-dille-
Ominide
3 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Negli anni '20 i musei italiani iniziarono a organizzare mostre basate su prestiti, non solo su opere possedute.
  • La mostra del 1922 a Palazzo Pitti, con "Morte della Vergine" di Caravaggio, cambiò la percezione dell'arte europea.
  • Ugo Ojetti mirava a celebrare le vittorie italiane e a risvegliare il nazionalismo attraverso l'arte.
  • L'esposizione evidenziò la continuità e l'importanza dell'arte italiana dopo il Cinquecento.
  • La mostra dimostrò il legame tra la pittura di paesaggio ottocentesca e i vedutisti veneziani del Settecento.

Mostre di Inizio Novecento - Firenze

Soltanto negli anni venti del Novecento, i musei italiani iniziarono a prestare regolarmente opere, e di conseguenza ad organizzare delle mostre basate non più sull'acquisto o la mostra di opere già possedute, bensì appunto chiedendo prestiti ad altri musei e quindi dare anche nuovi spunti alla propria identità di museo. Il dipinto che meglio incarna questo mutamento è “Morte della Vergine” di Caravaggio che il Louvre acconsentì a prestare a quella che fu la prima mostra internazionale importante tenuta dopo la prima guerra mondiale, ovvero la “Mostra della Bella Pittura italiana del Sei e Settecento” tenutasi a Firenze a Palazzo Pitti nel 1922.
È considerata la mostra più importante nel secondo in quanto riuscì nell’intento di modificare permanentemente la percezione della storia dell’arte europea da parte del pubblico, Ugo Ojetti fu lo spirito animatore della mostra e cercò di portare a termini due obiettivi principali:
    1. Celebrare la vittorie che l’Italia, combattendo accanto agli alleati occidentali, aveva conseguito contro l'avversaria Austria
    2. Restaurare negli italiani un vero e proprio nazionalismo, ovvero un orgoglio nazionale, mostrando quindi come la pittura italiana fosse rimasta il cuore pulsante della cultura europea per tutto il corso della storia dell'arte, sia passata che presente

Dunque gli organizzatori erano pronti a dimostrare come la pittura italiana non fosse andata in declino dopo il cinquecento, come spesso si tendeva a pensare, e vennero orientati in questo principio anche per la selezione dei prestiti, in cui la precedenza venne ovviamente riservata a Caravaggio, di cui vennero però concesse in totale 15 opere. L’intero catalogo dovette dunque essere revisionato e, nonostante fosse dotato di belle illustrazioni, non vi erano specificate le dimensioni dei dipinti e la novità dell’impresa era resta evidente dalle molte debolezze degli studi in essa contenuti, non si presta ad esempio alcuna attenzione ai soggetti di Magnasco. Fondamentale rimane però il fatto che l’esposizione abbia dimostrato punti come il fatto che la pittura di paesaggio dell’ottocento derivasse dalle opere dei vedutisti veneziani del settecento, in particolare da “Ponte rotto” di Canaletto e “Laguna Grigia” di Guardi. Dimostrarono quindi come un’ampia parte dell’arte europea fosse stata smarrita in conseguenza del disprezzo nei confronti della pittura italiana barocca, quei pittori erano di per sé dei grandi maestri.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato il ruolo della "Mostra della Bella Pittura italiana del Sei e Settecento" nel contesto post-bellico?
  2. La mostra ha celebrato le vittorie italiane nella Prima Guerra Mondiale e ha cercato di restaurare il nazionalismo italiano, dimostrando che la pittura italiana era ancora centrale nella cultura europea.

  3. Quale dipinto di Caravaggio ha avuto un ruolo significativo nella mostra del 1922 a Firenze?
  4. Il dipinto "Morte della Vergine" di Caravaggio, prestato dal Louvre, ha incarnato il mutamento nel modo di organizzare le mostre, segnando un punto di svolta nella percezione della storia dell'arte europea.

  5. Quali erano gli obiettivi principali di Ugo Ojetti nell'organizzare la mostra?
  6. Ugo Ojetti mirava a celebrare le vittorie italiane nella guerra e a restaurare l'orgoglio nazionale, dimostrando la continua importanza della pittura italiana nella storia dell'arte europea.

Domande e risposte