Concetti Chiave
- Napoleone fu il leader post-rivoluzionario più ritratto, con immagini che divennero oggetto di commercio fino alla fine dell'Ottocento, alimentando sia il mito che la propaganda.
- All'inizio della sua carriera, durante la campagna d'Italia, Bonaparte controllava la propaganda attraverso resoconti e ritratti che lo dipingevano come un generale eroico e carismatico.
- Come Primo Console, l'immagine di Napoleone cambiò per rappresentare un legislatore saggio e magnanimo, con un focus sulla costruzione di un mito attraverso ritratti idealizzati.
- L'incoronazione di Napoleone nel 1804 sancì il suo status di erede delle grandi figure storiche, riflettendo l'immagine di un semidio attraverso ritratti simbolici e strategia propagandistica.
- Durante l'esilio a Sant'Elena, i rari ritratti di Napoleone, lontani dalla propaganda imperiale, offrirono un'immagine più personale e umana di un uomo stanco e malato.
Indice
Napoleone e la sua immagine
Napoleone fu il capo di stato post-rivoluzionario più ritratto e le sue immagini furono oggetto di attività commerciale fino alla fine dell'Ottocento. Per quasi cento anni, Napoleone Bonaparte è stato immortalato dai suoi sostenitori e dai suoi più feroci oppositori.
Eppure è molto difficile farsi un'idea precisa del volto di quest'uomo che ha lavorato tutta la vita per costruire il proprio mito.La campagna d'Italia
Nel marzo 1796, il generale Bonaparte, che si era appena sposato, partì per la campagna d'Italia dove le vittorie furono rapidamente numerose e fulminee. Il suo nome fino ad allora poco conosciuto divenne sinonimo di gloria. Le gazzette militari erano piene di elogi per il giovane generale; e per una buona ragione, Bonaparte li teneva sotto il suo controllo, dato che aveva affidato la redazione dei resoconti a uomini a lui devoti. La propaganda scritta dipingeva il ritratto di un generale eroico e le immagini stampate davano forma a questo Napoleone, il cui destino derivata dalle sue eccezionali virtù. L'instabilità del Direttorio, la violenza del Terrore e i virulenti sentimenti anticlericali durante il periodo rivoluzionario alimentarono, nel popolo francese, il desiderio di vedere emergere una figura protettiva in grado di restituire alla Francia la statura e il suo prestigio. Il giovane generale si darà letteralmente i tratti di questa ambizione.
I primi ritratti di Napoleone
I primi ritratti di Napoleone furono realizzati nel contesto della campagna d'Italia. Nessun ritratto ufficiale, realizzato prima del 1795 ci è noto. Il più antico è quella tracciata a matita e impreziosita da acquerello firmato dal disegnatore e incisore Giuseppe Longhi e datato 1796. La più simile è quello dipinto nel 1796 – 1797 dal generale Bacler d'Alba, uno dei più anziani compagni del futuro imperatore che possedeva il vantaggio di una buona conoscenza del carattere dell’amico. Poi arriva uno dei più famosi, quello di Jean-Antoine Gros: Bonaparte idealizzato al ponte di Arcole, con il volto rivolto verso il suo esercito e portando avanti la bandiera francese. Il pittore si lamentava già che il suo modello gli concedesse solo pochi momenti di posa, riconoscendo che doveva quindi rassegnarsi a dipingere solo il carattere. Andrea Appiani dipinse il ritratto a figura intera del generale poco dopo la vittoria di Lodi (1796), ritratto che godette di grande fortuna, soprattutto nella sua versione incisa.
Questi artisti stabilirono i lineamenti che definirono il generale Bonaparte per alcuni anni: un viso affilato, incorniciato da capelli fini e lunghi, un occhio acuto, un naso aquilino e un mento prominente.
L'immagine di Napoleone come eroe
Pertanto, Napoleone Bonaparte non trascurò di mettere in scena le sue imprese e il suo ruolo. Al suo ritorno dall'Italia, le grandi battaglie che aveva vinto erano già immortalate o in procinto di essere tali.
Nelle opere di Gros o David di questo periodo ci compare un uomo d'azione sereno e riflessivo di fronte alla pericolosità della situazione o degli elementi, oltre ad un virtuoso eroe consapevole del suo dovere. I suoi lineamenti idealizzati sottolineano un volto marmoreo che lascia presagire un futuro glorioso e tragico come lo sono le vite degli eroi.
Quando divenne Primo Console alla fine del 1799, il coraggioso e a volte spericolato Bonaparte lasciò il posto per un certo periodo al saggio e magnanimo capo di Stato. I capelli erano ora portati corti e la postura cambiata; quello di controllare strettamente l'immagine propagandistica di Bonaparte era l’obiettivo primario. I pittori dovevano rendere l'atteggiamento di un legislatore equilibrato e benevolo, e in questo, Antoine-Jean Gros sbaragliò tutti i concorrenti. Nel suo ritratto a figura intera, Bonaparte indica con la mano i numerosi trattati redatti, il suo sguardo è rivolto in lontananza, come se fosse impregnato del suo destino e di quello del suo paese. Il mantello rosso richiama il colore del potere romano. Il dipinto fu riprodotto in più copie secondo il volere del Primo Console.
Anche Jacques-Louis David propose un ritratto su questo tema con un dettaglio emblematico che è ancora oggi goffamente compreso: Napoleone Bonaparte che porta la mano nel panciotto. Non si tratta di alleviare eventuali dolori di stomaco ma piuttosto di imitare la postura emblematica del filosofo greco Eschine (V secolo a.C.). Questa postura è diventata emblematica e ha finito per fondersi con il personaggio stesso di Napoleone I, ulteriore prova dell'attenzione rivolta alla costruzione di un mito, durante la vita di Bonaparte.
L'incoronazione e il mito
L'incoronazione del 2 dicembre 1804 segna il culmine dell'epopea napoleonica. Essa concretizza l'immagine di Bonaparte come il culmine di un destino eroico e come l'avvento di una nuova era e di una nuova Francia, che coincide con un nuovo secolo. All'epoca, l'evento fu sentito e sfruttato come tale dalle autorità. Asti pensare a Balzac quando scrive che l'impero serve come prefazione al secolo. D'ora in poi, l'imperatore sarà paragonabile ad Augusto o a Carlo Magno di cui vuole essere l'erede, il che si riflette perfettamente i nel dipinto Napoleone I sul trono imperiale, realizzato da Ingres nel 1806.
Secondo i contemporanei, questo è uno dei ritratti meno simili in quanto idealizzati; l'opera non ebbe i favori del potere che preferiva quello dipinto da David in cui Napoleone appare con atteggiamento regale, incoronando la moglie dopo essersi incoronato, monopolizzando i poteri di un Papa relegato a un ruolo secondario. La forza delle immagini dell'incoronazione trascende i poteri di questo Bonaparte che da eroico generale è salito con la pura forza delle sue qualità al rango di semidio.
L'incoronazione di Napoleone è un dipinto su tela, realizzato tra il 1805 e il 1807 da Jacques-Louis David ed esposto oggi al Museo del Louvre.
La propaganda imperiale
L'assimilazione della figura divina alla figura imperiale non è casuale e corona una strategia propagandistica, guidata da questo giovane corso, senza nobiltà di nascita. Il culto imperiale contribuirà ad arricchire questa sintesi mescolando l'immagine dell'imperatore con un'immagine quasi divina. Dopo aver firmato il Concordato nel 1801 e ristabilito il calendario gregoriano nel 1806, nello stesso anno fu emesso un catechismo imperiale. Da allora in poi, l'immagine dell'imperatore si unì a quelle dell'Ancien Régime, superandole, però, perché la sua dignità e il valore di semidio attribuitogli erano dovuti solo alla sua volontà e non alla nascita. L'antico eroe qui trascende la figura storica e permette a Napoleone di raggiungere il rango di figura mitologica, quasi immortale.
Ogni immagine serve come propaganda ponderata. Le incisioni circolavano ovunque in Francia e per una modica spesa, si poteva acquistare l'immagine dell'imperatore. Su medaglie o monete, il volto di Bonaparte presentava ovunque il suo profilo coronato di allori a immagine degli imperatori romani. Durante il suo regno, egli fu lo statista provvidenziale per eccellenza e molto più raramente un uomo comune la cui fisionomia si evolveva man mano che invecchiava.
L'esilio e l'ultimo volto
Quando nell'ottobre del 1815, iniziò l'esilio sull'isola di Sant'Elena, Napoleone era ormai un uomo stanco, anche se di soli 46 anni. La malattia di cui avrebbe sofferto fino alla morte si era già manifestata e lo faceva soffrire sempre più regolarmente. Nessun artista ufficiale lo accompagnò in questo ritiro forzato, ma i suoi parenti e alcuni residenti dell'isola a volte lo disegnarono. Questi schizzi, che non erano più soggetti allo sguardo severo della propaganda dell'Impero, appaiono oggi come le ultime testimonianze, intime e toccanti, di un uomo che tuttavia ha continuato a suscitare e mantenere la propria leggenda.
La sua maschera mortuaria, conservata al Musée de l'Armée di Parigi, è oggi l'ultimo volto, senza trucco o idealizzazione che abbiamo del famoso imperatore. Sempre alcune caratteristiche disegnano inequivocabilmente la figura unica di quest'uomo nelle arti, nei romanzi o nel cinema. Senza poter conoscere realmente i tratti della sua fisionomia, il suo mito si è imposto su tutti.
L'eredità di Napoleone
Tuttavia, va notato che esistono ancora le caratteristiche dell'imperatore nella foto del suo figlio illegittimo, avuto la contessa polacca Maria Walewska. Nato nel 1810, Alexander Colonna Walewski era della stessa opinione di chi conosceva Napoleone: un suggestivo ritratto del suo illustre padre.
Domande da interrogazione
- Qual è stato il ruolo delle immagini e dei ritratti nella costruzione del mito di Napoleone Bonaparte?
- Come ha influenzato Napoleone la propaganda attraverso i ritratti durante le sue campagne militari?
- In che modo il ritratto di Napoleone è cambiato dopo la sua ascesa a Primo Console?
- Qual è stata la rappresentazione simbolica di Napoleone nell'incoronazione del 2 dicembre 1804?
- Come sono stati percepiti gli ultimi ritratti di Napoleone durante il suo esilio a Sant'Elena?
Le immagini e i ritratti hanno avuto un ruolo cruciale nella costruzione del mito di Napoleone, servendo come strumenti di propaganda per immortalare le sue imprese e il suo ruolo di eroe e statista, influenzando la percezione pubblica e contribuendo alla creazione di un'immagine quasi divina dell'imperatore.
Durante le sue campagne militari, Napoleone controllava strettamente la propaganda, affidando la redazione dei resoconti a uomini a lui devoti e facendo dipingere ritratti che lo idealizzavano come un generale eroico, contribuendo così a costruire la sua immagine di leader invincibile e carismatico.
Dopo la sua ascesa a Primo Console, l'immagine di Napoleone è stata raffigurata come più riflessiva e magnanima, con capelli corti e una postura che rifletteva la saggezza e la benevolenza di un legislatore, segnando un cambiamento dalla figura del coraggioso generale a quella di un capo di Stato equilibrato.
L'incoronazione del 2 dicembre 1804 ha rappresentato Napoleone come il culmine di un destino eroico e l'avvento di una nuova era, paragonandolo a figure storiche come Augusto o Carlo Magno e riflettendo la sua aspirazione a essere visto come un semidio e l'erede di un grande impero.
Gli ultimi ritratti di Napoleone durante il suo esilio a Sant'Elena, realizzati da parenti e residenti dell'isola, sono apparsi come testimonianze intime e toccanti di un uomo stanco e malato, lontano dalla propaganda imperiale, offrendo uno sguardo più personale e umano sull'ex imperatore.