Concetti Chiave
- Il Realismo, sviluppatosi nella seconda metà dell'800, si oppone al neoclassicismo e al Romanticismo, cercando di rappresentare la realtà in modo oggettivo, con un forte messaggio sociale e politico.
- Gustave Courbet, con opere come "Gli spaccapietre" e "Funerale di Ornans", rompe con i canoni tradizionali, denunciando le dure condizioni di vita delle classi lavoratrici attraverso un approccio quasi fotografico.
- Jean-François Millet, legato alla scuola di Barbizon, si concentra sulla dignità della vita rurale, rappresentando i contadini con un forte senso di appartenenza personale e affrontando tematiche sociali.
- Honoré Daumier, autodidatta e noto per le sue caricature litografiche, utilizza la pittura per esprimere un realismo grottesco, evidenziando i difetti umani e criticando la società contemporanea.
- "Il vagone di terza classe" di Daumier rappresenta un realismo sociale che sottolinea la fatica del vivere quotidiano delle classi meno abbienti, nel contesto di una società in trasformazione durante la rivoluzione industriale.
Indice
Il realismo e la sua critica sociale
Il Realismo si sviluppa nella seconda metà dell’800, e come il Romanticismo, va contro al neoclassicismo, ma anche alle regole imposte in quel periodo nei Salon. Gli autori e gli artisti del Romanticismo e del Naturalismo si pongono come obiettivo quello di descrivere e di rappresentare in modo oggettivo e scientifico la contemporaneità, analizzando la realtà in tutti i suoi aspetti, anche i più quotidiani e apparentemente più insignificanti.
Però contrariamente all’atteggiamento romantico, che poneva in primo piano la sensibilità individuale, ora il compito dell’artista è la registrazione oggettiva e razionale della realtà, della società e delle sue contraddizioni. Le opere di questa corrente sono piene di messaggi politici e sociali non tesi a celebrare il potere, ma a criticarne l’operato e a comunicare nuove idee. Il Realismo afferma la necessità di una funzione sociale dell’arte e testimonia le condizioni di lavoro delle classi più disagiate. Accanto alla pittura, in tutta Europa la fotografia diventa un immediato e potente mezzo di denuncia sociale, oltre che di documentazione storica.
In questo periodo si diffonde anche il positivismo, l’idea che con la scienza si possa raggiungere la felicità.
In Francia è di rilievo la scuola di Barbizon: il cui obiettivo era quello di creare una pittura di paesaggio, nata dall’osservazione diretta della natura; sono realisti perché rappresentano quello che hanno davanti. Si riunivano nella foresta di Fontainebleau, e una città vicina era Barbizon.
Courbet e la rappresentazione della realtà
Courbet si rifà all’arte barocca, ad esempio a Caravaggio, e solo dopo comincia a interessarsi alla scuola di Barbizon e i due quadri che dipingerà, “gli spaccapietre” e il “funerale a Ornan”, verranno accettate dai salon, ma creano entrambe scalpore. Cominciando dagli spaccapietre, crearono scalpore perché non si vedevano i loro volti, e quindi non seguiva i canoni richiesti.
Courbet rappresenta quasi a grandezza naturale due uomini, uno più giovane e l’altro più vecchio, impegnati nel duro lavoro di spaccapietre. L’inquadratura è ravvicinata e il punto di vista leggermente ribassato. I due uomini non acquistano monumentalità come succedeva in passato, e quasi non riescono a distinguersi nemmeno cromaticamente dal paesaggio. Il paesaggio è spoglio e il dipinto gioca su pochi elementi essenziali. Oltre agli spaccapietre, troviamo i loro attrezzi, la cesta con il fieno che usano per poggiarsi e sulla destra un pentolino e altro cibo per il loro pranzo, posti su un panno, e questo ci fa capire la loro condizione povera. Inoltre notiamo che i vestiti sono stracciati e le scarpe molto grandi. Quella che vuole fare è una denuncia della condizione degli spaccapietre e rappresentare quanto fosse duro il loro lavoro, nonché meccanico e impersonale.
Questo quadro crea scalpore nei salons per le sue grandi dimensioni (infatti è 8 metri per 6 metri), e perché inoltre utilizza il taglio fotografico e per così dire taglia le persone ai lati, come se fosse una fotografia. Courbet decide di dipingere il dipinto del prozio nel suo paese natale, a Ornans. La cupezza dei verdi, dei neri e dei grigi è contrastata solo dal vestito chiaro degli officianti, dall’uomo in primo piano e dal cane. I personaggi sono accalcati e dominano la scena, appunto con questo spazio contratto che presuppone una sua continuazione ai lati. Il paesaggio al di sopra del corteo è spoglio e tutto meno che idilliaco, e qualcosa che possiamo notare è come nessuno dei presenti guardi la bara nella fossa, questo a motivo del fatto che in questi piccoli paesi assistere ai funerali era una pura formalità e tutti partecipavano anche se non erano interessati personalmente al defunto.
Millet e la dignità del contadino
Fa parte del realismo, appartiene alla seconda generazione della scuola di Barbizon, perché aveva anche dei forti legami con Courbet e anche con Daumier. Nasce in una famiglia di contadini benestanti, in Normandia. All’inizio nelle sue opere c’è un maggiore interesse verso la figura della persona più che verso il paesaggio; e durante i suoi studi, che sono stati fatti a Parigi, studia e copia anche i dipinti del Louvre, tra cui i disegni di Mantegna, di Giorgione e di Michelangelo, per quanto riguarda gli artisti italiani, e quindi comunque degli artisti rinascimentali. Lui riesce, a differenza degli altri artisti, a esporre nei salon nel 1840, con un ritratto. Nella prima parte della sua vita riesce a creare delle opere ben accette alla commissione dei salons e solo dopo invece il motivo delle sue opere viene un po’ incompreso e posto agli argini per quanto riguarda l’accademia. Tra il 1840 e 1848 entra in contatto con la scuola di Barbizon, e da questo momento comincia ad affrontare il tema rurale e conferisce nuova dignità soprattutto alla figura del contadino. Lui è infatti figlio di contadini e lui stesso fino a 21 anni è un contadino. Quindi per lui la rappresentazione della figura del contadino gli appartiene, è una cosa privata. Il problema è che lui effettua questi dipinti di contadini, nel momento in cui la rivoluzione urbana e industriale stava trasformando completamente la società. Venne accusato di essere un rivoluzionario, perché denunciava le condizioni dei contadini dei contadini con le sue opere. Lui risponde a queste accuse dicendo che era cresciuto vedendo sempre realtà nella sua vita e per questo la rappresenta.
L'angelus e la serenità rurale
L’angelus è una preghiera che viene fatta verso il tramonto, e nei villaggi si sentiva riecheggiare la campana delle chiesette e in quel momento tutte le persone, ascoltandola, dovevano fermarsi e fare questa preghiera. Infatti, Miller ricorda e dice di aver fatto questo quadro proprio pensando a sua nonna che non mancava mai di fermarlo quando sentiva le campane per dire l’Angelus.
Ci sono questi due contadini, un uomo e una donna, che hanno sentito queste campane suonare e si sono fermati: la donna ha posato il cesto, l’uomo ha posato il forcone, si è tolto il cappello in segno di rispetto, e stanno pregando.
Sono due contadini, stavano raccogliendo le patate, che sono all’interno del cesto, hanno una carriola dietro di loro piena di sacchi di patate. C’è una grande differenza tra i vestiti degli spaccapietre e quelli di questo quadro, qui non ci sono le toppe, anche se sono comunque dei vestiti di contadini, però l’intento dell’artista non era raffigurare le loro gravi condizioni, era più la rappresentazione di un momento religioso e intimo, che l’artista ricordava con grande affetto nella sua vita.
I colori sono prettamente caldi, freddo solo l’azzurro del cielo. La cosa che ci può dare una sensazione di religiosità e serenità è questo cielo molto candido e chiaro, vediamo come le nuvole piano piano si stanno allontanando, anche questo dandoci una sensazione di calma. Millet fa tantissime opere con questo soggetto, lui vuole in realtà rappresentare la condizione rurale non come denuncia di uno stato sociale negativo, ma come uno di spensieratezza. Questa è la differenza con Courbet.
Daumier e la satira sociale
Nasce a Marsiglia nel 1808 e muore nel 1879. Studiò a Parigi e per qualche anno frequentò l’accademia, ma non la terminò mai, e quindi viene considerato un autodidatta. Di conseguenza per vivere faceva diversi mestieri, come ad esempio l’usciere o il bibliotecario, l’apprendista litografo.
La litografia segna il suo destino e sono dei disegni in bianco e nero o color seppia, e sono sostanzialmente delle caricature, sono caratterizzate da questo carboncino che crea un contorno forte e scuro, e dà carattere alla scena. Questo tipo di tecnica la ritroveremo anche nelle sue pitture. Però l’artista fondamentalmente era molto attratto da queste litografie, tant’è che noi abbiamo circa 4000 litografie di D., un centinaio di disegni e solamente 300 dipinti ad olio.
Data questa sua caratterizzazione delle litografie decise di collaborare con i giornali satirici; quindi, accompagnò la satira politica sia dalla caduta di Carlo X fino al regno di Luigi Filippo, e anche i moti del 48 fino all’ascesa di Napoleone terzo.
Solo nel 1948 cominciò a dedicarsi alla pittura prendendo spunto dai grandi maestri come Rubens, Delacroix, Géricault, perché comincia a frequentare la scuola di Barbizon, come Millet, che abbiamo detto essere un suo amico
È un quadro del 1864. Qua è visibile l’esperienza che l’artista ha accumulato nel disegno della litografia, perché l’intero disegno ha una linea di confine netta e nitida.
Caratteristica di questo artista è quella di fare delle caricature, rappresentazioni delle persone che vanno a sottolinearne i difetti. Le sue opere sono realistiche, e l’artista fa parte de realismo, ma supera un po’ il realismo perché evidenzia proprio i difetti, e raffigura qualcosa di grottesco e quasi brutto. Si tratta di un realismo grottesco e particolare. Lo vediamo dall’anziana signora raffigurata in primo piano, raffigurata in maniera grottesca.
Siamo all’interno di un vagone di terza classe, quindi dove ci sono probabilmente le persone di classe sociale più povera, quindi probabilmente contadini. In primo piano questa signora che o sta allattando il figlio o sta semplicemente guardando il figlio che dorme in braccio a lei. accanto questa anziana signora, che probabilmente sta ritornando dalle campagne. Accanto questo bambino appoggiato sulla sua spalla, che forse sta ritornando da scuola, ma molto probabilmente, visto che si trova in un vagone di terza classe, sarà andato nelle campagne insieme alla nonna, e quindi si addormenta sulla spalla della nonna perché effettivamente è stanco.
Sul fondo abbiamo altri personaggi, e lo sguardo della signora anziana in primo piano ci dà l’idea di una forte stanchezza, un’emotività triste e sconsolata.
La luce è naturale e proviene dalle finestre di questo vagone. In questo periodo c’è lo spopolamento delle campagne. Ci sono dei contadini che tentano il cambiamento della loro condizione sociale e del loro lavoro, magari vogliono diventare dei commercianti, visto che in questo periodo c’è il boom del commercio, e quindi vanno nelle città tentando di trovare lavoro, anche all’interno delle fabbriche, con la rivoluzione industriale. Alcuni di loro ci riescono però siamo comunque all’inizio di questo cambiamento, e magari queste persone non hanno ancora una condizione economica che possa dare loro una casa nelle città, quindi facevano una vita da pendolari, in sé per sé restano contadini e hanno le loro case nelle campagne, stanno tentando un’arrampicata in questa piramide sociale, sono ancora all’inizio, per questo sul fondo vediamo uomini ben vestiti in un certo senso e con il cappello, che era sinonimo di una classe sociale più benestante.
Comunque, anche per questo artista c’è questa denuncia sociale delle condizioni di queste persone. Tenta di comunicare la pesantezza della moderna civiltà industriale con la raffigurazione di gesti e delle situazioni quotidiane che esprimono profonda solitudine e fatica, come abbiamo visto dalla signora.
Domande da interrogazione
- Qual è l'obiettivo principale del movimento artistico del Realismo?
- Perché "Gli spaccapietre" di Gustave Courbet ha creato scalpore?
- Qual è la particolarità del dipinto "Funerale di Ornans" di Courbet?
- Come Jean-François Millet rappresenta la figura del contadino nelle sue opere?
- In che modo Honorè Daumier utilizza la litografia nelle sue opere?
Il Realismo mira a descrivere e rappresentare la contemporaneità in modo oggettivo e scientifico, analizzando la realtà in tutti i suoi aspetti, anche i più quotidiani e apparentemente insignificanti, con un forte messaggio politico e sociale.
"Gli spaccapietre" ha creato scalpore perché non seguiva i canoni richiesti, come la visibilità dei volti, e rappresentava in modo crudo e realistico la dura condizione dei lavoratori, senza monumentalità.
"Funerale di Ornans" è particolare per le sue grandi dimensioni e per l'uso di un taglio fotografico che taglia le persone ai lati, creando una scena che sembra continuare oltre i bordi del quadro.
Millet rappresenta la figura del contadino con dignità, riflettendo la sua esperienza personale e familiare, e non come una denuncia sociale negativa, ma come una condizione di spensieratezza e intimità.
Daumier utilizza la litografia per creare caricature caratterizzate da contorni forti e scuri, collaborando con giornali satirici per accompagnare la satira politica del suo tempo.