lottex
Ominide
7 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Edvard Munch, nato in Norvegia nel 1863, subisce numerosi lutti in giovane età che influenzano profondamente la sua arte, caratterizzata da una visione cupa della vita.
  • Si unisce al circolo bohémien di Oslo e si trasferisce a Parigi, dove sviluppa uno stile distintivo ispirato dai postimpressionisti e dal tema amore-morte.
  • Munch è un precursore dell'Espressionismo, usando il realismo per esprimere contenuti soggettivi e deformare la realtà con colori puri e violenti.
  • La sua opera più famosa, "L'Urlo", rappresenta una condizione universale di angoscia e alienazione attraverso l'uso espressivo del colore e della composizione.
  • Oltre alla pittura, Munch esplora la fotografia come mezzo per indagare l'animo umano, riflettendo l'influenza delle teorie filosofiche e psicoanalitiche del tempo.

Indice

  1. Infanzia e influenze artistiche
  2. Formazione e prime esperienze artistiche
  3. Crisi spirituale e espressionismo
  4. Successo e ritorno in Norvegia
  5. L'Urlo e la sua ispirazione
  6. Analisi dell'opera L'Urlo
  7. Simbolismo e significato dei colori
  8. Influenze filosofiche e psicologiche
  9. Interesse per la fotografia

Infanzia e influenze artistiche

Nasce in Norvegia nel 1863, il padre era medico, la madre muore all’età di trent’anni ed entra in famiglia la sorella della madre che è una pittrice che stimola la creatività di Munch e dei suoi fratelli.

In seguito subisce un altro lutto, la sorella maggiore Sophie a cui è molto legato muore adolescente (a questa esperienza si ispira il suo quadro dal titolo “La morte nella stanza della malata”).

Formazione e prime esperienze artistiche

Nel 1880 studia arte a Oslo e si unisce al circolo locale bohémien di artisti realisti. Qualche anno dopo, grazie ad una borsa di studio, si trasferisce a Parigi dove realizza dipinti sul tema amore-morte ed inizia una ricerca personale a partire dai postimpressionisti.

Crisi spirituale e espressionismo

La perdita del padre lo porta a rifiutare posizioni filosofiche materialiste e ad attraversare una forte crisi spirituale (dipingerà un quadro ispirato all’episodio che trasmette il sentimento di lutto e depressione collegato: “Notte a Saint-Cloud”).

Fa parte della Secessione di Berlino ed è considerato uno dei precursori dell’Espressionismo. Per lui, infatti, l’arte doveva esprimere la realtà attraverso la sua deformazione e l’utilizzo di colori puri, netti, espressivi, contrapposti, violenti. Quindi utilizza il realismo per esprimere contenuti soggettivi, come scrive lui stesso: “la natura osservata attraverso un temperamento”.

Successo e ritorno in Norvegia

Le sue opere generano scandali e forti reazioni di critica ma, nella seconda parte della sua vita, riscuote un grande successo che lo porterà a viaggiare in tutta Europa.

Nel 1911 ritorna definitivamente in Norvegia, a seguito di un forte esaurimento nervoso. Negli anni trenta, soffre di importanti problemi alla vista; inoltre, con l’ascesa di Hitler, le sue opere vengono definite “degenerate”.

Finisce la sua vita in solitudine ad Oslo nel 1944, all’età di 80 anni.

La vita dell’artista vede quindi diversi lutti in giovane età e probabilmente questi lo segnano e lo portano ad abusare dell'alcol e, soprattutto, a sviluppare una visione negativa e cupa della vita. Punto di vista che riporta e traduce nelle sue opere che diventano così lo specchio dei suoi vissuti e anche un luogo per elaborarli e trasformarli in sentimenti universali, con particolare attenzione all’angoscia e all’alienazione (non a caso l’opera più famosa e rappresentativa è “L’Urlo”).

L'Urlo e la sua ispirazione

Anche questo quadro del 1893 (dipinto con tempera e pastello su cartone) si ispira ad un momento della biografia dell'artista, in particolare ad una passeggiata fatta con alcuni amici al tramonto, quando viene preso da un profondo senso di malinconia prima e di angoscia dopo che lo fa fermare e sentire un urlo di disperazione che attraversa lo spazio.

Analisi dell'opera L'Urlo

L'opera, infatti, raffigura una persona in basso e al centro circondato, avvolto e quasi risucchiato dai colori ondulati del cielo.

Il viso scarno ricorda una mummia (che vede effettivamente a Parigi durante la visita ad una mostra sui Maya) e alcune raffigurazioni di volti longobardi (come quelli nell'Altare del duca di Ratchis) probabilmente a trasmettere in senso figurato il blocco e il senso di paralisi sperimentato a causa della paura che lo assale, così anche le mani appoggiate al volto. Inoltre è privo di connotati precisi, anche gli abiti sono indefiniti e seguono il movimento delle onde dei colori.

La composizione è divisa dalla linea diagonale dello steccato (con cui dà un'idea di prospettiva, anche se non rigorosa), quindi non è presente un piano orizzontale preciso, mancando una base “sicura”. E' interessante guardare a questa mancanza di stabilità collegandola alla perdita della madre nella sua infanzia, quale punto di riferimento emotivo mancante.

La profondità è resa attraverso la diminuzione delle figure in alto a sinistra e sullo sfondo, molto più piccole. Qui si notano due sagome scure con il cappello che camminano nella direzione opposta e rimangono distanti (come gli amici dell'episodio della passeggiata raccontato da Munch). L'uomo è solo di fronte alle sue sofferenze, talmente grandi da minacciarlo ed invaderlo. Nessuno pare accorgersi di quanto accade alla figura centrale, trasmettendo un senso di estraniazione e alienazione. Così forte perchè anche gli elementi della natura non sono armonici, mancando di relazione positiva tra l'uomo e il cosmo.

Simbolismo e significato dei colori

Anche l'uso del colore contribuisce a creare questo effetto in cui la vera protagonista dell'opera è la disperazione, in particolare nel cielo rosso e aranciato (che per alcuni critici simboleggia il sangue durante la tosse per tubercolosi della madre) e nel blu-nero dell'acqua (segno di lutto e morte, per un simbolo, quello del mare, che riporta sempre alla placenta e quindi alla madre). Anche il volto dell'uomo in primo piano è di un colore inconsueto e d'effetto, tra il giallo e il verde, mentre gli occhi sono privi di colore, vuoti; il naso due punti neri. La figura che urla e chi si ispira alla biografia del pittore rappresenta quindi la condizione dell'essere umano più che una persona in particolare.

Il filosofo Kierkegaard nelle sue teorie definisce a parole l'angoscia, mentre Munch usa il colore e l'arte per esprimerne il significato e trasmetterlo all'osservatore.

Influenze filosofiche e psicologiche

E' importante ricordare che in quel periodo i grandi temi esistenziali della sofferenza, della solitudine, dell'angoscia, sono affrontati anche dai filosofi dell'epoca, così come dalle nuove teorie di Freud sull'inconscio. In particolare, l'attenzione sul mondo interno delle persone, sulle loro nevrosi è molto evidente anche nello sviluppo degli autoritratti in cui il pittore non è inserito in un contesto preciso, proprio perché è per lui più rilevante concentrare lo sguardo su se stesso più che su ciò che lo circonda.

Interesse per la fotografia

Infine, è importante ricordare che Munch si è interessato, nei primi del novecento, anche alla fotografia, anche questa utilizzata per scandagliare l'animo umano.

Domande da interrogazione

  1. Quali eventi della vita di Edvard Munch hanno influenzato la sua arte?
  2. La vita di Munch è segnata da diversi lutti, come la morte della madre e della sorella Sophie, che influenzano profondamente la sua visione artistica, portandolo a sviluppare una visione negativa e cupa della vita, riflessa nelle sue opere.

  3. Come si caratterizza lo stile artistico di Munch?
  4. Munch è considerato un precursore dell'Espressionismo, utilizzando la deformazione della realtà e colori puri e violenti per esprimere contenuti soggettivi e sentimenti universali come l'angoscia e l'alienazione.

  5. Qual è l'opera più famosa di Munch e cosa rappresenta?
  6. L'opera più famosa di Munch è "L'Urlo", che rappresenta un momento di profonda angoscia e disperazione, ispirato a un episodio autobiografico, e simboleggia la condizione umana più che una persona specifica.

  7. In che modo Munch ha utilizzato il colore nelle sue opere?
  8. Munch ha utilizzato il colore per creare effetti di disperazione e angoscia, come nel cielo rosso e aranciato de "L'Urlo", che simboleggia il sangue e la morte, e nel blu-nero dell'acqua, simbolo di lutto.

  9. Quali influenze filosofiche e psicologiche si riflettono nell'arte di Munch?
  10. L'arte di Munch riflette le teorie esistenziali di filosofi come Kierkegaard e le nuove teorie di Freud sull'inconscio, concentrandosi sul mondo interno delle persone e sulle loro nevrosi.

Domande e risposte