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Introduzione
Il matrimonio e la famiglia stanno attraversando un periodo di crisi, per questo ho ritenuto interessante approfondire l'argomento.
Spesso sentiamo parlare di 'crisi della famiglia italiana', e magari molti di noi si chiedono il perché. Ecco io, data l'opportunità, ho deciso di ricostruire il percorso che queste istituzioni hanno fatto. Vista la vastità dell'argomento, ho analizzato i cambiamenti che ci sono stati e le loro possibili cause a partire dall'Ottocento fino ad arrivare ad oggi, notando un particolare punto di svolta negli anni Settanta del Novecento; anni di riforme e referendum, mi riferisco alle leggi sul divorzio e sull'aborto, e alla riforma del diritto di famiglia.
Per riuscire a rappresentare -e in un certo senso a dimostrare- in modo migliore quello di cui parlo, ho deciso di riportare degli esempi letterari e artistici.
Infatti, potrete trovare due testi letterari: I Malavoglia di Verga e Eveline di Joyce, che rispettivamente rappresentano la famiglia patriarcale nell'Ottocento e una situazione familiare senza dubbio particolare e complicata nel Novecento.
Non sarei stata contenta se non avessi parlato per immagini, per questo ho deciso di ricercare due rappresentazioni della famiglia all'inizio e alla fine del mio percorso storico. La prima si tratta di un ritratto di una famiglia patriarcale, La famiglia dei Malatesta (1833); la seconda è una fotografia di un nucleo familiare ristretto (con tanto di animali domestici), Bogart, Lauren Becall and son, Stephen (1860).
L'evoluzione della
famiglia e del matrimonio
XIX XX
nel e nel
secolo • Introduzione •
Il matrimonio e la famiglia stanno attraversando un periodo di crisi, per
questo ho ritenuto interessante approfondire l'argomento.
Spesso sentiamo parlare di 'crisi della famiglia italiana', e magari molti di
noi si chiedono il perché. Ecco io, data l'opportunità, ho deciso di
ricostruire il percorso che queste istituzioni hanno fatto. Vista la vastità
dell'argomento, ho analizzato i cambiamenti che ci sono stati e le loro
possibili cause a partire dall'Ottocento fino ad arrivare ad oggi, notando
un particolare punto di svolta negli anni Settanta del Novecento; anni di
riforme e referendum, mi riferisco alle leggi sul divorzio e sull'aborto, e
alla riforma del diritto di famiglia.
Per riuscire a rappresentare -e in un certo senso a dimostrare- in modo
migliore quello di cui parlo, ho deciso di riportare degli esempi letterari e
artistici. I Malavoglia Eveline
Infatti, potrete trovare due testi letterari: di Verga e
di Joyce, che rispettivamente rappresentano la famiglia patriarcale
nell'Ottocento e una situazione familiare senza dubbio particolare e
complicata nel Novecento.
Non sarei stata contenta se non avessi parlato per immagini, per questo
ho deciso di ricercare due rappresentazioni della famiglia all'inizio e alla
fine del mio percorso storico. La prima si tratta di un ritratto di una
La famiglia dei Malatesta (1833);
famiglia patriarcale, la seconda è una
fotografia di un nucleo familiare ristretto (con tanto di animali domestici),
Bogart., Lauren Becall, and son, Stephen (1860).
Famiglia e matrimonio: il loro
sviluppo...
Molti sono gli avvenimenti che hanno contribuito al cambiamento del
matrimonio e della famiglia nel tempo, in particolare dall'Ottocento ad
oggi. All'inizio di questo secolo il modello di famiglia diffuso era di
stampo patriarcale. La famiglia era formata dall'insieme di più
generazioni. Questo tipo di famiglia era caratterizzato da un numero
elevato di figli, soggetti alle decisioni dei genitori, e in particolar modo
padre padrone,
alle scelte del padre, che rivestiva il ruolo del del
decisione.
capofamiglia, al quale spettava ogni Questa era la figura
dominante, in linea con la figura della donna avente il ruolo di casalinga,
emancipata dalla società e sottomessa alle decisioni giuridiche,
economiche e civili del marito.
L'inferiorità femminile era conseguenza del comune pensiero che la
donna fosse soggetta a debolezze fisiche e a una forte emotività che
portava al venir meno delle
capacità logica e razionale.
Le variazioni nella società hanno
portato al cambiamento delle
strutture familiari e degli stili di
vita.
Le prime cause dei cambiamenti si
possono far risalire all’epoca della
Rivoluzione francese (1789), i cui
principi e ideali fondamentali erano
quelli della libertà, dell'uguaglianza
e della fraternità.
Il 14 luglio del 1789 fu assegnato
ad un Consiglio di 5 membri il
compito di stilare una
Dichiarazione dei diritti dell’uomo
e del cittadino, da inserire nella
futura Costituzione nell’ottica della creazione di una monarchia
costituzionale. Da quel momento il termine “suddito” è stato sostituito
con il termine “cittadino”, la modifica formale ha prodotto cambiamenti
sostanziali: gli uomini, ormai cittadini, erano chiamati a far valere i propri
diritti; tra questi cittadini vi erano anche le donne, che iniziavano a
prendere coscienza della propria posizione nella società e reclamavano
l’uguaglianza dei diritti tra uomo e donna. La coscienza di una questione
femminile cominciò a nascere proprio durante le Rivoluzione francese,
quando si organizzarono per la prima volta gruppi di
donne che chiedevano l'emancipazione e
l'elevazione giuridica e politica del loro sesso.
Il Codice di Napoleone (1804), che accoglieva le
idee di eguaglianza davanti alla legge, ampliò la
sfera dei diritti delle donne: venne concesso loro di
esercitare autonomamente attività commerciali e fu
abolita la disparità di trattamento nella divisione per
eredità del patrimonio familiare. Tuttavia soltanto dalla metà
dell'Ottocento l'azione per la piena eguaglianza delle donne rispetto agli
uomini acquistò un carattere organizzato e di massa, il femminismo.
La questione femminile comprendeva anche la lotta per il diritto di voto,
che fu ottenuto dalle “suffragette” inglesi nel 1918, in Germania nel
1919, mentre in Francia e in Italia alla fine della Seconda Guerra
Mondiale.
E' proprio con l'industrializzazione che la struttura familiare cambia. Le
famiglie patriarcali, tipiche di società essenzialmente rurali, vengono via
via sostituite da famiglie nucleari, composte solamente da genitori e figli
che convivono fino al momento del matrimonio.
Con la Seconda Rivoluzione industriale, le donne trovano posto all'interno
delle fabbriche, durante la Grande Guerra, aumentò il lavoro femminile
nelle fabbriche poiché era necessario un aumento della produzione
industriale.
Negli anni cambia non solo il rapporto genitori figli, in quanto i primi si
rendono disponibili ad educare in modo meno autoritario, ma cambia
padre
anche l'importanza del padre, che non incarna più il ruolo del
padrone, ma, anzi, vede venir meno la sua importanza.
Tuttavia fino agli anni '50 del Novecento ha continuato ad esistere una
famiglia di tipo tradizionale, fedele ai valori della morale cattolica,
fondata sull'indissolubilità del matrimonio visto come unione valida per
tutta la vita, sulla divisione dei ruoli tra i coniugi, sulla procreazione di
numerosi figli e sulla loro importanza all'interno
del nucleo familiare.
Dagli anni '60 si verifica, invece, una crescente
disaffezione verso il matrimonio, favorita dal
processo di liberazione della sfera sessuale, specie
per quanto riguarda i rapporti prima del
matrimonio. Sono questi gli anni in cui il
sentimento femminile si rianima, prendendo forma
nel movimento del neo-femminismo. Le donne non
lottano più per il diritto di voto ma per uno
sviluppo sociale, contro il pensiero maschilista che
vede come unico ruolo della donna quello di
moglie e madre. I movimenti femminili otterranno
infatti la legalizzazione dell'aborto, la riforma del
diritto di famiglia
e il divorzio.
Sia la legge sul divorzio del 1970
confermata dal referendum del 1974,
sia la riforma del diritto di famiglia, così
come la depenalizzazione dell'aborto
nel 1978 sono stati passi importanti per
la società. Sono questi gli anni
fondamentali per il matrimonio e la
famiglia, anni di svolte, di cambiamenti,
che sicuramente sono il frutto del
precedente sviluppo e della questione femminile ma che sono radicali e
che mettono in evidenza il distacco tra vecchio e nuovo, tra antico e
moderno. Sono importanti non solo perché segnano delle tappe
importanti, ma anche perché segnano un cambio di mentalità, di valori.
Nascono anche le nuove famiglie tra cui le coppie non unite davanti alla
famiglie di fatto.
Chiesa o all'autorità civile, chiamate
Lo sviluppo della medicina e dell'igiene, la diffusione di metodi
contraccettivi e l'aumento del costo della vita hanno favorito la
formazione di nuclei familiari ristretti, con un massimo di 2 figli. Sono
frequenti inoltre i casi di genitori divorziati, figli che vivono con un solo
genitore e che sono costretti a spostamenti di abitazione soventi per
poter vivere con entrambi i genitori.
Le donne dopo tante lotte sono riuscite ad ottenere con la riforma del
diritto di famiglia la parità tra i coniugi, che elimina definitivamente la
supremazia del maschio come capofamiglia, responsabile anche del
comportamento e dell'attività della moglie.
Il matrimonio...
Due punti di vista: Hegel e
Kiekregaard
Famiglia e matrimonio, senza dimenticare l'eros e
l'amore che a queste realtà sono strettamente
connessi, sono entrati molte volte nella riflessione
filosofica tra Ottocento e Novecento.
Hegel tratta l'argomento dell'amore più volte nello
sviluppo del suo pensiero, in connessione con due
differenti aspetti: l'amore come espressione della
sessualità, cioè della vita nella sua dimensione
biologica (comune all'uomo e al mondo animale); l'amore come evento
sia biologico che spirituale nel suo legame con altre sfere dello spirito, in
particolare il diritto e l'eticità (matrimonio e amore).
Il tema è importante e sfaccettato: l'amore lega la sfera del corpo e
quella dello spirito e lo fa nella dimensione della vita, che deve essere
una soltanto, se la radice cosmica è nell'unità dello Spirito. Desiderio
sessuale, innamoramento, matrimonio, diritto, non possono essere che
espressioni diverse di un unico fenomeno che, appartenendo alla vita
dello Spirito, non può non essere spirituale nella sua più intima natura,
qualcosa di cui la ragione può decifrare il senso.
Lineamenti di filosofia del diritto
Hegel nell'opera del 1821 affronta il
tema del matrimonio, e vede nell'unione coniugale un'espressione
morale dell'amore e della reciproca fiducia, nella quale è inclusa anche la
sessualità. Diritto
Spirito Oggettivo Moralità il
matrimonio famiglia il
patrimonio
l'educazione dei figli Eticità società civile
Stato
Per Hegel il punto di partenza “soggettivo” del matrimonio è
accidentale, questo può essere il frutto sia dell'inclinazione naturale nata
tra due persone, sia di accordi presi tra genitori. Questo aspetto per il
pensiero hegeliano è di minore importanza rispetto al punto di partenza
“oggettivo”, che consiste nel libero consenso che gli sposi manifestano a
diventare realtà unica e indivisibile. Il divenire una realtà unica comporta
il venir meno della propria individualità, della propria personalità naturale
e singolare. Uscire da se stessi è una condizione necessaria affinché
possa esistere una conoscenza profonda in modo da prendere atto delle
proprie potenzialità. Uscire da se stessi è dunque liberare se stessi, ma
ciò non significa negare la differenza tra i sessi. Anzi, proprio questa
distinzione fa della famiglia un mondo perfettamente compiuto. L'uomo
trova la percezione della propria unicità nella famiglia, della quale la
donna è fondamento, nonché ricettacolo del sentimento, infatti è a lei
che vengono attribuiti i ruoli di moglie e madre.
La consapevolezza dell'unità come di un fine sostanziale che caratterizza
il matrimonio è l'aspetto etico di questo che consiste nell'amore, nella
fiducia e nella comunione dell'intera esistenza individuale.
Hegel valuta, inoltre, diversi casi in cui il matrimonio può considerarsi
non realizzato. Il matrimonio non deve essere valutato come un
contratto, poiché esso consiste nel suo superamento. L'unione
matrimoniale deve andare al di la dell'aspetto contrattuale; con un
contratto due parti contraenti tutelano se stesse e il loro interesse
mantenendo la propria individualità. Il matrimonio, invece, consiste
nell'unità delle due persone e nella rinuncia di queste al proprio essere
individuale e particolare. Per questo è sbagliato considerare il matrimonio
un contratto.
Inoltre, il vincolo spirituale che costituisce la sostanza etica del
matrimonio, ovvero la consapevolezza dell'unità come fine sostanziale,
non va inteso come rapporto tra anime perché acquisterebbe la forma di
un sentimento di unione.
Stare insieme, avere interessi comuni, mettere al mondo dei figli, non è
sufficiente per stabilire un vincolo etico, per questo sono necessari
amore, fiducia e comunione di tutta un'esistenza. Se si crea un vincolo
etico, allora la famiglia diviene non solo una comunità naturale ma anche
una comunità etica, dove l'unità è effettiva, cosciente e voluta. La
famiglia è più importante, per Hegel, rispetto ai suoi componenti, per
questo il matrimonio richiede delle testimonianze di un avvenimento
solenne e viene collocato nella sfera religiosa come ratifica della sua
sacralità.
Un' altra riflessione sul matrimonio è quella di Kierkegaard, che è
costruita sulla contrapposizione tra vita estetica e vita etica, ma
mantiene nel matrimonio come fondamentale un preciso ruolo per
l'amore. Lo mantiene però nella sua connessione con il dovere e con la
serietà dell'etica della responsabilità.
Kierkegaard presenta l'alternativa tra vita estetica e vita etica in una