Rosabianca 88
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Concetti Chiave

  • L'iperrealismo nasce negli anni '60 come evoluzione del fotorealismo, concentrandosi su dettagli che superano la fotografia.
  • Artisti come Richard Estes e Chuck Close sono stati pionieri nell'uso di tecniche pittoriche per creare illusioni visive da immagini banali.
  • L'iperrealismo utilizza l'immagine fotografica come base, enfatizzando il dialogo tra medium e soggetto piuttosto che il linguaggio figurativo.
  • Esiste una distinzione tra astrattismo e astrazione: entrambi si allontanano dalla rappresentazione figurativa, ma l'astrazione mantiene legami con il mondo reale.
  • L'astrazione può suggerire forme fisiche attraverso elementi visivi minimi, distinguendosi dall'astrattismo puro.

Hyperrealism

Nel 1964 la mostra fondamentale “The Painter and the Photograph” alla New Mexico University di Albuquerque, propone l’analisi di quegli artisti che iniziarono a definire l’estetica del “fotorealismo”, poi ribattezzata a partire dal 1972 “Hyperrealism”, iperrealismo, per indicare quegli autori che partendo da soggetti precedentemente fotografati da loro stessi o provenienti da immagini fotografiche già esistenti, le riproducono su grandi dimensioni con virtuosistiche tecniche pittoriche che conferiscono ai soggetti quell’aspetto di illusione e persino di superamento del dettaglio fotografico, creando immagini pur partendo da soggetti banali della realtà, ne amplificano l’impatto visivo.

Esempi pionieristici di questa estetica sono i lavori, soprattutto in ambito americano, di autori come Richard Estes, Chuck Close e anche le sculture di Duane Hanson (1925 – 1996). È evidente che in queste operazioni iperreali l’immagine è un pretesto. Il soggetto in sé e la sua riconoscibilità hanno valore in rapporto al medium iniziale che le ha generate, e quindi in questo dialogo e interazione con la fotografia e non tanto nel linguaggio figurativo impiegato dall’artista.

Se un’opera d’arte non è realistica (figurativa) è astratta; c’è però una differenza tra astrattismo e astrazione. Le parole sembrerebbero strettamente correlate e sovrapponibili, ma non è così: è ragionevole pensare che l’astrazione porti all’astrattismo, e il più delle volte i termini sono impiegati come sinonimi, tuttavia non hanno esattamente lo stesso significato.
Benché entrambe condividano l’allontanamento dalla rappresentazione figurativa, o da una riproduzione letterale dei soggetti, l’astrazione può indicare che l’opera abbia ancora radici nel mondo fisico, reale: possiamo intendere anche solo con pochi elementi visivi, come linee, oppure attraverso il colore, la fisionomia di un volto, di un paesaggio e quindi di qualcosa ancora contingente alla nostra esperienza reale.

Domande e risposte