Concetti Chiave
- Il movimento dei Macchiaioli, nato a Firenze nel 1856, si basa sulla percezione delle forme come macchie di colore, influenzato dalla scuola di Barbizon.
- Giovanni Fattori, considerato il caposcuola, sviluppò una pittura basata sull'osservazione della natura e della società, enfatizzando la luce e il chiaroscuro.
- Fattori è noto per i suoi quadri militari e paesaggi, spesso ispirati alla Maremma Toscana, che catturano l'eternità nella transitorietà della vita.
- Tra le opere principali di Fattori si annoverano "La Rotonda di Palmieri" e "Il Cavallo Morto", quest'ultima rappresenta una drammatica istantanea di una vita di stenti.
- Il dramma e la solennità nei quadri di Fattori riflettono la durezza del lavoro umano e la sua continua lotta contro un destino inesorabile.
Indice
Origini del movimento macchiaioli
Il movimento dei Macchiaioli è uno dei movimenti artistici pi・ importanti dell'Ottocento italiano e nasce a Firenze, nel periodo in cui essa fu capitale. Il luogo d'incontro era il Caffè Michelangelo in Via Larga, oggi Via Cavour a Firenze. nel caffè affollato da artisti e giovani talenti che amano scambiarsi le proprie idee e introduconi a Firenze i temi della scuola di Barbizon.
È nel 1856 che, convenzionalmente, si pone la data ufficiale di nascita della pittura a macchie. Questo indirizzo artistico nasce dalla constatazione che noi vediamo le forme non isolate dal contesto della natura mediante la linea di contorno disegnata, ma come macchie di colore perchè la luce stessa, strumento indispensabile della nostra percezione visiva, colpendo gli oggetti, viene rinviata al nostro occhio come colore. L'arte dei Macchiaioli, come la definì Adriano Cecioni teorico e critico del movimento, consiste: "nel rendere le impressioni che ricevevano dal vero col mezzo di macchie di colori di chiari e di scuri". Per i pittori macchiaioli la forma non esiste ma è creata dalla luce e l'individuo vede tutto il mondo circostante attraverso forme non isolate dal contesto della natura, quindi come macchie di colore distinte o sovrammesse ad altre macchie di colore. Telemaco Signorini, il massimo teorico del gruppo, portò la macchia ad un’accesa violenza di chiaroscuro.Giovanni Fattori e la sua arte
Considerato il caposcuola dei Macchiaioli, Giovanni Fattori (Livorno1825-Firenze1908), livornese di nascita, iniziò la sua formazione a Firenze presso i pittori Bandini e Giuseppe Bezzuoli. I suoi primi quadri hanno soggetti storici nella più pura tradizione romantica. Entrato in contatto con il gruppo del Caffè Michelangelo, semplificò sempre più la sua pittura per giungere a quell'effetto di macchia che caratterizza il gruppo. La sua è una cultura visiva ed è conoscenza e profonda comprensione dell'uomo. Nasce dalla lunga osservazione quotidiana del vero naturale e della società, partecipando con commozione alla vita della natura e dei lavoratori e, con entusiasmo prima, con delusione poi, ai grandi rivolgimenti politici e sociali della sua epoca. Fattori realizzò numerosi quadri di soggetto militare. In essi sono raffigurate battaglie o, a volte, solo dei soldati che segnano con la loro presenza i paesaggi italiani. Oltre ai soggetti militari, tipica della produzione di Fattori sono anche i paesaggi. La Maremma Toscana, di cui lui era originario, divenne uno dei soggetti preferiti, raffigurata in quadri dal taglio orizzontale molto accentuato. Anche se dipinge a macchie, invece che dare il senso della fugacit・ della vita, coglie, nella transitorietà di ciò che vede, quel che vi è di eterno in tutte le cose. E per la stessa ragione interpreta con forza il duro lavoro dell'uomo e dell'animale in paesaggi grandiosi, solenni, eterni appunto, come eterna è la fatica alla quale l'uomo è condannato.
Opere e significato di Fattori
Opere: Maria Stuarda al campo di Crookstone (1859-61), Soldati francesi del '59 (1859). La rotonda di Palmieri (1866) è il massimo capolavoro del periodo dei Macchiaioli, tutto è realizzato per macchie sintetiche, in una perfetta organizzazione dei toni e delle forme. Libecciata (1880-1890). Marina al tramonto (1890-95) nostalgia del paesaggio di Fattori. Il cavallo morto (1903), olio su tavola, cm62x107. Malgrado l'avvilente staticità visiva, Cavallo Morto è un'opera concettualmente dinamica, nella quale il momento raffigurato è soltanto una drammatica istantanea di un'intera vita scandita dalla sofferenza. Dietro la potenza dell'immagine c'è il destino che non guarda in faccia nessuno, e non esita ad accanirsi contro un vecchietto che ha trascorso un'esistenza di stenti e completamente spesa per il lavoro. Chissà per quanti anni avrà percorso quella strada desolata insieme al suo cavallo, sotto la pioggia o sotto un sole rovente. E chissà se a casa, alla fine di una faticosissima giornata, lo attendeva una bella minestra calda. La morte del cavallo, compagno di vita e risorsa indispensabile per il suo lavoro, interrompe bruscamente quella routine che era al tempo stesso logorante e rassicurante. L'animale stramazza improvvisamente al suolo lasciando il contadino in mezzo ad uno spazio sconfinato, letteralmente al centro del nulla, cosa che per un vecchio stanco equivale alla disperazione. Come se non bastasse, il cielo si annuvola all'orizzonte, lasciando presagire un temporale. Il pover'uomo appare sopraffatto e inebetito, quasi stentasse a realizzare l'accaduto.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza del movimento dei Macchiaioli nell'arte italiana dell'Ottocento?
- Chi era Giovanni Fattori e quale fu il suo contributo al movimento dei Macchiaioli?
- Quali sono alcune delle opere più significative di Giovanni Fattori?
- Come viene rappresentata la transitorietà e l'eternità nelle opere di Fattori?
- Qual è il significato dell'opera "Il cavallo morto" di Giovanni Fattori?
Il movimento dei Macchiaioli è uno dei movimenti artistici più importanti dell'Ottocento italiano, nato a Firenze e caratterizzato dall'uso delle macchie di colore per rappresentare la realtà, influenzato dalla scuola di Barbizon.
Giovanni Fattori, considerato il caposcuola dei Macchiaioli, semplificò la sua pittura per ottenere l'effetto di macchia caratteristico del gruppo, rappresentando soggetti militari e paesaggi con una profonda comprensione dell'uomo e della natura.
Tra le opere più significative di Giovanni Fattori ci sono "Maria Stuarda al campo di Crookstone", "Soldati francesi del '59", "La rotonda di Palmieri", "Libecciata", "Marina al tramonto" e "Il cavallo morto".
Fattori, pur dipingendo a macchie, coglie l'eterno nella transitorietà delle cose, interpretando con forza il duro lavoro dell'uomo e dell'animale in paesaggi grandiosi e solenni, come eterno è il lavoro umano.
"Il cavallo morto" rappresenta una drammatica istantanea di una vita di sofferenza, con il cavallo che crolla improvvisamente, lasciando il contadino in uno spazio sconfinato, simbolo di disperazione e della routine interrotta.