Concetti Chiave
- L'Autoritratto di Giorgio De Chirico del 1920 promuove un ritorno alla tradizione e alle tecniche classiche, in contrasto con le Avanguardie.
- Il dipinto è considerato un manifesto della poetica di De Chirico, ispirato ai canoni rinascimentali.
- Presenta una natura morta di agrumi su un davanzale, alla maniera di Bellini e della scuola veneta, con la firma dell'artista.
- I due autoritratti a mezzo busto mostrano De Chirico in una posa malinconica e un busto di marmo che guarda verso il futuro.
- Elementi architettonici e un cielo verde con nubi bianche evocano i dipinti metafisici precedenti dell'artista.
Indice
De Chirico e la sua immagine
Fra i pittori italiani del Novecento De Chirico è sicuramente tra quelli che hanno maggiormente diffuso la propria immagine, realizzando una nutritissima serie di autoritratti. Oltre a rappresentare un'occasione per fare di sé un personaggio, essi hanno costituito per il pittore un veicolo per definire la propria concezione pittorica.
Il manifesto della poetica di De Chirico
In Autoritratto, dipinto nel 1920, il pittore andava proponendo un ritorno alla tradizione, alle regole classiche del disegnare e del dipingere, alla perizia tecnica. Tale posizione intendeva contrapporsi fortemente agli sperimentalismi delle Avanguardie, accusate di aver prodotto una degenerazione nell'arte europea. Proprio questo dipinto può essere considerato il manifesto di tale poetica, essendo realizzato seguendo canoni rinascimentali.
Elementi simbolici e metafisici
In primo piano è posto un davanzale, dipinto alla maniera di Bellini e degli artisti di scuola veneta, con tanto di firma dell'artista e natura morta di agrumi, introduce lo spettatore al cospetto dei due autoritratti a mezzo busto dell'artista: a destra, il pittore nell'abituale posa del "malinconico", con il volto appoggiato alla mano, iconografia che dalla cultura tedesca, del resto nota a de Chirico, si era diffusa tra gli artisti italiani del Rinascimento; a sinistra, il suo busto di marmo che, posto di profilo, rivolge dal passato lo sguardo verso il futuro, cioè vero il ritratto vero e proprio. A chiudere la composizione, oltre la tenda e il pilastro che simbolicamente separa i due volti, si scorgono costruzioni architettoniche, sotto un cielo verde striato da nubi bianche, rimando ai dipinti metafisici degli anni precedenti.