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Inglese - Oscar Wilde
Storia dell'arte - 'La bevitrice di assenzio', Edgar Degas
IL BANDO DELL’ASSENZIO
Ma non tutti apprezzavano l’assenzio allo stesso
modo. Come sappiamo, una delle cause della
sua diffusione fu la decimazione di numerose viti
a opera di un minuscolo insetto noto con il nome
di fillossera. Le lobby vinicole stavano Daktulosphaira
perdendo consistenti quote di mercato a vitifoliae, o la
causa dell’assenzio, e questo le spinse a fare pressione sul
Governo francese affinché bandisse il pericoloso
concorrente.
D’altro canto, essendo l’alcolico più bevuto, si prestava
bene a diventare il capro espiatorio per combattere
l’alcolismo (tentare di frenare tutti gli alcolici era
impossibile: scontrarsi con il potere dei grandi produttori
era rischioso per l’economia).
Inoltre, molti imprenditori approfittarono della sua
popolarità, mettendo in commercio prodotti simili ma di
scarsa qualità, allo scopo di massimizzare i guadagni
spendendo poco. Bastava sostiuire l’alcool di vino con
quello di patate e di melassa, che spesso conteneva
sostanze tossiche quali etanolo, metanolo, butanolo, ecc., e
utilizzare agenti chimici come l’acetato di rame per il colore
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verde, e il tricoluro di antimonio per simulare l’aspetto
torbido degli assenzi di qualità.
Insomma, tutte queste cause circondarono l’assenzio di
una valenza negativa, che raggiunse il suo culmine in un
terribile evento nel 1905.
Il 28 agosto di quell’anno, Jean Lanfray, contadino di 31
anni residente nel Canton Vaud in Svizzera, tornò a casa in
preda ai deliri dell’alcool e uccise a colpi di fucile la moglie
e le due figlie.
<<Una crema di menta, un cognac e soda, sette bicchieri
di vino e un caffé corretto al brandy; poi un altro litro di
vino, un’ulteriore innaffiata di brandy e due bicchieri di
assenzio>>.
Questo è ciò che riportano i
giornali dell’epoca su quanto
assunto dal robusto bevitore
durante il fatidico giorno. Fu
un’occasione perfetta per
attribuire la colpa a quei due unici
bicchieri di assenzio: il terrore
iniziò ad espandersi e la fata
verde perse ogni attrattiva,
trasformandosi in una strega
perfida e repellente.
Fu bandito prima in Belgio e
Brasile nel 1906, poi in Svizzera
nel 1907. Nello stesso anno, la
Ligue National Contre
l’Alcoolisme, in Francia, si dedicò a una massiccia
campagna contro il consumo di alcol, seppure
esplicitamente rivolta all’assenzio; Manifesto a favore del bando,
realizzato nel 1910
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il bando giunse qualche anno più tardi, dopo aver riscosso
successo prima nei Paesi Bassi (1909) e poi negli Stati Uniti
(1912). Era il 1915 quando la bevanda sparì del tutto dalla
vita dei cittadini francesi.
Questo però non pose fine alla sua esistenza, anzi, la sua
produzione continuò indisturbata in diverse nazioni, tra cui
la Spagna. Fu proprio lì che nel 1944, Radomir Hill,
proprietario di una distilleria in Repubblica Ceca, ebbe
modo di assaggiarlo e ne fu talmente colpito che decise di
provare a riprodurlo. Il risultato fu alquanto scadente:
tuttavia l’Hill’s Absinth – così ribattezzò il suo “nuovo”
distillato – ebbe un notevole successo, diffondendosi a
macchia d’olio nei bar di Praga. Non fu difficile, dal
momento che la Cecoslovacchia ben poco aveva
assaporato del vero Assenzio, e non era quindi in grado di
paragonarlo alla ricetta originale. Da lì, altre distillerie
cercarono di competere lanciando sul mercato prodotti
all’Hill’s Absinthe,
simili con risultati, inutile dire, ancora più
mediocri. Erano assenzi di nome, ma non di fatto: i colori
erano assurdi, le etichette riportavano caratteristiche
improbabili (effetti allucinogeni o alto concentrato di
tujone, che, come vedremo più avanti, non erano neanche
possibili) e mille altre varianti.
Solo molti anni più tardi, sull’avvicinarsi degli anni 90’,
prodotti più degni del nome di Assenzio sono rientrati sul
mercato, rendendoci partecipi di un sapore che sconvolse
un’intera epoca. 7
TIPI DI ASSENZIO
Non esiste una “ricetta originale”. Quando parliamo di
assenzio, ci riferiamo a una categoria di prodotto e non ad
un prodotto singolo. Alla base della sua preparazione resta
sempre un processo lungo ed elaborato, ma la scelta delle
erbe, il dosaggio, la tecnica di
distillazione, l’invecchiamento,
variano da etichetta a etichetta,
e si ritroveranno poi insieme in
un sapore unico e travolgente.
Sebbene quello verde sia il più
famoso, l’assenzio può
assumere varie colorazioni,
sempre ottenute in modo
naturale e mai attraverso
additivi. Esse possono
dipendere dall’età della
bottiglia, il cui contenuto con gli Prima del bando, in seguito alle
anni potrebbe schiarirsi o campagne contro l’alcolismo,
nacquero anche degli assenzi rosa,
raggiungere toni marroncini. che volevano differenziarsi da quelli
Inoltre, il verde non è mai lo verdi.
stesso per ogni tipo di assenzio, ma dipende sempre dalle
erbe utilizzate.
La classificazione dell’assenzio nell’800 dipendeva
ordinari, semi-fini, fini,
esclusivamente dalla qualità:
superiori svizzeri.
e - i migliori - quelli 8
Oggi il mercato ci propone tanti tipi di assenzio, persino
viola o blu elettrico, ma poiché nella maggioranza si tratta
di blande imitazioni, andiamo a esaminare le tipologie più
valide.
verte
Dopo il processo di
distillazione, la bevanda
appare incolore: per
dargli il caratteristico
colore verde, è
necessaria un’ulteriore
fase in cui il distillato
verrà messo a macerare
insieme ad erbe officinali come la Melissa, l’Artemisia
pontica e Issopo. Oltre alla colorazione, contribuiranno
anche all’aroma, balsamico e talvolta speziato.
blanche
blanche
Il appare incolore, ma,
contrariamente a ciò che si potrebbe
pensare, non si tratta semplicemente
di un assenzio che non ha passato la
fase di colorazione. Se si vuole
ottenere un assenzio trasparente, la
preparazione prevederà un utilizzo di
erbe più ampio nel processo di
distillazione, conferendogli quel tocco
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di sapore in più che altrimenti non avrebbe. Rispetto al
verte, il suo aroma è più delicato e con leggeri sentori
floreali.
la bleue La Bleue
La produzione dei
nasce dopo la messa al
bando dell’assenzio, e quindi
clandestinamente. Appare
trasparente perché sotto
forma di liquido incolore era
più facile da
contrabbandare, e sebbene
considerato di qualità, non Blanche
possiede la stessa raffinatezza dei proprio perché
realizzato artigianalmente.
In sostanza, tutti gli assenzi presentano un denominatore
comune, e cioè un perfetto equilibrio di sapori: nessuno
prepondera sull’altro.
COME SI SERVE
L’unico e vero metodo di
preparazione, di cui abbiamo anche
Una fontana: i bicchieri, con 10
cucchiaino e zolletta, vengono
posizionati sotto i rubinetti, da cui Alcuni cucchiai d'argento appositi
l'acqua uscirà goccia per goccia per l'assenzio .
documentazioni storiche, è il
seguente: si parte versando nel
bicchiere la quantità di assenzio
desiderata, solitamente 3 cl. Si
posiziona, sopra il bicchiere, un
apposito cucchiaio forato, sulla
quale verrà posta una zolletta
di zucchero. L’acqua ghiacciata
verrà versata, il più lentamente
possibile, sopra la zolletta che,
sciogliendosi, andrà a
mescolarsi all’assenzio. L’acqua
verrà versata finché il distillato non completerà il “louche”,
ossia il raggiungimento di un aspetto torbido e lattiginoso.
Da lì, la quantità di acqua da aggiungere sarà soggettiva:
meno ne verrà versata, tanto più il sapore della bevanda
sarà forte e intenso. E’ importante che venga aggiunta
lentamente, per permettere ai vari aromi di manifestarsi
con equilibrio, prima all’olfatto e poi al palato.
Per agevolare questo procedimento, esiste uno strumento
fontana,
chiamato molto utilizzato anche nei locali d’epoca,
che permette un dosaggio più preciso dell’acqua,
versandolo goccia per goccia.
IL METODO FLAMBe’
Esiste un altro metodo, che per quanto scenografico possa apparire,
è totalmente sbagliato e non esistono testimonianze storiche sul
suo utilizzo nel periodo antecedente al bando. Dalla produzione di
assenzi scadenti, iniziata in Repubblica Ceca negli anni ‘90 dopo
che il distillatore Radomir Hill ne scoprì l’esistenza in Spagna, la
fama della bevanda venne circondata di un’atmosfera stravagante
flambé
per forzarne la vendita. Il metodo contribuì a dargli un’aria
di fascino e mistero, e oggi è reso celebre da film inattendibili quali
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Moulin Rouge Jack lo squartatore.
e Ma, come accennato, è un modo
errato di servire l’assenzio. Come suggerisce il nome, consiste
nell’incendiare la zolletta di zucchero o l’assenzio stesso: in ogni
caso, il calore altererà l’accurato equilibrio degli aromi della
bevanda, rovinandone il sapore. Il motivo è semplice: nel processo
di distillazione, la soluzione idroalcolica, in cui le erbe hanno
rilasciato i loro oli essenziali, viene riscaldata, in modo che i vapori
degli olii e dell’alcol vengano raccolti in un condensatore. La stessa
flambé,
cosa avviene nel metodo con la differenza che non
essendoci alcun condensatore, i vapori verranno dispersi nell’aria,
togliendo all’assenzio il suo sapore peculiare e lasciando, nel
bicchiere, un imbevibile miscuglio di acqua calda, residui di alcool e
gli olii essenziali più pesanti e meno gradevoli.
MITI SULL’ASSENZIO
Uno dei tanti miti legati all’assenzio è quello di possedere
le proprietà di una droga. Questo equivoco nacque
innanzitutto con le produzioni clandestine di assenzio nel
XIX secolo, che utilizzavano metodi ed ingredienti non
regolamentari, come il solfato di rame e il tricloruro di
antimonio, generando bevande altamente tossiche.
Poiché molto più economico, questa brutta copia
dell’assenzio veniva largamente consumata dalle classi più
povere. Quando assaliti dall’avvelenamento, questi si
recavano nei sanatori per curarsi, e poiché la quantità di
persone che si presentava con sintomi simili era numerosa