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Rivoluzione Industriale
Esposizioni Universali (EXPO)
Palazzo di Cristallo
Palais de l'Industrie
Bibliotheque Nationale
Tour Eiffel
Galleria Vittorio Emanuele II
Alessandro Antonelli - Cupola di San Gaudenzio e Mole torinese
Viollet - le - duc - Cattedrale di Notre Dame de Paris
John Ruskin - leggi pratiche dell'architettura
Gothic Revival - Strawberry Hill, Schinkel (Duomo sull'acqua), Duomo di Colonia
ecco un'anticipazione del riassunto con cui potrete sicuramente studiare in maniera semplice, veloce e sicura per prendere un ottimo voto come ho fatto io:
La Rivoluzione industriale comportò una serie di conseguenze anche sul piano dell’architettura e dell’urbanistica. Materiali come il ferro, l’acciaio e il vetro, che poterono essere largamente impiegati nelle costruzioni determinavano vistosi cambiamenti per quanto riguarda le modalità del costruire e la tipologia degli edifici.
Le grandi Esposizioni Universali di quegli anni, favorirono la costruzione di ponti, strade ferrate, stazioni, per cui si determinò una crisi della tradizionale figura dell’architetto. Accanto a lui si faceva strada una nuova figura professionale: quella dell’ingegnere.
In questo ambito un ruolo di precursore appartiene al progettista Joseph Paxton che nel 1851 costruì a Londra quello che venne subito definito il Palazzo di Cristallo, costituito esclusivamente da elementi prefabbricati di ferro e di vetro, per l’Esposizione Universale di quell’anno.
degli architetti novatori, condividendone gli obiettivi arditi e il desiderio di
superare i limiti, ma sulla base dell’impiego dei materiali tradizionali.
Non si allontanò dalle tecniche costruttive del passato, ostinandosi piuttosto a
dimostrare dove fosse possibile arrivare anche senza ricorrere al ferro e al
vetro. Così realizzò la cupola di San Gaudenzio a Novara (121 metri di
altezza).
Su simili prospettive si pone anche l’altra grande realizzazione di Antonelli: la
Mole torinese, iniziata nel 1863 e completata nel 1888. Formata da un
massiccio piedistallo, si innalza una volta a padiglioni a sesto acuto
sormontata da una sottile guglia che raggiunge i 167 metri dal suolo.
Nell’opera di questa personalità così complessa si riassumono alcuni
problemi della cultura italiana del tempo, in particolare l’incertezza tra
l’adesione alla tradizione e la condivisione del nuovo.
• Il restauro che consacrò la fama di Viollet-le-Duc fu quello della Cattedrale
di Notre Dame di Parigi (1845-64), abbandonata dopo la Rivoluzione. La
struttura versava in uno stato di totale abbandono ed era stata oggetto di atti
vandalici, tanto che si fece largo l’ipotesi di un suo probabile abbattimento.
Viollet ripristinò sia la struttura che il ricco apparato scultoreo: nei tre portali
della facciata, molte figure sono in realtà frutto di rifacimenti in stile. Inoltre,
egli fece innalzare la guglia posta all’incrocio fra la navata principale ed il
transetto. Realizzata in ghisa, la struttura reca alla base dodici figure di
apostoli e, secondo la tradizione, uno di essi riproduce le fattezze
dell’architetto.
La sua teoria di intervento si basava sul cosiddetto “restauro di ripristino” o
“restauro in stile”. Partendo da una attenta analisi dell’opera, egli cercava di
definirne l’esatto stile originario. Pertanto, il suo obiettivo era riportare indietro
le lancette del tempo e risalire all’idea progettuale.
• In quegli anni anche un altro architetto ribaltò completamente la visione
dell’architettura: John Ruskin. Il suo fu un comportamento estremamente
rispettoso nei confronti del bene archeologico, il quale a suo parere doveva
essere lasciato intatto nel tempo. La bellezza di un rudere in un bosco,
completamente immerso nella natura è tipica dell’ideale romantico, facendolo
così associare al precursore del restauro conservativo, in particolare venne
soprannominato ” restauro romantico”. In questo caso gli edifici non
dovevano godere di altro che non fosse una semplice manutenzione e,
quando sarebbe arrivato il loro momento, dovevano avere la possibilità di
morire.
Il suo messaggio non fu colto dai contemporanei, ma le sue parole, non
caddero nel vuoto e furono raccolte qualche anno dopo dalla successiva
generazione di architetti. Il restauro moderno ha fatto delle sue idee le basi
per i più attuali dibattiti e ancora oggi i movimenti più attuali hanno nei loro
dogmi indiscutibili l’importanza e il rispetto verso l’opera artistica.
Così egli pubblicò tutte le leggi pratiche che sono l’espressione della vita
morale anche in architettura:
1. LAMPADA DEL SACRIFICIO: la dedizione, la volontà di fare una cosa
bene per la cosa in sè;
2. LAMPADA DELLA VERITA’: accogliere la difficoltà, la resistenza,
l’ambiguità;
3. LAMPADA DEL POTERE: potere temperato non solo cieca volontà;
4. LAMPADA DELLA BELLEZZA: bellezza del particolare più che in generale;
5. LAMPADA DELLA VITA: vita uguale lotta , energia;
6. LAMPADA DELLA MEMORIA: la guida fornita dalle epoche precedenti;
7. LAMPADA DELL’OBBEDIENZA: nei confronti dell’esempio proposto dalla
pratica di un maestro, più che dalle sue opere.
Con il termine "Gothic Revival" si vuole denominare quel movimento
•
artistico - letterario che prese piede verso la metà del XIX secolo in Europa.
L'obiettivo di questa tendenza è quello di richiamare alla memoria un’epoca:
quella del gotico medievale. Non si tratta semplicemente di una
ricostruzione fedele dell'architettura di quel periodo, ma di una
interpretazione eclettica concentrata soprattutto al concetto di
ornamentazione degli edifici per ricreare quell'atmosfera magica ed intricante
che è propria del mondo medievale.
- Strawberry Hill ha tutte le caratteristiche tipiche di un castello
medievale inglese, ma è molto più recente di quanto possa sembrare.
La sua struttura attuale risale alla metà del XVIII secolo, periodo che
vide il grande ritorno del Gotico nell’architettura europea. La villa fu
gradualmente trasformata in un castello degno di un revival gotico. Il
castello replicava la struttura dei castelli del passato, con i servizi