Concetti Chiave
- Nel 1854, Andre Disderì brevettò le carte da visita fotografiche, un formato standard di 10x6 cm con foto incollate su cartoncini.
- La tecnica utilizzava macchine con più obiettivi per produrre immagini identiche, portando alla nascita della professione di fotografo.
- Le carte da visita fotografiche diventarono popolari per il loro costo accessibile, segnando un passo verso la massificazione della fotografia.
- Disderì divenne noto anche tra figure politiche come Napoleone III, utilizzando la fotografia come strumento politico e di autorappresentazione.
- Nonostante il brevetto, la tecnica fu facilmente replicata, portando Disderì a morire in povertà dopo aver introdotto anche le cabinet cards nel 1870.
Indice
L'invenzione delle carte da visita
Nel 1854 venne brevettata da Andre Disderì le carte da visita che prevedevano un tipo di applicazione della tecnica al collodio, il formato era quello di un biglietto da visita ed era una fotografia infatti incollata su un cartoncino di circa 10x6 cm circa. Fu il primo formato standard dell’immagine fotografica e solitamente vedeva il soggetto ritratto in piedi, anche la funzione è quella del biglietto da visita come strumento quindi di presentazione. Il procedimento aveva una macchina di diversi obiettivi, prima 4 e poi 8 o 12 che permettono di ottenere immagini identiche dello stesso soggetto riprese sulla stessa lastra contemporaneamente, da queste vengono tirate selle stampe positive che poi vengono ritagliate e incollate su piccoli cartoncini e sul retro vengono aggiunte informazioni aggiuntive come il nome del fotografo, il marchio, l’indirizzo studio e quindi comincia a sorgere la professione del fotografo e non scienziati che si cimentano nella disciplina e infatti scatta una sorta di competizione commerciale tra di loro.
La popolarità delle carte da visita
Acquisiscono un enorme popolarità e infatti si arriverà a produrre anche 2500 carte da visita al giorno e diventa quindi un prodotto popolare soprattutto per il costo accessibile e dal punto di vista sociologico è un passo importante per la massificazione della fotografia in quanto oggetto seriale della società di massa.
L'influenza politica della fotografia
L’atelier di Disderì divenne molto popolare tanto che anche Napoleone III iniziò a frequentarlo e tanto che si narra che lui fosse volontariamente passato per il suo studio per farsi fotografare prima di una sua battaglia e quindi la fotografia comincia ad essere percepita anche come strumento politico per diffondere la propria immagine rapidamente. Questi ritratti spopoleranno e anche lui ricalca le pose del genere di carta da visita, con soggetti in piedi con a fianco un mobile, figura girata da ¾ quindi studiata perché volta ad esprimere autorevolezza e sicurezza, quindi siamo di fronte a un canone. Non c’è inoltre molta differenza tra la posa di Napoleone e quello di un uomo qualunque ed è dunque un modo per avvicinarsi alle persone e entrare nell’intimità dei soggetti. Venne anche rappresentato Thiers, conservatore primo presidente della Repubblica dopo la repressione della comune di Parigi, quindi di fronte a figura autorevole ma sempre accessibile e infatti Disderì divenne il fotografo di corte ufficiale.
La diffusione della tecnica di Disderì
La tecnica di Disderì divenne poi facilmente replicabile, nonostante l’avesse brevettata, e infatti anche lui morì in povertà dopo aver ceduto i suoi studi e dopo aver anche introdotto nel 1870 le cabinet cards, ovvero sottile fotografia montata su un formato orizzontale.
Domande da interrogazione
- Chi ha brevettato le carte da visita fotografiche e in che anno?
- Qual era la funzione principale delle carte da visita fotografiche?
- Come venivano prodotte le carte da visita fotografiche?
- Qual è stato l'impatto sociologico delle carte da visita fotografiche?
Andre Disderì ha brevettato le carte da visita fotografiche nel 1854.
La funzione principale delle carte da visita fotografiche era quella di servire come strumento di presentazione personale, simile a un biglietto da visita.
Le carte da visita fotografiche venivano prodotte utilizzando una macchina con diversi obiettivi per ottenere immagini identiche su una lastra, che poi venivano stampate, ritagliate e incollate su cartoncini con informazioni aggiuntive sul retro.
Le carte da visita fotografiche hanno rappresentato un passo importante verso la massificazione della fotografia, rendendola un oggetto seriale accessibile alla società di massa.