Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Giacomo Cerruti, soprannominato Il Pitocchetto, è un pittore radicato nella tradizione lombarda, noto per rappresentare soggetti pauperisti come lavandaie e mendicanti.
  • Trasferitosi a Venezia nel 1736, Cerruti ampliò il suo stile pittorico, aprendosi a influenze internazionali pur mantenendo il focus su personaggi umili.
  • La sua opera più celebre, "La lavandaia", dipinge la monotonia di una vita di fatica e rassegnazione, con toni cromatici smorti che riflettono la tristezza dell'esistenza.
  • Dettagli come le scarpe del ragazzo rimandano al tema dei "pitocchi", evidenziando l'interesse dell'artista per le condizioni dei reietti.
  • L'opera esprime essenzialità e introspezione, priva di polemiche, offrendo uno sguardo intimo sulla vita dei ceti più umili.

Indice

  1. Le origini di Giacomo Cerruti
  2. Il trasferimento a Venezia
  3. La lavandaia: un'opera emblematica
  4. Dettagli e simbolismo nella tela
  5. Essenzialità e stile dell'artista

Le origini di Giacomo Cerruti

Giacomo Cerruti è un pittore che affonda le sue radici nella tradizione lombarda. Forse di origini bergamasche, dai pochi documenti biografici esistenti, si deduce che, nato nel 1698, sia vissuto nella prima metà del XVIII secolo. Inizialmente era considerato appartenente al genere minore per i soggetti trattati, per cui non è sempre stato preso nella dovuta considerazione dai critici. Infatti, le sue opere rappresentano soggetti pauperisti come contadini, lavandaie, mendicanti, pellegrini, in genere disgraziati e reietti che all’epoca venivano chiamati “pitocchi” ed è per questo, fra l’altro che Cerruti è noto anche con il soprannome di Il Pitocchetto. Per questo aspetto egli si ricollega alla tradizione naturalista, diffusa da tempo nelle province della Lombardia orientale (Bergamo e Brescia, soprattutto).

Il trasferimento a Venezia

Nel 1736, egli si trasferì a Venezia, dove gli furono commissionati diverti quadri di nature morte o di personaggi umili. Tale soggiorno se da un lato gli permise di riflettere sulla pittura veneziana del tempo dall’altro gli offrì anche la possibilità di aprirsi verso un ambiente più internazionale e meno provinciale Il suo quadro più conosciuto è La lavandaia, un olio su tela, conservato a Brescia, nella pinacoteca Tosio-Martinengo.

La lavandaia: un'opera emblematica

La tela rappresenta la grigia monotonia di una vita fatta di fatica, unita alla rassegnazione, senza speranza, di appartenere ad una classe umile, il cui destino è segnato fin dalla nascita. Una giovane donna, che occupa la parte centrale della tela, sta lavando i panni ad una fontana pubblica.

Dettagli e simbolismo nella tela

Questi concetti sono espressi dai toni cromatici piuttosto dismessi, nonostante che la luce avvolga i due personaggi (la lavandaia e il ragazzo). All’infuori della gonna gialla e della camicia rossa, tutti gli altri colori sono smorti (marrone della terra, grigio della pietra) come smorta è l’esistenza della donna. Contro il grigio del lavatoio si staglia una pianta dall’aspetto sofferenze che invece di creare allegria contribuisce a rendere ancora più triste la scena. Alcuni dettagli come le scarpe del ragazzo, ci rimandano al tema dei “pitocchi” caro all’artista e sempre presente nelle sue tele. L’ombra toglie ogni lucentezza all’acqua. Inoltre, la donna è china in avanti per imprimere una maggiore forza al lavaggio dei panni. Il suo sguardo è momentaneamente rivolto verso lo spettatore e dagli occhi traspare tanta tristezza. In secondo piano, un giovane aiutante, forse il figlio, dal passo lento, porta sulle spalle un bastone su cui è stata sistemata la biancheria da stendere. Ha la testa piegata in avanti, segno di stanchezza e di rassegnazione; infagottato in abiti per lui troppo grandi, ai piedi porta scarpe non della sua taglia. Sul fondo, si intravede un muro ad arcate cieche con nicchie e arco con cancello aperto, attraverso il quale spettatore scorge un paesaggio naturale, ma non molto rigoglioso.

Essenzialità e stile dell'artista

Nell’opera, l’artista cerca l’essenzialità del tema trattato, senza polemiche o forzature.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le origini e la formazione artistica di Giacomo Cerruti?
  2. Giacomo Cerruti, nato nel 1698, affonda le sue radici nella tradizione lombarda, forse di origini bergamasche. È noto per rappresentare soggetti pauperisti e per il suo legame con la tradizione naturalista lombarda.

  3. Perché Giacomo Cerruti è conosciuto come "Il Pitocchetto"?
  4. Cerruti è soprannominato "Il Pitocchetto" perché le sue opere rappresentano soggetti poveri e reietti, chiamati "pitocchi", come contadini, lavandaie e mendicanti.

  5. Qual è il significato del quadro "La lavandaia" di Cerruti?
  6. "La lavandaia" rappresenta la monotonia e la rassegnazione di una vita di fatica, esprimendo la tristezza e la mancanza di speranza di appartenere a una classe umile, attraverso toni cromatici smorti e dettagli che richiamano il tema dei "pitocchi".

  7. Quali elementi del quadro "La lavandaia" sottolineano la condizione sociale dei personaggi?
  8. Elementi come i colori smorti, la pianta sofferente, le scarpe non della taglia giusta del ragazzo, e l'atteggiamento stanco e rassegnato dei personaggi sottolineano la loro condizione sociale umile e la fatica della loro esistenza.

Domande e risposte

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