Concetti Chiave
- Nel Paleolitico, gli spazi delle caverne erano organizzati con criteri funzionali per diverse attività quotidiane.
- I gruppi nomadi si spostavano seguendo le migrazioni delle prede e i cicli stagionali delle piante commestibili.
- Tipologie insediative e materiali variavano in base alle condizioni climatiche e risorse locali, come le capanne di ossa di mammut in Ucraina.
- La divisione del lavoro nei gruppi implicava collaborazione per cacciare e condividere risorse, con accampamenti stagionali temporanei.
- Con il passaggio a civiltà stanziali, le palafitte sostituirono le capanne per difesa da nemici e animali feroci.
Indice
Organizzazione degli spazi nel Paleolitico
Per quanto non si possa parlare, per il Paleolitico, di vere e proprie tecniche edilizie, cioè di architettura, sarebbe scorretto pensare che quelle antiche genti fossero incapaci di organizzare gli spazi della vita quotidiana. Anche all’interno di un riparo rudimentale com’è una caverna, gli spazi erano spesso utilizzati secondo precisi criteri funzionali: il focolare e la zona destinata alla veglia si trovavano in prossimità dell’ingresso, le aree per il riposo e quelle adibite a riti di natura religiosa nei penetrali, le parti più interne della grotta.
I gruppi nomadi del Paleolitico, inoltre, si spostavano anche in luoghi privi di ripari rocciosi, seguendo le migrazioni delle proprie prede e il ciclo stagionale delle piante commestibili.Tipologie insediative e materiali
Durante il Paleolitico e nelle successive Età della Pietra (Mesolitico e Neolitico) si svilupparono tipologie insediative diverse, per adattarsi a condizioni climatiche e a paesaggi differenti. Anche i materiali utilizzati potevano variare a seconda della flora e della fauna disponibili. In alcuni siti ucraini, per esempio, sono stati rinvenuti i resti di capanne che, anziché servirsi di pali in legno, utilizzavano per l’armatura centinaia di ossa di mammut, in grado di reggere i pesi e a dare all’edificio la forma voluta. I crani di questi animali potevano addirittura fungere da rinforzi per la base della struttura, mentre le loro enormi scapole contribuivano a una solida copertura che richiedeva un materiale meno resistente. Per la parte rimante, essa era costruita per lo più con tronchi, rami, ossa e rivestita di pelli e frasche. In pratica, la capanna delimitava uno spazio chiuso che proteggeva dal vento e dalla pioggia e all'interno si poteva mangiare e dormire. Un'apertura nella copertura del "tetto" permetteva la fuoriuscita del fumo originato dal fuoco che veniva accesso nel centro.
Divisione del lavoro e accampamenti
L'uomo dell’età della pietra non si spostava mai da solo perché sarebbe stato troppo debole di fronte ad un grande animale. È probabile invece che un gruppo si incaricasse di preparare le trappole per catturarlo e del resto un solo animale di notevoli dimensioni era sufficiente per sfamare molti uomini. Questo, a ben vedere, costituiva un embrione della divisione del lavoro. I piccoli gruppi comprendevano di solito dai venti ai cento membri, come si è potuto dedurre dal numero dei focolari di ogni comunità e si spostavano da una località all'altra con degli accampamenti che duravano soltanto una stagione. Di tali accampamenti stagionali sono state trovate alcune tracce a Nizza. Le capanne avevano tutte una caratteristica comune: dovevano essere costruite in modo da essere smontate e trasportate facilmente.
Transizione al sedentarismo
Man mano che i secoli passavano, nacquero le prime civiltà stanziali; l’uomo abbandonò il nomadismo e sorse la necessita di potersi difendere dai nemici e dagli animali feroci. Per tale motivo, le capanne su terraferma furono abbandonate e si preferiva ricorrere alle palafitte, costruite in mezzo a laghi o zone paludose, oppure immediatamente a ridosso dei fiumi.
Domande da interrogazione
- Quali erano le caratteristiche principali degli spazi abitativi nel Paleolitico?
- Come si adattavano i gruppi nomadi del Paleolitico alle diverse condizioni ambientali?
- Qual era l'importanza della divisione del lavoro durante l'età della pietra?
- Perché le palafitte divennero preferite rispetto alle capanne su terraferma?
Gli spazi abitativi nel Paleolitico erano organizzati secondo criteri funzionali, con il focolare e la zona di veglia vicino all'ingresso e le aree di riposo e riti religiosi nelle parti più interne delle caverne.
I gruppi nomadi si adattavano alle condizioni ambientali sviluppando diverse tipologie insediative e utilizzando materiali variabili a seconda della flora e fauna disponibili, come ossa di mammut per le capanne in alcuni siti ucraini.
La divisione del lavoro era importante perché permetteva ai gruppi di collaborare nella caccia di grandi animali, con un solo animale sufficiente a sfamare molti uomini, costituendo un embrione della divisione del lavoro.
Le palafitte divennero preferite perché offrivano maggiore protezione dai nemici e dagli animali feroci, essendo costruite in mezzo a laghi, zone paludose o vicino ai fiumi, quando l'uomo abbandonò il nomadismo per civiltà stanziali.