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Sintesi
Prima di introdurre il concetto di preistoria è opportuno chiarire il concetto di ‘preistoria’. Con tale termine ci si riferisce al periodo che viene prima dell’inizio della narrazione della storia (dal latino prae e historia) la quale inizia alla nascita di sumeri, babilonesi e assiri. Le loro civiltà sono definite monumentali, sia per la straordinarietà del loro sviluppo sia in relazione alla nascita delle prime grandi città della storia. In seguito i primi villaggi andranno a sostituirsi progressivamente in insediamenti urbani sempre più vasti e complessi. Il vocabolo monumento (dal latino monumentum) rappresenta qualcosa di importante che rimane nel tempo e che dà informazioni, cioè documenta e insegna. Costruire dei monumenti, pertanto, significa trasmettere ai propri successori ciò che di meglio si ha nel presente. Lo strumento più idoneo a tale fine è la scrittura, non è un caso, infatti, che proprio in questo periodo nascono le prime forme di scrittura. Ecco allora la prima presenza contemporanea di testimonianze scritte e testimonianze monumentali che segnano di fatto l’inizio della storia. Da essa possiamo conoscere la realtà quotidiana non più soltanto in modo deduttivo, formulando ipotesi, ma in modo diretto, vale a dire analizzando i messaggi che ci sono stati volontariamente tramandati.
Il nostro pianeta si è formato approssimativamente 5 miliardi di anni fa. La fase della preistoria immediatamente precedente a quella delle prime grandi civiltà storiche e monumentali è definita età della pietra poiché l’uomo ha iniziato a utilizzare la pietra per fabbricarsi armi e utensili. L’età della pietra si divide in tre diversi periodi:
-paleolitico
-mesolitico
-neolitici
La seconda grande fase evolutiva della preistoria umana si apre con il periodo chiamato età dei metalli, che si divide anch’essa in tre periodi:
-età del rame o eneolitico
-età del bronzo
-età del ferro
Le prime forme di rappresentazione che potremmo definire artistica risalgono all’ultimo periodo del paleolitico superiore. Esse non sono state realizzate a fini artistici o decorativi, bensì trovavano un fine nella magia e nei riti. L’arte era quindi vista come una pura necessità. Tramite le sue varie forme egli cerca di allontanare o di neutralizzare magicamente le forze della natura a lui contrarie. Fra le espressioni artistiche preistoriche particolare rilievo lo assumono soprattutto la scultura, la pittura e i graffiti rupestri.
Le sculture di cui ci è rimasta traccia sono le veneri preistoriche, piccole statuette di terracotta di altezza variabile tra 10 e 25 cm che accentuava alcune parti della donna (ventre, seni, glutei) e ne sminuiva altri (testa, mani, piedi). Tali statuette simboleggiavano la fertilità della donna e del terreno, infatti si pensava che mettendole sotto terra la coltivazione sarebbe stata più propizia.
Proprio per propiziarsi alla caccia il nostro artista preistorico esegue le prime forme di pittura e graffiti, all’interno delle caverne da lui abitate. Si tratta essenzialmente di rappresentazioni di animali da caccia; le tecniche di esecuzione sono due: pittura e graffito. Il primo consiste nel graffiare la parete, cioè incidere la parete mediante selci, la seconda è invece realizzata tracciando figure con tinte a base di terra insieme a grasso animale che garantiva l’aderenza alla superficie rocciosa. Queste tinte venivano stese con le dita e con rudimentali pennelli. I soggetti rappresentati avevano sempre un fine di tipo magico-propiziatorio.
Nel periodo paleolitico l’uomo è esclusivamente cacciatore, non ha una fissa dimora e segue la selvaggina nei suoi spostamenti migratori. Per ripararsi dalle intemperie si rifugia nelle grotte.
A partire dal V millennio a.C. l’intero continente europeo è interamente interessato dalla diffusione di oltre ventimila insediamenti megalitici. Questi possono essere isolati o riuniti in gruppi. La più semplice di queste strutture è il menhir che consiste in un unico monolite, cioè un enorme blocco di pietra conficcato al terreno e sagomato in modo da assumere una forma abbastanza aguzza e slanciata. Più complessa è la struttura del dolmen, il cui nome significa letteralmente ‘tavole di pietra’. I dolmen sono infatti costruzioni megalitiche costituite da due o più elementi monolitici verticali aventi funzione di vere e proprie pareti sulle quali viene appoggiato orizzontalmente un enorme lastrone di pietra. I cromlech sono invece grandi costruzioni megalitiche a pianta circolare. Essi consistono in una serie di monoliti sagomati a parallelepipedo o a tronco di piramide che vengono conficcati al suolo in cerchio, in modo da circoscrivere degli spazi magici, riservati a riunioni o a cerimonie di culto di cui poco sappiamo. Il cromlech più famoso e meglio conservato è quello di Stonehenge, in Inghilterra meridionale. Esso consiste in un doppio recinto di menhir verticali a loro volta sormontati da architravi, anch’essi monolitici, disposti a formare una sorta di duplice, gigantesco cerchio. Per spostare tali pietre dev’essere stata necessaria un’enorme manodopera, che veniva sottratta ad altre attività vitali, come la coltivazione della terra.
Estratto del documento

L’ARTE PREISTORICA

Prima di introdurre il concetto di preistoria è opportuno chiarire il concetto di ‘preistoria’. Con tale

termine ci si riferisce al periodo che viene prima dell’inizio della narrazione della storia (dal latino prae

e historia) la quale inizia alla nascita di sumeri, babilonesi e assiri. Le loro civiltà sono definite

monumentali, sia per la straordinarietà del loro sviluppo sia in relazione alla nascita delle prime grandi

città della storia. In seguito i primi villaggi andranno a sostituirsi progressivamente in insediamenti

urbani sempre più vasti e complessi. Il vocabolo monumento (dal latino monumentum) rappresenta

qualcosa di importante che rimane nel tempo e che dà informazioni, cioè documenta e insegna.

Costruire dei monumenti, pertanto, significa trasmettere ai propri successori ciò che di meglio si ha nel

presente. Lo strumento più idoneo a tale fine è la scrittura, non è un caso, infatti, che proprio in questo

periodo nascono le prime forme di scrittura. Ecco allora la prima presenza contemporanea di

testimonianze scritte e testimonianze monumentali che segnano di fatto l’inizio della storia. Da essa

possiamo conoscere la realtà quotidiana non più soltanto in modo deduttivo, formulando ipotesi, ma in

modo diretto, vale a dire analizzando i messaggi che ci sono stati volontariamente tramandati.

Il nostro pianeta si è formato approssimativamente 5 miliardi di anni fa. La fase della preistoria

immediatamente precedente a quella delle prime grandi civiltà storiche e monumentali è definita età

della pietra poiché l’uomo ha iniziato a utilizzare la pietra per fabbricarsi armi e utensili. L’età della

pietra si divide in tre diversi periodi:

-paleolitico

-mesolitico

-neolitici

La seconda grande fase evolutiva della preistoria umana si apre con il periodo chiamato età dei metalli,

che si divide anch’essa in tre periodi:

-età del rame o eneolitico

-età del bronzo

-età del ferro

Le prime forme di rappresentazione che potremmo definire artistica risalgono all’ultimo periodo del

paleolitico superiore. Esse non sono state realizzate a fini artistici o decorativi, bensì trovavano un fine

nella magia e nei riti. L’arte era quindi vista come una pura necessità. Tramite le sue varie forme egli

cerca di allontanare o di neutralizzare magicamente le forze della natura a lui contrarie. Fra le

espressioni artistiche preistoriche particolare rilievo lo assumono soprattutto la scultura, la pittura e i

graffiti rupestri.

Le sculture di cui ci è rimasta traccia sono le veneri preistoriche, piccole statuette di terracotta di

altezza variabile tra 10 e 25 cm che accentuava alcune parti della donna (ventre, seni, glutei) e ne

sminuiva altri (testa, mani, piedi). Tali statuette simboleggiavano la fertilità della donna e del terreno,

infatti si pensava che mettendole sotto terra la coltivazione sarebbe stata più propizia.

Proprio per propiziarsi alla caccia il nostro artista preistorico esegue le prime forme di pittura e graffiti,

all’interno delle caverne da lui abitate. Si tratta essenzialmente di rappresentazioni di animali da caccia;

le tecniche di esecuzione sono due: pittura e graffito. Il primo consiste nel graffiare la parete, cioè

incidere la parete mediante selci, la seconda è invece realizzata tracciando figure con tinte a base di

terra insieme a grasso animale che garantiva l’aderenza alla superficie rocciosa. Queste tinte venivano

stese con le dita e con rudimentali pennelli. I soggetti rappresentati avevano sempre un fine di tipo

magico-propiziatorio.

Nel periodo paleolitico l’uomo è esclusivamente cacciatore, non ha una fissa dimora e segue la

selvaggina nei suoi spostamenti migratori. Per ripararsi dalle intemperie si rifugia nelle grotte.

A partire dal V millennio a.C. l’intero continente europeo è interamente interessato dalla diffusione di

oltre ventimila insediamenti megalitici. Questi possono essere isolati o riuniti in gruppi. La più semplice

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