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Degas, Edgar - L'assenzio (4) Pag. 1
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Sintesi

L'assenzio - Edgar Degas (Analisi dell'opera)



Analisi opera – L'Assenzio

1 Dati identificativi
Autore: Edgar Degas
Anno/periodo: 1875 – 1876
Ubicazione: Musée d'Orsay – Parigi
Dimensioni: 92x68 cm
Materiali e tecnica artistica: Olio su tela

2 Dati compositivi o strutturali
La composizione è volutamente squilibrata verso destra, quasi a dare il senso di una visione improvvisa e casuale.
L'immagine è costruita in modo rigoroso, come si evidenzia dalla prospettiva obliqua secondo cui sono orientati i tavolini di marmo, quasi come l'artista volesse introdurci nel locale seguendo il loro allineamento.
Il punto di vista è quello di un ipotetico osservatore invisibile

3 Descrizione iconografica
L'opera è ambientata all'interno del Cafè Nouvelle – Athènes di Place Pigalle.
I due personaggi recitano il ruolo di due poveracci: una prostituta di periferia, agghindata in modo pateticamente vistoso e un clochard dall'aria burbera e trasandata.
Dinnanzi alla donna sul piano di marmo del tavolino vi il bicchiere verdastro dell'assenzio, davanti al barbone c'è invece un calice di vino.
Alle spalle dei due personaggi c'è uno specchio appannato.

4 Analisi contestuale
Edgar Degas è un pittore che non ama i paesaggi né, di conseguenza, la loro rappresentazione. Le sue ambientazioni fanno sempre riferimento ai caratteristici interni parigini.
Il Cafè Nouvelle – Athènes di Place Pigalle dove è ambientato l'opera, era, insieme al Cafè Guerbois, uno dei luoghi di ritrovo prediletti dagli impressionisti.
L'ambiente dei caffè esercita un grande fascino su tutti gli artisti aderenti a questo movimento.
Anche Manet si cimenta più volte con il tema e con ''La prugna'' (1878) sembra indirettamente rispondere all'Assenzio di Degas. Anche qui la donna ritratta – forse una prostituta – assume un'aria svagata e malinconica, persa com'è nei suoi pensieri, che certo le hanno fatto dimenticare la prugna glassata che ha davanti, sul tavolino di marmo, inutile e patetico richiamo alla realtà.

5 linguaggio
Degas è molto attento ai giochi di luce e di colore: infatti lo specchio alle spalle dei due personaggi riflette le sagome in modo confuso e un po' evanescente.
Rispetto allo specchio sfolgorante di luce e di vita del ''Bar delle Folies Bergère'' di Manet, questo appare velato e quasi sordo, in perfetta sintonia con la mesta presenza dei due solitari avventori.

6 Iconologia
Entrambi i personaggi hanno lo sguardo perso nel vuoto, come se stessero seguendo il filo invisibile dei loro pensieri. Pur essendo seduti accanto sono fra loro lontanissimi, quasi a simboleggiare quanto la solitudine – della quale Degas soffrì per tutta la vita – possa renderci estranei e incapaci di comunicare.
L'atmosfera del locale è pesante come lo stato d'animo dei due avventori, imprigionati in uno spazio squallido e angusto di cui l'artista ci offre una descrizione impietosamente realistica.
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