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Concetti Chiave

  • Nel "Cristo giallo" di Gaugin, le figure sono stilizzate e prive di effetti chiaroscurali, con una spazialità intuitiva invece di prospettica.
  • Gaugin si distacca dall'impressionismo con una pittura simbolista che parte dall'animo, influenzando i nabis e il loro stile immaginato e antinaturalistico.
  • I colori utilizzati sono antinaturalistici, provenienti dalla mente, con una stesura a plat caratterizzata da campiture uniformi e contorni neri, simili al cloisonne.
  • La tecnica sintetista di Gaugin fonde elementi antinaturalistici e simbolisti, cercando di cogliere la spiritualità piuttosto che la religione.
  • Gaugin incorpora un sincretismo religioso, rappresentando varie divinità e figure spirituali provenienti da diverse culture e religioni.

Gaugin - Cristo giallo

Nel Cristo giallo, appartenente al periodo Bretone e realizzato da Gaugin nel 1889, sono rappresentate figure molto stilizzate, prive di volumetria e senza effetti chiaro scurali. Non vi è quindi uno spazio prospettico, ma solamente una spazialità intuitiva. Nonostante questo la pittura di Gaugin viene dall’animo, tanto che la definì simbolista proprio a dire che partiva dall’animo; ispirò infatti dei simbolisti, i nabis noti per la loro pittura “immaginata”, probabilmente dovuta anche al fatto che facevano uso di droghe.

Per lo più come i nabis i colori utilizzati da Gaugin sono antinaturalistici, i soggetti derivano dalla mente e non viene quindi descritta la natura.

È quindi una visione mentale, opposta a quella percettiva impressionista. Gaugin influenzò anche altri artisti che crearono la Scuola di Pont Aven per sperimentare una pittura nuova.
La stesura di Gaugin viene definita a plat, vi sono infatti delle campiture uniformi, simili a quelle macchiaiole ad eccezione che per il contorno nero, il cloisonne che verrà utilizzato anche nel periodo polinesiano. La sua tecnica può poi essere definita sintetista (sintetismo pittorico), ossia caratterizzata da uno stile antinaturalistico e simbolista.
Tornò anche alla spiritualità, sono infatti presenti donne in preghiera. Non torna però al cristianesimo, difatti in altre opere vi sono le divinità maori. Vi è quindi una contaminazione da diverse religioni del mondo perché l’obiettivo è quello di cogliere la spiritualità, non la religione in sé. Si può quindi parlare di sincretismo, nel senso che vengono appronfondite varie forme di religiosità e messe insieme. Ad esempio le donne tahitiane sono talvolta rappresentate come se fossero madonne con il bambino pur non essendo cristiane.

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