Concetti Chiave
- Il movimento dei Macchiaioli si sviluppò in un'Italia preunitaria con diverse influenze politiche, ma trovò terreno fertile nel Granducato di Toscana grazie alla libertà culturale garantita da Leopoldo II.
- Il gruppo del Caffè Michelangelo a Firenze fu il centro intellettuale dei Macchiaioli, con Diego Martelli e Telemaco Signorini che svolsero ruoli chiave nella diffusione delle idee del movimento.
- I Macchiaioli si opposero all'accademismo, puntando a rappresentare il vero attraverso la "macchia", una tecnica che enfatizza il colore e la luce piuttosto che il disegno e il chiaroscuro.
- La tecnica dei Macchiaioli si caratterizza per l'uso di pennellate lunghe, colori puri e saturi per rappresentare la luce e le gradazioni di colore per definire i volumi senza contorni.
- Abbandonando i soggetti storici e mitologici, i Macchiaioli preferirono temi legati alla vita quotidiana, come paesaggi toscani, lavoro agricolo e scene urbane.
Il fenomeno dei Macchiaioli
Nella caotica situazione politica istituzionale Dell’Italia preunitaria sussistono ancora le tre aree di influenza previste dal Congresso di Vienna. A nord Il Regno lombardo Veneto e il Granducato di Toscana sono sotto il controllo austriaco; al centro vige il potere temporale dei Papi e al sud il Regno delle due Sicilie è in mano ai Borboni. Solo il granducato di Toscana vive una propria autonomia politica e culturale grazie al granduca Leopoldo II, un sovrano illuminato che garantiva maggiore libertà di espressione in Toscana. Fin dagli anni Quaranta dell'Ottocento, Firenze è una delle capitali culturali più libere d'italia ed è un punto di riferimento per tutti i giovani artisti. A partire dal 1850 questa schiera di intellettuali iniziò a ritrovarsi nel centralissimo Caffè Michelangelo in via Larga (oggi via Cavour). L'anima intellettuale del gruppo del Caffè Michelangelo era Diego Martelli (scrittore e critico d'arte, primo a teorizzare "la macchia in opposizione alla forma"). Egli fu il diffusore dell’arte di quel periodo; scrisse su due riviste grazie alle quali molti giovani artisti entrarono in contatto con le contemporanee esperienze del paesaggismo francese. Un altro assiduo frequentatore del gruppo del Michelangelo fu il pittore Telemaco Signorini, il quale propose, con un articolo del 1862, di adottare per se e per i suoi amici l'appellativo di "Macchiaioli". Il movimento macchiaiolo nasce proprio in questo ambiente e da queste premesse tra il 1855 e il 1867. Le premesse culturali che hanno consentito la nascita e lo sviluppo della "macchia" sono da ricercarsi nella rivolta dell'accademismo e nella volontà di ripristinare il senso del vero.
Altre caratteristiche
Secondo i giovani artisti del gruppo, le nostre percezioni visive avvengono grazie alla luce e proprio per questo ogni nuova pittura, che miri alla restituzione della realtà doveva per forza riprodurre la sensazione stessa della luce. E dato che nella realtà non esistono nè il disegno nè la linea di contorno, il nostro occhio è colpito solo dai colori. Con i Macchiaioli abbiamo un cambio di tecniche e di temi. Per quanto riguarda la tecnica: introducono la macchia, cioè campiture di colore di diversa ampiezza, stese in modo omogeneo; le pennellate sono lunghe; abbiamo solidità, corposità; non abbiamo chiaroscuro, si ricorre a gradazioni di colore; non ci sono contorni (in natura non esistono) né sfumature, né disegno. Rappresentano i volumi con le gradazioni di colore. I macchiaioli avevano una cultura della visione ottica. Studiano il colore e come deve essere rappresentato in arte (precursori: Delacroix e Constable). Essi usano colori puri (giallo, blu, rosso), poiché sono più saturi, più accesi. Per quanto riguarda i temi vengono abbandonati i soggetti di carattere storico e mitologico della tradizione accademica. I soggetti preferiti dei macchiaioli sono quelli legati al paesaggio della campagna toscana, al lavoro dei contadini, ai suggestivi scorci urbani, quindi la quotidianità, scene urbane, squarci di città, ritrattistica, animali.Domande da interrogazione
- Qual era il contesto politico e culturale in cui nacque il movimento dei Macchiaioli?
- Chi erano le figure chiave del gruppo del Caffè Michelangelo e quale fu il loro contributo?
- Quali erano le caratteristiche tecniche distintive dei Macchiaioli?
- Quali temi preferivano i Macchiaioli nelle loro opere?
Il movimento dei Macchiaioli nacque in un'Italia preunitaria caratterizzata da diverse aree di influenza politica. In particolare, il Granducato di Toscana godeva di una certa autonomia politica e culturale sotto il granduca Leopoldo II, che garantiva maggiore libertà di espressione, rendendo Firenze un centro culturale libero e un punto di riferimento per giovani artisti.
Diego Martelli, scrittore e critico d'arte, fu l'anima intellettuale del gruppo del Caffè Michelangelo e teorizzò "la macchia in opposizione alla forma". Telemaco Signorini, un altro membro importante, propose l'appellativo "Macchiaioli" per il gruppo. Martelli contribuì a diffondere l'arte del periodo attraverso le sue pubblicazioni.
I Macchiaioli introdussero la tecnica della "macchia", utilizzando campiture di colore di diversa ampiezza e pennellate lunghe. Evitavano il chiaroscuro e i contorni, rappresentando i volumi con gradazioni di colore. Usavano colori puri e saturi, come giallo, blu e rosso, per restituire la sensazione della luce.
I Macchiaioli abbandonarono i soggetti storici e mitologici della tradizione accademica, preferendo temi legati al paesaggio della campagna toscana, al lavoro dei contadini, a scene urbane e alla quotidianità, come scorci di città, ritratti e animali.