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Concetti Chiave

  • Niki de Saint Phalle ha creato un giardino artistico ispirato dall'arte italiana, con l'intento di evocare serenità e amore per la natura, simile a una moderna fabbrica rinascimentale.
  • Il Giardino è un progetto collettivo che unisce diverse forme d'artigianato, come mosaico e ceramica, in un cantiere artistico dove l'artista è il direttore d'orchestra.
  • La costruzione del Giardino ha formato una comunità artistica, dove giovani locali lavoravano insieme a Niki de Saint Phalle, che fungeva da mentore, insegnando attraverso il lavoro pratico.
  • Importanti collaborazioni internazionali hanno arricchito il progetto, con artisti come Jean Tinguely che ha contribuito con strutture metalliche e assemblaggi meccanici.
  • Le statue principali del Giardino sono state create con una struttura d'acciaio e cemento, decorate con ceramiche colorate, e il progetto ha evoluto il suo stile nel corso del tempo, dilungandosi per quasi due decenni.

Indice

  1. L'ispirazione italiana di Niki
  2. L'arte collettiva di Niki
  3. La comunità artistica di Niki
  4. Il processo creativo nel giardino
  5. Collaborazioni artistiche nel giardino
  6. La costruzione del giardino
  7. Le statue principali del giardino
  8. La struttura delle statue
  9. Decorazione e cambiamenti di stile

L'ispirazione italiana di Niki

Come i grandi maestri del Seicento, Niki de Saint Phalle allestisce una vera e propria fabbrica entro cui prende forma il suo giardino. “L’Italia mi ha molto aiutata in questo cammino. Ho visitato le sue numerose città d’arte, le chiese ed i vari tesori artistici così unici e reperibili solo in questo paese: la Cappella Sistina, L’ultima cena di Leonardo da Vinci. Sono stata particolarmente colpita dalle chiese e dal pensiero delle migliaia di persone che si sono dedicate alla costruzione di questi grandiosi edifici che cantano la gloria di Dio. La mia visione è stata rinforzata da queste esperienze e mi sono dedicata, a mia volta, alla realizzazione di un giardino che ispiri, a questo mondo turbato, sentimenti artistici di serenità e di amore per la natura”.

L'arte collettiva di Niki

Non soltanto Niki riunisce l’opera del costruttore, che definisce le strutture, quella dello scultore, che modella le masse, e quella del pittore, che qualifica le superfici mediante il colore; ma fa confluire nell’opera molte specialità dell’artigianato: mosaico, ceramica, ferro battuto ecc. Ricostruisce così il tipo del cantiere in cui l’artista era il capo delle maestranze e non agiva come un progettista, ma come un direttore d’orchestra. È chiaro che questo modo di procedere esclude ogni raccordo con la tecnologia moderna, industriale; le sue architetture sono lontane dall’edilizia, non hanno finalità pratica, ma si inseriscono nella tematica sociale della progettazione urbanistica, sfuggendo però dall’inserirsi ed agire nella realtà storica attuale.

La comunità artistica di Niki

La vita di cantiere, che è il momento in cui il lungo processo della progettazione si compie ed in cui il fare architettonico diventa un'operazione collettiva, il dialogo continuo con gli artigiani, provocato da finalità comuni, hanno una rispondenza diretta nell'aspetto dell'opera che nasce proprio dall'incontro tra l'esperienza pratica dell'operaio e la volontà rivoluzionaria dell'architetto. Niki è l’artista che impartisce lezioni attraverso il lavoro pratico con la sua equipe: una specie di comunità artistica animata da un forte spirito solidaristico che de Saint Phalle ha fatto nascere con lo scopo di avere dei collaboratori fidati al suo fianco.

Il processo creativo nel giardino

La maggior parte dei suoi operai sono poco più che ventenni e scelti tra la gente del luogo: servono braccia forti per piegare il ferro e reggere alle fatiche del cantiere. Spesso le ceramiche sono plasmate direttamente sulle sculture, poi numerate, quindi tolte e portate al forno, cotte e invetriate, e poi rimesse al loro posto sulle sculture. Nel processo di cottura la ceramica si restringe di un 10%, lo spazio così lasciato tra una ceramica e l’altra era colmato con pezzi di specchi tagliati a mano, un lavoro quasi certosino e di grande precisione. È vero, non facevamo altro che concretare i piani dell’artista.

Certi lavori spettavano esclusivamente alla de Saint Phalle, la quale per dieci anni ha seguito le nostre attività con tanta attenzione; lei in pratica ci faceva da madre nella nostra crescita di artisti”, così ci racconta Tonino Urtis, di mestiere elettricista, uno dei ragazzi che insieme a Marco Iacotonio, Ugo e Claudio Celletti Niki ha scelto e istruito.

Collaborazioni artistiche nel giardino

Nel Giardino hanno lavorato non solo operai specializzati ma vari nomi famosi dell'arte contemporanea come Rico Weber, Sepp Imhof, Paul Wiedmer, Dok van Winsen, Pierre Marie ed Isabelle Le Jeune, Alan Davie, Marino Karella e soprattutto il marito Jean Tinguely, scomparso nel 1991, che ha creato le strutture metalliche delle enormi sculture e ne ha integrate alcune con le sue mécaniques, assemblaggi semoventi di elementi meccanici in ferro. “Quando Tinguely arrivò, il team impaziente lo accolse come il grande e ammirato padre assente; le sue conoscenze e la sua voglia di fare avevano un effetto contagioso, carisma e temperamento di lui erano come stimolatori per gli altri…”.

Il padiglione di ingresso - uno spesso muro di recinzione in mattoncini di tufo con una sola grande apertura circolare al centro, pensato come una soglia che divida nettamente la favola del Giardino dalla realtà dell’esterno, filtro, luogo di transito, per la decantazione e la purificazione del visitatore dalle inquietudini quotidiane, è disegnato dall'architetto ticinese Mario Botta.

La costruzione del giardino

La costruzione del giardino, così come ci racconta Marella Carracciolo Chia, che all’inizio dell’impresa era un’adolescente, è stata un’interminabile festa pagana che troverà compimento solo nell'estate del 1996. I lavori affrontano per prima cosa le figure più grandi e complesse da realizzare. Nel 1979, sul colle di Garavicchio è presente solo una piccola squadra formata da Niki de Saint Phalle, Jean Tinguely e i loro collaboratori personali più fidati, Rico Weber e Seppi Imhof, che avevano già lavorato a fianco della coppia artistica.

Le statue principali del giardino

La presenza di Tinguely durante questo periodo è fondamentale per riprodurre le grandi statue sulla base dei semplici modelli preparati da Niki de Saint Phalle. Le statue dell’Imperatrice, del Mago, della Papessa, del Sole e dell’Imperatore, prime ad avere preso forma, sono quelle alla cui realizzazione Tinguely ha maggiormente contribuito, ma le sculture più grandi sono state iniziate nei primi cinque anni di attività, in concomitanza con la presenza dell’artista svizzero nel cantiere e in breve tempo sono realizzate anche la Torre, il Papa e la Forza.

La struttura delle statue

Lo scheletro di sostegno di queste grandi strutture è un’armatura d’acciaio, piegata a forza di braccia, su cui, una volta saldata, viene fissata una rete metallica per fare da supporto al cemento gettato a spruzzo. La superficie è dapprima rifinita dai collaboratori, in seguito Niki de Saint Phalle delinea i motivi direttamente sul cemento e li suddivide in aree che, nella successiva fase, vengono ricoperte con piastrelle di ceramica, cotta direttamente sul posto e decorata in varie fogge, colori e dimensioni.

Decorazione e cambiamenti di stile

La decorazione delle statue, nell’idea iniziale, doveva seguire lo stile delle precedenti opere di Niki de Saint Phalle, come la Hon o il Golem, realizzati con la stessa struttura interna ma ricoperti di poliestere, ma nel Giardino solo le opere più piccole seguono questo procedimento. Per le altre, l’artista ha cambiato idea in corso d’opera, portando al dilungarsi dei lavori per quasi due decenni.

Le statue più piccole, le carte della Temperanza, il Mondo, l’Innamorato, l’Eremita, l’Oracolo, la Morte, l’Appeso, sono state progettate e realizzate dalla scultrice nel suo studio in Francia, con l’aiuto di Marcelo Zitelli, suo ultimo assistente, poi portate al Giardino; allo stesso modo anche i lavori di Jean Tinguely hanno preso il loro posto una volta ultimati in studio.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata l'ispirazione di Niki de Saint Phalle per la creazione del Giardino?
  2. Niki de Saint Phalle è stata ispirata dalle città d'arte italiane e dalle chiese, che l'hanno portata a creare un giardino che ispiri serenità e amore per la natura.

  3. Come è stata realizzata la costruzione del Giardino?
  4. La costruzione del Giardino è stata un lavoro collettivo che ha coinvolto diverse specialità artigianali come mosaico, ceramica e ferro battuto, con Niki de Saint Phalle che ha agito come direttore d'orchestra.

  5. Qual era il ruolo di Niki de Saint Phalle nel cantiere?
  6. Niki de Saint Phalle ha guidato il cantiere come un mentore, creando una comunità artistica e impartendo lezioni pratiche ai giovani artisti coinvolti nel progetto.

  7. Chi ha collaborato con Niki de Saint Phalle nel progetto del Giardino?
  8. Oltre agli operai locali, il progetto ha visto la collaborazione di artisti internazionali come Jean Tinguely, Rico Weber, Sepp Imhof e altri, che hanno contribuito con le loro competenze artistiche.

  9. Quali sono stati alcuni dei dettagli tecnici nella costruzione delle statue del Giardino?
  10. Le statue sono state costruite con un'armatura d'acciaio e una rete metallica per supportare il cemento, successivamente decorate con piastrelle di ceramica cotte e decorate sul posto.

Domande e risposte