darksoul98
Genius
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Concetti Chiave

  • Sant'Andrea rappresenta la visione di Alberti dell'architettura come monumentum e animal, con un'armonia tra le parti per esprimere bellezza.
  • L'architetto si ispirò al tempio etrusco e alle terme romane, creando spazi ampi e facciate che uniscono arco trionfale e tempio.
  • La facciata presenta una struttura complessa con paraste e trabeazioni decorate, suggerendo forse una policromia originale.
  • L'interno è dominato da un'aula unica con volta a botte, con un'illuminazione mistica proveniente da ampie finestre termali.
  • La decorazione interna, modificata nell'Ottocento, include una volta a cassettoni, ma si discosta dalla sobrietà originale voluta da Alberti.

Indice

  1. L'architettura di Sant'Andrea
  2. La facciata monumentale
  3. L'interno e la luce

L'architettura di Sant'Andrea

Sant’Andrea è l’opera che meglio esprime le teorie albertiane dell’edificio come monumentum, ossia architettura che deve recuperare la classicità nella sua dimensione eroica, e come animal, organismo vitale in cui tutte le parti devono contribuire all’armonia (cioè bellezza). Per la planimetria, l’architetto si ispirò al modello del tempio etrusco e alle terme romane, caratterizzate da grandi spazi a volte con annessi locali laterali.

La facciata monumentale

La maestosa facciata coniuga l’arco trionfale e il fronte di un tempio. L’arco monumentale è inquadrato da quattro paraste su alti plinti che reggono la trabeazione. Dietro questo ordine maggiore scorre un’altra trabeazione con fregio e motivi vegetali, con volta a botte a lacunari, come quelle della navata e delle cappelle maggiori. La facciata era forse policroma, come lasciano supporre residui pittorici rinvenuti in diversi punti. Il grande nicchione ad arco posto sul frontone, resta a tutt’oggi un mistero: si tratta di un complesso sistema per illuminare la navata o per esporre la reliquia?

L'interno e la luce

L’interno è grandioso: un’aula unica con volta a botte. Le pareti replicano in serie la struttura della facciata. Regna un’omogenea penombra, più mistica, da preferire, secondo Alberti, alla luminosità radente e abbondante. La luce proviene dai finestroni termali delle cappelle maggiori. La volta a cassettoni, realizzata nell’Ottocento, si ispira al progetto albertiano, ma il resto della decorazione neoclassica ne snatura l’antica sobrietà: Alberti raccomandava tavole e sculture al posto degli affreschi, che avrebbero ostacolato la lettura delle superfici architettoniche.

Domande e risposte