Concetti Chiave
- Albrecht Altdorfer painted the Battle of Issus for William IV of Bavaria in 1528, focusing on extreme detail.
- The painting reflects a mix of historical fidelity and contemporary elements, with soldiers dressed in 16th-century attire.
- Reinhart Koselleck highlights the fusion of past and present in the artwork, showing a lack of historical consciousness.
- Friedrich Schlegel was amazed by the painting, noting the different perceptions of time between Altdorfer's era and his own.
- Koselleck argues that historical consciousness is a modern concept, challenging earlier views on aesthetic awareness.
Indice
Altdorfer e la battaglia di Isso
Nel 1528 Albrecht Altdorfer ricevette l'impegno di dipingere, per Guglielmo IV di Baviera, una grande tavola con la Battaglia di Isso, un tema storico destinato a decorare la propria residenza. Di questo quadro è straordinaria la minuziosità, quasi delirante, con cui la scena della battaglia viene raffigurata; probabilmente, l’artista ha cercato di riprodurre con estrema fedeltà il testo Storie di Alessandro Magno (I secolo d.C.) di Curzio Rufo, al punto tale da riprodurre esattamente lo stesso numero di soldati (sembrano quasi soldatini di cera) che vengono citati nel testo, quindi secondo una forma di minuziosità filosofica quasi delirante. Da una parte, il quadro attesta una preoccupazione di fedeltà filologica assoluta, dall’altra, come insiste Reinhart Koselleck in Futuro passato (1979), i soldati dei due schieramenti sono abbigliati in costume cinquecentesco, possiedono armi costruite nell’epoca dell’artista; tant’è vero che, secondo Koselleck, i greci di Alessandro assomigliano ai lanzichenecchi della Battaglia di Pavia (1521), i persiani assomigliano «dai piedi al turbante, ai turchi che assediarono Vienna nello stesso anno in cui fu dipinto il quadro: il 1529».
Rappresentazione fusionale di Altdorfer
Perciò, se da un lato l’attenzione è filologicamente rivolta all’esatta riproduzione dello svolgimento della battaglia avvenuta 1850 anni prima, dall’altra la preoccupazione filologica crolla facendo entrare nel quadro una scena di battaglia contemporanea; la distanza storica fra Alessandro Magno e Massimiliano di Baviera (condottiero durante la Battaglia di Pavia) collassa nel quadro di Altdorfer in una rappresentazione fusionale dove il presente e il passato (l’oggetto del quadro) «venivano a confluire». Non si tratta di un’operazione intenzionale (un travestimento messo in atto per gusto), né che volesse alludere alle battaglie contemporanee fingendo di rappresentare la Battaglia di Isso: il punto è che la distanza storica non viene neppure percepita, un caso di “ingenuità”, non se ne accorge neanche (gli viene naturale, perché tale distanza storica non viene percepita come la percepiamo noi, non c’è piena coscienza storica→oggetto dell’opera Futuro passato; tale coscienza non è un dato costitutivo dell’essere umano, nasce ad un certo punto, anche se non è possibile individuarne la data di nascita è possibile dire che Altdorfer non appartiene ancora a questa dimensione: «Una differenza temporale non veniva eliminata arbitrariamente; semplicemente non appariva in quanto tale»). «Quando, trecento anni dopo, F. Schlegel vide per la prima volta il quadro, “di fronte a quell’opera mirabile”, fu colto (così almeno scrisse) da uno “stupore” illimitato. […] per Schlegel, nei 300 anni che lo separano da Altdorfer, è trascorso più tempo, e comunque un tempo diverso, dal tempo trascorso per Altdorfer nei 18 secoli, circa, che dividono la battaglia di Isso dalla sua rappresentazione pittorica».
Coscienza storica e modernità
La coscienza storica è, per Koselleck, un ingrediente costitutivo della modernità, di quella modernità concepita come processo estetizzante; la coscienza estetica appartiene al nostro bagaglio antropologico soltanto a partire dalla modernità: pertanto la tesi di Koselleck si pone in netto contrasto a quella di Schaeffer (secondo cui sarebbe un’idiozia considerare l’atteggiamento estetico un’invenzione moderna).
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza della minuziosità nel dipinto di Altdorfer della Battaglia di Isso?
- Come vengono rappresentati i soldati nel dipinto di Altdorfer?
- Qual è la tesi di Reinhart Koselleck riguardo alla coscienza storica?
- Come reagì F. Schlegel alla visione del dipinto di Altdorfer?
La minuziosità nel dipinto di Altdorfer è straordinaria, poiché l'artista ha cercato di riprodurre fedelmente il testo di Curzio Rufo, includendo lo stesso numero di soldati citati, dimostrando una preoccupazione di fedeltà filologica assoluta.
I soldati nel dipinto sono abbigliati in costume cinquecentesco e possiedono armi dell'epoca dell'artista, creando una fusione tra il passato e il presente, come osservato da Reinhart Koselleck.
Koselleck sostiene che la coscienza storica è un ingrediente costitutivo della modernità e che Altdorfer non percepiva la distanza storica come facciamo noi oggi, poiché tale coscienza non era ancora sviluppata.
F. Schlegel fu colto da uno "stupore" illimitato di fronte al dipinto, notando che nei 300 anni che lo separavano da Altdorfer era trascorso un tempo diverso rispetto ai 18 secoli tra la battaglia di Isso e la sua rappresentazione pittorica.