Concetti Chiave
- Nel 1905, un gruppo di pittori a Parigi, definiti "Fauves", sconvolse critici e pubblico con colori intensi e disegni sommari.
- I Fauves, tra cui Henri Matisse, Maurice de Vlaminick e Andrè Derain, rifiutavano le regole accademiche per promuovere la libertà espressiva.
- Il movimento era caratterizzato da un approccio antimpressionista, enfatizzando la visione soggettiva e personale dell'artista.
- Il colore era usato per esprimere sensazioni ed emozioni, superando le convenzioni tradizionali di rappresentazione.
- L'esperienza dei Fauves durò fino al 1907, dopo di che gli artisti intrapresero percorsi individuali.
L'origine dei Fauves
Nel 1905 un gruppo di pittori che esponevano a Parigi le loro opere nel Salon d’Automme, una manifestazione annuale, suscitarono reazioni forti e scandalizzate nel pubblico e nella critica per la scelta dei colori intensi, brillanti e molto distanti da quelli della realtà, per il carattere sommario del disegno e per l’assenza della prospettiva. Quei pittori furono definiti in modo spregiativo i Fauves, le "Belve", per il loro netto rifiuto delle regole accademiche e per il forte impatto dei colori. Fra loro vi erano Henri Matisse, Maurice de Vlaminick e Andrè Derain.
La filosofia artistica dei Fauves
I Fauves non erano un gruppo organizzato di pittori con un preciso programma di attività comuni, essi esprimevano una più ampia posizione antimpressionista in nome della libertà espressiva. Rifiutavano cioè la concezione della pittura come rappresentazione delle impressioni suscitate dalla realtà all’occhio dell’artista, contrapponendo la visione soggettiva del singolo. Il singolo artista cioè vede la realtà in modo diverso da tutti gli altri spettatori perché l’avvicina secondo la propria sensibilità e il proprio sentimento.
L'impatto del colore secondo Matisse
Il colore è, in questo senso, il modo più diretto per esprimere le sensazioni e le emozioni. Matisse dichiarava esplicitamente che il colore riflette la sensibilità dell’artista ben al di là delle convenzioni per le quali il verde indica il prato e il blu il cielo. Il risultato di questa concezione è una pittura nella quale il colore aggredisce lo spettatore con toni caldi e freddi. L’esperienza dei Fauves durò fino al 1907. Poi ciascuno seguì percorsi artistici più personali.