Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • L'arte povera è un movimento artistico europeo, principalmente italiano, che utilizza materiali semplici come stoffa, gesso e legno, promuovendo una negazione delle forme tradizionali.
  • Il movimento ha avuto origine nel 1967 e si è sviluppato in città italiane come Torino e Roma, con artisti chiave quali Mario Merz e Gianni Kounellis.
  • L'arte povera si contrappone a correnti come la Pop Art, cercando di distaccare l'opera d'arte dalla cultura dei beni di consumo attraverso l'uso di materiali effimeri.
  • Le opere di arte povera spesso combinano materiali naturali e tecnologici, creando tensioni tra elementi apparentemente non correlati, come nei lavori di Merz e Anselmo.
  • La tecnologia nell'arte povera serve come mezzo di comunicazione che trascende l'oggetto artistico, utilizzando tecniche come circuiti televisivi e nastri magnetici, come dimostrato alla Biennale di Bologna.

Indice

  1. Origini dell'arte povera
  2. Centri e protagonisti
  3. Obiettivi e influenze
  4. Materiali e tecniche
  5. Innovazione e tecnologia

Origini dell'arte povera

Mentre la maggior parte delle correnti artistiche dell’età contemporanea nascono negli Stati Uniti, “l’arte povera” è, invece, prevalentemente europea e soprattutto italiana. Si chiama così perché essa utilizza materiali poveri, come brandelli di stoffa, gesso, paglia, pezzi di legno per raggiungere la negazione della forma che nonostante tante polemiche, è pur sempre presente in tutte le opere frutto dell’avanguardia. Poiché gli aderenti a questa corrente negano il termine “arte” come inteso tradizionalmente, ad essi non si adatta più la qualifica di “artista”, bensì quello di “operatore artistico”. Con questo termine vanno indicati anche tutti coloro che utilizzano altri mezzi espressivi come il film.

Centri e protagonisti

Gli inizi dell'arte povera risalgono al 1967; la comparsa di questo movimento in Italia corrisponde ad un più ampio fenomeno internazionale, che si manifesta in esperienze come quelle della Land Art, dell'"Antiform" o dell'Arte Concettuale. In Italia, questa ricerca ha avuto come centri principali Torino, con artisti come Mario Merz, Giovanni Anselmo, Luciano Fabro, Gilberto Zorio, Alighiero Boetti, e Roma, dove, ad esempio, lavorano Pino Pascali e Gianni Kounellis. La definizione teorica del movimento si fa via via più chiara grazie agli articoli di alcuni critici e soprattutto grazie agli scritti di Germano Celant, difensore del movimento. Ma la ricerca dell'Arte povera fu divulgata soprattutto da una serie di mostre, che furono altrettanti chiarimenti di una tendenza difficilmente classificabile: la III Biennale di Bologna del 1970, Arte povera, Arte concettuale, Land Art alla G.A.M. di Torino dello stesso anno.

Obiettivi

Obiettivi e influenze

L’arte povera intende andare ben oltre l'arte degli anni '60, andare oltre la Pop-art e l'Op'Art in particolare, e relazionarsi con alcune componenti culturali degli anni precedenti, e più precisamente con le tendenze neo-dadaiste, e il lavoro di Alberto Burri e di Piero Manzoni in Italia.

Rispetto al quadro-oggetto dell'Op ‘Art, ovvero all'utilizzo di modalità pubblicitarie Pop, il rifiuto dell'opera d'arte come “prodotto” porta al tentativo di allontanare la creazione artistica dalla cultura. La via per togliere l'opera dalla categoria dei beni di consumo va cercata nella realizzazione di opere di durata effimera o legate a materiali difficilmente “recuperabili”. L'elementarità di alcuni materiali, scelti proprio per la loro "povertà" e l'attività artigianale esercitata dall'artista nella realizzazione delle sue "composizioni", sono una delle soluzioni alle esigenze fondamentali dell'Arte Povera.

Materiali e tecniche

È da qui che nascono composizioni come i "Trucioli", di Mario Merz, una realizzazione che unisce paglia, assemblata in un fascio, in cui è piantata una luce al neon che diffonde luce blu; questa disposizione materializza la tensione e il fragile equilibrio tra il naturale e l'artificiale. Inoltre, l’associazione di materiali e oggetti naturali e/o insignificanti derivanti da una tecnologia come l'elettricità provoca l'incontro tra elementi non correlati o talvolta contraddittorio.

Abbiamo anche l'uso di materiali che si modificano o si trasformano spontaneamente, senza intervento dell'artista, per le loro qualità fisiche o chimiche intrinseche: il calore sviluppato dai tubi al neon inseriti nella cera o nelle materie plastiche, o la spugna che muta al variare dell'atmosfera, come con Giovanni Anselmo, o il solfato di rame e l'acido cloridrico con Gilberto Zorio.

Innovazione e tecnologia

Con altri artisti, il carattere irrecuperabile dell'opera e la scelta della sua collocazione al di fuori dei canoni tradizionali (anche dal punto di vista del suo rapporto con il luogo privilegiato che è il museo o la galleria) si ottengono attraverso una reinterpretazione del prodotto artistico come gioco libero o come pura assurdità, derivato direttamente dal dadaismo (in Pasquali, serie dei Canoni, 1965), o anche nella proposta di un'arte come concetto o puro progetto, al di là dell'oggetto artistico tradizionalmente disegnato. Questi progetti possono nascere in uno spazio naturale (nel paesaggio, come ha fatto in particolare la Land Art), ma anche, e soprattutto, utilizzando la tecnologia più avanzata (= l'elettronica), che serve come mezzo di comunicazione in grado di andare oltre l'oggetto stesso, con uso di nastri magnetici registrati, o circuiti televisivi. L'esperimento è stato tentato alla Biennale di Bologna, dove, attraverso un canale televisivo a circuito chiuso installato al centro della mostra, gli artisti potevano intervenire direttamente per presentare le loro opere. Questa è stata definita "tecnologia informale".

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine del movimento dell'arte povera?
  2. Il movimento dell'arte povera ha origini prevalentemente europee e soprattutto italiane, utilizzando materiali poveri come brandelli di stoffa, gesso, paglia e pezzi di legno.

  3. Chi sono alcuni artisti italiani associati all'arte povera?
  4. Alcuni artisti italiani associati all'arte povera sono Mario Merz, Giovanni Anselmo, Luciano Fabro, Gilberto Zorio, Alighiero Boetti, Pino Pascali e Gianni Kounellis.

  5. Quali sono gli obiettivi dell'arte povera?
  6. Gli obiettivi dell'arte povera sono andare oltre l'arte degli anni '60, relazionarsi con tendenze culturali precedenti come il neo-dadaismo e il lavoro di Alberto Burri e Piero Manzoni, e allontanare l'opera d'arte dalla cultura dei beni di consumo.

  7. Come vengono esemplificate le idee dell'arte povera?
  8. Le idee dell'arte povera vengono esemplificate attraverso l'uso di materiali poveri, l'uso di materiali che si modificano spontaneamente, e la reinterpretazione del prodotto artistico come gioco libero o come pura assurdità.

  9. Come viene utilizzata la tecnologia nell'arte povera?
  10. Nell'arte povera, la tecnologia viene utilizzata come mezzo di comunicazione in grado di andare oltre l'oggetto stesso, con l'uso di nastri magnetici registrati o circuiti televisivi. Questo è stato definito "tecnologia informale".

Domande e risposte