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Inizi 900: Futurismo



ARTE e IMMAGINE: il Futurismo, Umberto Boccioni, il Futurismo romagnolo
Estratto del documento

Qui sotto alcune frase del testo:

Manifesto del futurismo“ Le Figarò ” 20 Febbraio 1909

1-Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerità.

2-I l coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.

3-La letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità penosa, l’estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare

il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il

pugno.

4-Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza

della velocità

5-Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta attraversa la Terra, lanciata a corsa,

essa pure, sul circuito della sua orbita.

6-Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e magnificenza, per aumentare l’entusiastico fervore

degli elementi primordiali.

7-Non vi è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può

essere un capolavoro.

8-Noi siamo sul patrimonio estremo dei secoli! Poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente.

9-Noi vogliamo glorificare la guerra-sola igiene del mondo-il militarismo, il patriottismo, il gesto

distruttore

10-Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie e combattere contro il

moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria

11-Noi canteremo le locomotive dall’ampio petto, il volo scivolante degli aeroplani. E’ dall’Italia che

lanciamo questo manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il Futurismo

Fu il primo di una lunga serie di Manifesti. Il punto di ritrovo principale fu Milano.

Qui insieme a Filippo Tommaso Marinetti si riunirono altri artisti come: Umberto Boccioni,

Carlo Carrà e Luigi Russolo, seguiti da Giacomo Balla e Gino Severini.

Umberto Boccioni ( Elasticità 1912) Giacomo Balla ( Dinamismo di un cane al guinzaglio)

È rappresentato un cavaliere in movimento. L'artista con questa e altre opera vuole evidenziare il

Le cose in movimento si moltiplicano e si movimento attraverso la ripetizione dell'immagine. La

deformano tela mostra il cane che passeggia con la padrona

Carlo Carrà ( Camera incantata) Luigi Russolo ( La rivolta - 1911)

Oggetti di diverso tipo sono L'artista usa linee di forza per

posti senza ordine .Vi è una rappresentare il movimento

legante decorazione di un della folla in rivolta che

battente. Gli oggetti hanno un assumendo la forma di cuneo

contorno ben marcato. sembra volere penetrare

nell'aria

I futuristi erano interventisti . Marinetti stesso, nel “Manifesto del Futurismo”, definisce la

guerra la “sola igiene del mondo”.

Il Futurismo si divide in due fasi, il “Primo futurismo” più eroico rivoluzionario che si esaurì

durante la prima guerra mondiale. Finito questo periodo e con la morte di alcuni dei

principali esponenti come Boccioni il movimento ha una evoluzione.

Nel “Secondo Futurismo” gli artisti esaltano il mondo moderno, il progresso. Finita la

guerra, il forte sentimento nazionalista portò i futuristi a legarsi con il movimento fascista

anche se poi Marinetti ruppe i rapporti con Mussolini nel 1920.

Con la morte di Marinetti, avvenuta nel 1944, anche il movimento scomparve rapidamente

dalla scena artistica e politica internazionale e alcuni artisti si orientarono verso il Cubismo.

Umberto Boccioni

Pittore e scultore Italiano, fu il principale esponente dell’arte Futurista in Italia. Umberto

Boccioni nacque a Reggio Calabria il 19 ottobre del 1882 da genitori romagnoli. Ritornò in

Materia è uno dei componimenti più

Romagna a soli venti anni. Anima avventurosa e irrequieta di lottatore, Boccioni girovagò

emotivi di Umberto Boccioni, nella

per il mondo. L'ambiente in cui visse Umberto Boccioni fu vario a causa dei suoi numerosi

scomposizione del gioco luminoso si

spostamenti dovuti al lavoro del padre, modesto impiegato di prefettura. Nell'aprile del 1906

riconosce la madre dell’artista a cui

si recò a Parigi, poi in Russia. Nell'autunno del 1907 Boccioni si trasferì a Milano, la città

Boccioni ha dato una sembianza quasi di

aperta alle nuove tendenze europee. Dopo il "Manifesto del futurismo", lanciato il 9 febbraio

un idolo che espande la sua energia

del 1909 sul giornale francese "Le Figaro", si incontrò con Marinetti , Carrà e Russolo, Balla.

nell’ambiente che la circonda, sembra

L'11 aprile Umberto Boccioni scrisse con loro il "Manifesto tecnico della pittura

quasi un sogno. L’artista ha ritratto la

futurista". Partecipò alle numerose "serate futuriste" nei vari teatri delle province italiane,

madre in posizione frontale con le grandi

ed organizzò le mostre nelle varie capitali europee, da Parigi, a Londra, a Berlino, Bruxelles .

mani incrociate e proiettate verso chi le

Nel 1915 si arruolò con altri pittori nel battaglione dei volontari ciclisti.

osserva.

Il 17 agosto Umberto Boccioni morì in seguito ad una caduta da cavallo.

In questa opera è come se la scia del corpo in

movimento si solidificasse , È qualcosa che non finisce

e non ha limiti. Osservando la scultura si riconosce

una figura umana priva di alcune parti come le

braccia. Sembra che la figura si modelli a seconda

dello spazio circostante e che vi siano più figure

sovrapposte.

L’opera originale di Boccioni è in gesso e non è mai

stata prodotta la copia in bronzo nel corso della vita

dell’autore. L’originale realizzata in gesso nel 1913 è

conservata a New York. Dalla morte dell’autore sono

state prodotte diverse

copie in bronzo tra cui la copia alta 126,4 cm

effettuata nel 1949 che possiamo ammirare nel

Museo del Novecento a Milano.

http://www.museidistato.sm/rom_fut.htm

Il Futurismo romagnolo era ricchissimo, indisciplinato. Aveva pittori,

scultori, poeti, musicisti, scrittori, ceramisti e i suoi manifesti.

Aveva un suo gruppo, dedicato naturalmente a Umberto Boccioni, ma creato a Imola da

Mario Guido Dal Monte nel 1927.

Aveva soprattutto ha Marinetti, che andava e veniva da Parigi viaggiando sempre in treno.

Mario Guido Dalmonte, nato a Imola nel 1906 iniziò una scuola di disegno dedicandosi al

decoro, ma dopo aver conosciuto Marinetti e Giacomo Balla nacque l'interesse per il

Futurismo.

Nel 1927 fondò a Imola il "Gruppo futurista Boccioni", ma nel 1928 si dedicò anche alle

ceramiche d'arte e lavorò per la Bottega Gatti di Faenza . Organizzò una Mostra d'Arte

Futurista dove espose 26 opere in ceramica realizzate con i suoi disegni.

Sempre nel 1928 avviò ad Imola un'attività di “Casa d'Arte Futurista” , con la produzione

di oggetti d'arredamento.

A metà degli anni '30 il suo stile si avvicina all'astrattismo. Partecipa a diverse mostre a

Venezia, Firenze, Parigi, Londra.

Per la Cassa di Risparmio di Imola dipinge 5 pannelli che celebrano i valori del lavoro e del

risparmio.

Durante la seconda Guerra Mondiale le sue opere sono legate al fascismo e per questo la

sua città natale, dopo la guerra, lo escluse da ogni iniziativa culturale.

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