Concetti Chiave
- Il cinema neorealista italiano, nato nel dopoguerra con Visconti, influenzò anche il cinema americano e durò fino agli anni '60.
- Caratterizzato da trame legate alle classi disagiate e da attori spesso non professionisti, il neorealismo rappresentava il realismo e il contatto diretto con la realtà italiana.
- Il neorealismo cinematografico raccontava il disagio sociale ed economico dell'Italia del dopoguerra, evidenziando la divisione interna tra fascisti e partigiani.
- La fotografia del periodo rifletteva le disuguaglianze sociali e l'industrializzazione del nord, documentando le migrazioni interne e le trasformazioni urbane.
- Negli anni '60, la fotografia inizia a adottare un linguaggio più concettuale, con gruppi come la Bussola e la Gondola che esploravano diverse visioni artistiche e documentaristiche.
Indice
L'ascesa del cinema neorealista
Nel secondo dopoguerra in Italia prende piede il cinema neorealista che ebbe risvolti anche in altre discipline, fece scuola anche al cinema americano. Si fa risalire al 1943, quando Luchino Visconti pubblica il suo capolavoro Ossessione e poi vivrà una vera e propria stagione d’oro che durò per ben due decenni, fino agli anni sessanta, tra i registi più importanti ritroviamo: Rossellini, Visconti, De Sica, Lattuada. I tratti fondamentali sono:
• Trame in classi più disagiate e lavoratrici con attori anche spesso non professionisti per incarnare al meglio l’idea di realismo e contatto diretto con la realtà italiana
• Racconto del disagio sociale ed economico, tipico del dopoguerra, ma soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, che rappresentò per l’Italia anche una grande ferita interna, in quanto oltre alle battaglie internazionali, gli italiani combatterono tra di loro nei schieramenti dei fascisti e dei partigiani
• Se da una parte però la distruzione, sia fisica che morale, pesava sugli italiani, dall’altra si presentò una grande forza collettiva volta al riscatto e alla ricostruzione ma le tensioni interne sicuramente non si placarono
Fotografia e cambiamenti sociali
I fotografi rappresentano questo cambiamento restituendo concretamente un paese fatto in particolare da diseguaglianze, disparità economica con il boom economico del nord che porta ricchezza ma anche un’industrializzazione violenta e con quartieri operai disagiati, si attesta l’antropizzazione del paesaggio con la costruzione violenta ed imposta, ma anche le migrazioni interne di intere famiglie costrette a trasferirsi al settentrione.
Evoluzione della fotografia negli anni '60
Negli anni ’60 la fotografia passa di più però ad adottare un linguaggio più concettuale e quindi cambia il loro approccio, il dibattito fotografico si concentrava nelle associazioni fotografiche, il primo circolo fu la Bussola, fondata a Milano da Giuseppe Cavalli, Mario Finazzi, Ferruccio Leiss, Federico Vender e Luigi Veronesi. Sentendosi un gruppo, pubblicarono un manifesto nel 1947 sulla rivista Ferrania “noi crediamo alla fotografia come arte”, per loro la realtà è importante ma più importante è la fantasia. A Venezia invece sorge la Gondola nel 1948 grazie Paolo Monti, Gino Bolognini, Luciano Scattola e Alfredo Bresciani, aveva un approccio più neorealista più aderente quindi alla realtà sociale e allo scopo documentaristico. Qualche anno dopo, nel 1954, Cavalli fondò la Misa che riuniva i membri più giovani della Bussola con la proposta di liberarsi tra i formalisti e i neorealista.
Domande da interrogazione
- Quali sono le caratteristiche principali del cinema neorealista italiano del dopoguerra?
- Come hanno rappresentato i fotografi italiani il cambiamento sociale ed economico del dopoguerra?
- Qual è stato il ruolo delle associazioni fotografiche italiane nel dibattito fotografico del dopoguerra?
Il cinema neorealista italiano del dopoguerra si caratterizza per trame incentrate su classi disagiate e lavoratrici, spesso con attori non professionisti, per rappresentare il realismo e il contatto diretto con la realtà italiana. Racconta il disagio sociale ed economico del dopoguerra, evidenziando le tensioni interne e la forza collettiva per la ricostruzione.
I fotografi italiani hanno rappresentato il cambiamento sociale ed economico del dopoguerra mostrando le disuguaglianze e la disparità economica, con l'industrializzazione del nord e le migrazioni interne. Negli anni '60, la fotografia ha adottato un linguaggio più concettuale, con dibattiti concentrati nelle associazioni fotografiche come la Bussola e la Gondola.
Le associazioni fotografiche italiane, come la Bussola e la Gondola, hanno avuto un ruolo cruciale nel dibattito fotografico del dopoguerra. La Bussola, fondata a Milano, credeva nella fotografia come arte, mentre la Gondola a Venezia aveva un approccio più neorealista, aderente alla realtà sociale e documentaristica.