso ufficiale che collegava Piazza del Duomo con Palazzo Pitti, offrendo una delle più belle viste del centro di Firenze e sottolineando il suo valore urbanistico.

Domande e risposte