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Concetti Chiave

  • Il turismo è evoluto dal viaggio educativo del Grand Tour a un fenomeno di massa con Thomas Cook, rendendo i viaggi più accessibili ma anche criticati per la superficialità.
  • Il boom economico del dopoguerra ha democratizzato il turismo, creando nuove abitudini fotografiche che immortalano il benessere e la cultura del consumo.
  • Negli anni '70 e '80, l'attenzione si è spostata dall'ambiente ai soggetti umani e alle loro esperienze, grazie a una cultura di condivisione e all'avvento della tecnologia.
  • L'arrivo della fotografia digitale negli anni '90 ha rivoluzionato completamente l'approccio alla fotografia turistica, rendendo più facile e immediata la creazione e condivisione delle immagini.
  • Nell'era dei social network, la fotografia turistica è diventata una forma di certificazione dell'esperienza, spesso ripetitiva, alimentando una cultura di competizione e imitazione online.

Da Thomas Cook alla fotografia turistica contemporanea

Il viaggiatore ed il turista intraprendono oggi come ieri la loro esperienza in maniera completamente diversa, laddove il viaggio esige pazienza, organizzazione, abilità e conoscenza del rischio, la placida vacanza non richiede nulla. Nel XVII secolo si pensava che il Grand Tour avesse un forte carattere istruttivo, e che tramite quest’esperienza il giovane viaggiatore avrebbe appreso nozioni culturali, linguistiche ed acquisito le doti dell’intraprendenza, affrontato gli inconvenienti ed i disagi del viaggio, prove che richiedevano un coraggioso spirito di avventura; la pigrizia del turista veniva già vista come un atteggiamento superficiale che elimina volontariamente l’opportunità di osservare davvero ciò che visita.

Il turismo non era spinto prettamente con un fine educativo, spesso definiva un momento di svago e riposo.
E nulla di questo aspetto è cambiato.

Nel 1856 Thomas Cook inventò un nuovo metodo di viaggiare, un grande giro per i principali paesi europei dando inizio a quello che fu il fenomeno del turismo: accusato dagli intellettuali e letterati del tempo di trascinare mandrie totalmente disinteressate in luoghi a loro indifferenti, il suo viaggio per il costo ragionevole era accessibile solo ad una stretta cerchia di aristocratici e borghesi, ma affascinava numerose persone del ceto medio. Sino ai primi decenni del Novecento la possibilità di partecipare a questi viaggi organizzati continuò ad escludere le classi più basse, che non avevano né denaro né tempo libero: viaggiare era ancora considerato un lusso simbolico che delimitava con precisione le classi.
Intorno agli anni Venti in America e negli anni Cinquanta durante il boom economico del secondo dopoguerra in Europa, i nuovi beni ed i vantaggi dei servizi alla portata di tutti generarono forti cambiamenti sociali mutando il turismo in un lusso accessibile a quasi tutti. Il turismo di massa di quegli anni fu accompagnato dal crescente utilizzo di macchine fotografiche, dando vita alla categoria della fotografia turistica, che ha assunto un ruolo sempre più centrale nell’esperienza del viaggio: foto ricordo delle vacanze di famiglie comuni in cui traspare il nuovo benessere, la comparsa sullo sfondo dei primi elettrodomestici e di nuovi costumi in un’emozionata freschezza e genuinità. Stilisticamente, i luoghi visitati prevalgono sulle persone ritratte, di cui non era importante la “fotogenicità” ma la semplice conferma della presenza in quel posto, spesso un luogo la cui immagine non era ancora inflazionata, la scelta del momento da immortalare era ben ponderata, e la meta del viaggio ancora il soggetto principale di quella fotografia.
Negli anni Settanta l’impegno politico dei giovani risuonò in tutto il mondo, le questioni umanitarie e le battaglie pacifiste che sensibilizzarono l’opinione pubblica riportarono l’uomo al centro dell’attenzione, che diventò il fulcro tanto nei testi quanto nelle fotografie: la macchina fotografica gli si avvicinò immortalando le donne che iniziarono ad indossare i jeans, gli uomini con lunghe barbe, nudità disinvolte e concentrando gli scatti sui momenti di relazione, divertimento e condivisione, celebrando l’esperienza più che la presenza in un determinato luogo.
Nel decennio successivo la cultura degli Ottanta si concentrò sulle tecnologie ed i nuovi oggetti in voga grazie all’ottimismo dato dalla ripresa economica che rese possibile per tutte le famiglie spostarsi ed acquistare. L’archivio in quegli anni si amplia, usufruendo anche della possibilità di poter filmare i ricordi, gli album straripano d’immagini in cui si celebrano i componenti della famiglia, si sfoggiano gli acquisti come parte dell’esperienza, e le mode, i giocattoli e gli apparecchi del consumismo diventano elementi visibili del nuovo viaggio e del benessere.
Nel decennio degli anni Novanta il mezzo fotografico digitale iniziò ad entrare nelle case rivoluzionando completamente il modo di concepire la fotografia e di conseguenza la stessa nelle occasioni dei viaggi. Il subentro del digitale ha permesso di scattare più immagini garantendo infinite chances, ne ha facilitato la realizzazione risolvendo eventuali errori al principio, cambiando per sempre il rapporto con la stessa ed assottigliando la distanza dei risultati di professionisti e fotoamatori. Negli scatti di famiglia si introducono altri modi d’improvvisare, i ritratti diventano più spontanei, le pose si sciolgono e muovono, e talvolta si introduce l’ironia.

La diffusione di strumenti maneggevoli e di fotocamere in continuo progresso nei telefonini ha reso la pratica della fotografia turistica in costante crescita, e sempre più spesso la ragione stessa dell’esperienza. Nell’epoca del Grand Tour il pennello, il calamaio, la penna, le mappe, il diario di bordo e la macchina fotografica erano elementi imprescindibili dell’equipaggiamento, mentre oggi si raccolgono tutti in un cellulare. Da moltissimo tempo l’uomo ha viaggiato fotografando o viaggiato per fotografare, ma i modi erano completamente diversi, la quotidianità ed il mercato di oggi hanno puntato sempre più sull’immagine, ed i pacchetti organizzati di percorsi visivi, il bastone di ferro a cui la gente appende il telefono per riprendersi o Instagram e simili ne sono una prova.
Il fenomeno bulimico dello scatto in viaggio dell’ultimo decennio è catalizzatore dell’odierna percezione di questo tipo di fotografia, ieri ponderata, sviluppata ed attesa con tempi relativamente lunghi dopo il ritorno a casa, ora gettata in pochi secondi in un social network. La deriva intrapresa da un turismo accessibile abbinato ad una fotografia immediata ha generato in alcuni casi uno spirito di competizione dove colui che si sposta ripercorra un itinerario già tracciato per poter autenticare anche la sua presenza in un determinato posto, e la sua poca attenzione, il suo distacco relazionale nei confronti della storia e del luogo sono visibili in quella che è la qualità delle fotografie scattate.
Nell’era dei social network sono comparsi nuovi cliché fotografici che una volta online hanno la possibilità di diffondersi rapidamente a macchia d’olio in tutto il mondo, ed oggi più che mai si sono amplificati, non relegandosi solamente negli album di famiglia ed in qualche blog.
L’autenticità ed irripetibilità ambite ieri sono state sostituite dalla volontà del turista di osservare qualcosa che ha già visto in immagini virtuali e l’ha spinto a partire coinvolgendo quella che era l’idea del viaggio, spesso per fotografarlo nello stesso modo e gettarlo nuovamente nella piattaforma, riportando la sovrabbondanza di persone nelle mete costantemente affollate anche nella massiccia quantità di fotografie tutte uguali.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la differenza tra il viaggiatore e il turista secondo il testo?
  2. Il viaggiatore intraprende il viaggio con pazienza, organizzazione e spirito d'avventura, mentre il turista vive la vacanza in modo più superficiale, senza l'intento di osservare profondamente i luoghi visitati.

  3. Come ha influenzato Thomas Cook il fenomeno del turismo?
  4. Thomas Cook ha inventato un nuovo metodo di viaggiare nel 1856, rendendo il turismo accessibile a una cerchia più ampia di persone, sebbene inizialmente limitato ad aristocratici e borghesi.

  5. In che modo la fotografia turistica è cambiata nel tempo?
  6. La fotografia turistica è passata da un focus sui luoghi visitati a un'attenzione maggiore sulle persone e le esperienze, con l'avvento del digitale che ha reso le foto più spontanee e accessibili.

  7. Qual è l'impatto dei social network sulla fotografia turistica?
  8. I social network hanno amplificato la diffusione di cliché fotografici, trasformando la fotografia turistica in una pratica immediata e spesso competitiva, con immagini condivise rapidamente online.

  9. Come si è evoluto il concetto di autenticità nel turismo?
  10. L'autenticità e l'irripetibilità del passato sono state sostituite dalla volontà di fotografare luoghi già visti in immagini virtuali, contribuendo alla sovrabbondanza di fotografie simili nei social network.

Domande e risposte