Concetti Chiave
- Mirò utilizza l'automatismo psichico per trasferire immagini dall'inconscio sulla tela, creando rappresentazioni libere da narrazioni logiche.
- A differenza di Ernst, Mirò accoglie l'inconscio nel suo affiorare, prima che si articoli in simboli definiti, risultando in opere gioiose e pure.
- Le figure nel dipinto fluttuano e si diramano in linee morbide, creando una festa surreale animata da esseri strani e infantili.
- Mirò offre chiavi di lettura per la sua opera, ma l'importanza risiede nell'energia e nelle sensazioni gioiose che essa comunica.
- Il metodo di Mirò è paragonabile alle associazioni libere di Freud, esplorando l'inconscio attraverso segnali apparentemente insignificanti.
Indice
L'arte di Mirò e l'automatismo psichico
Mirò è l’unico artista surrealista non figurativo che talvolta sembra anticipare l’astrattismo, ne è l’esempio quest’opera, in cui utilizza la tecnica dell’automatismo psichico, cioè il trasferimento sulla tela, senza mediazione razionale, delle immagini che sgorgano liberamente dall’inconscio.
Il risultato è una rappresentazione in cui le associazioni mentali dell’artista confluiscono come se fossero fissate un attimo prima di essere interpretate o organizzate in una ‘’narrazione’’ logica. A differenza dei quadri di Ernst, in cui le scene possono essere colte come l’esito di un ‘’lavoro ornico’’, cioè quali manifestazioni delle pulsioni inconsce camuffate e trasfigurate al fine di aggirare le difese della coscienza, nelle opere di Mirò l’inconscio è accolto nel momento stesso del suo affiorare, ancora prima che possa articolarsi in simboli e immagini definite. Proprio perché antecedente allo scontro con la realtà e la censura , la sua rappresentazione è gioiosa, carica di energia libera e pura. Nel dipinto le figure sembrano fluttuare nello spazio, prive di una collocazione oltre che di una forma definita, e si diramano in linee morbide come raggi o ciglia incurvate , dando vita a una festa surreale , animata da esseri microscopici, strani e infantili.Interpretazioni e simboli nelle opere di Mirò
Quando anni dopo l’artista si trova a riesaminare questo lavoro, offre lui stesso alcune chiavi di lettura , che in nessun modo devono però risultare vincolanti: la scala (un elemento che compare in altri lavori) viene quindi ricondotta alla fuga dal mondo verso la surrealtà , la sfera al globo terrestre, il triangolo che si intravede al di là della finestra della Tour Eiffel. Non è certo il significato dei segni che ha qui importanza, bensì l’energia che sprigiona dal loro insieme, dal loro brulichio sulla superfice colorata che comunica sensazioni gioiose.
L'inconscio secondo Freud e Jung
Il comportamento di Joan Mirò è molto simile al metodo delle associazioni libere usate da Freud. L’artista mette su tela tutto ciò che desidera dipingere in quel momento, come il paziente che è disteso sul lettino e deve parlare di qualsiasi cosa gli venga in mente mentre lo psicoterapeuta presterà attenzione a ciò che egli non dice ovvero i lapsus, gli atti mancati, gli errori. Queste sono le vie per raggiungere l’inconscio, si tratta di fenomeni che le persone reputano insignificanti ma che sembrano in qualche modo dettate dalla coscienza e sono segnali importanti di un conflitto interiore dovuto alla rimozione di eventi spiacevoli e inaccettabili. L’inconscio per Freud è una zona della psiche in cui hanno sede tutti gli impulsi giudicati socialmente inaccettabili , anche Jung introduce il concetto dell’inconscio, egli ritiene che oltre ad un inconscio personale esista un inconscio collettivo che rappresenta un contenitore psichico universale, vale a dire quella parte dell'inconscio umano che è comune a quello di tutti gli altri esseri umani. Esso contiene gli archetipi, cioè le forme o i simboli che si manifestano in tutti i popoli di tutte le culture.
Domande da interrogazione
- Qual è la tecnica utilizzata da Mirò nel "Carnevale di Arlecchino"?
- Come si differenziano le opere di Mirò da quelle di Ernst secondo il testo?
- Qual è l'importanza dei segni nel dipinto di Mirò secondo l'artista stesso?
- Come si relaziona il metodo di Mirò con le teorie di Freud e Jung?
Mirò utilizza la tecnica dell'automatismo psichico, trasferendo sulla tela immagini che sgorgano liberamente dall'inconscio senza mediazione razionale.
Le opere di Mirò accolgono l'inconscio nel momento del suo affiorare, mentre quelle di Ernst sono manifestazioni delle pulsioni inconsce camuffate per aggirare le difese della coscienza.
Non è il significato dei segni ad avere importanza, ma l'energia che sprigionano e le sensazioni gioiose che comunicano.
Il metodo di Mirò è simile alle associazioni libere di Freud, mentre Jung introduce l'idea di un inconscio collettivo che contiene archetipi comuni a tutte le culture.