Concetti Chiave
- I monasteri medievali erano centri autosufficienti, situati in luoghi remoti, e fungevano da custodi della cultura, conservando e copiando manoscritti rari.
- Nei monasteri, lo scriptorium era dedicato alla preparazione e copia di testi su pergamena, dove si utilizzavano tecniche specifiche per la scrittura e la decorazione.
- Le miniature, spesso in rosso e oro, erano elaborate illustrazioni che decoravano le iniziali dei capitoli, realizzate da monaci esperti.
- L'architettura cistercense, promossa da San Bernardo, semplificò lo stile gotico per riflettere la povertà e il rigore della vita monastica.
- I complessi cistercensi erano progettati in modo funzionale, con elementi architettonici come arcate a sesto acuto e pilastri massicci per esprimere solidità e fede.
Il ruolo dei monasteri nel Medioevo
Collocati fuori dalle mura urbane, in luoghi remoti, lontano dalle vie principali, i monasteri svolsero un ruolo fondamentale per tutta la durata del Medioevo. Erano centri autosufficienti, che disponevano di terre e di beni propri, come magazzini, mulini, biblioteche.
La vita nei monasteri
Nelle biblioteche, in silenzio, al riparo dal mondo esterno, si custodivano e si copiavano con pazienza rari manoscritti. Nello scriptorium, il locale attrezzato per questo lavoro, i monaci preparavano i fogli di pergamena (ricavata dalle pelli di animali), rifilandone i bordi e tracciando le righe lungo le quali il copista avrebbe ricopiato il testo. Per scrivere si usava una penna d’oca, la cui punta veniva tagliata in modi diversi a seconda della grafia che si voleva ottenere. L’inchiostro era prodotto con polvere di carbone sciolta nell’acqua. I monaci esperti, i miniaturisti, realizzavano le miniature, cioè le immagini che decoravano le lettere iniziali dei capitoli. Le miniature, così chiamate perché originariamente di colore rosso (minium, in latino), erano vere e proprie illustrazioni, a volte dipinte anche con l’oro.
L'architettura cistercense
Ai cistercensi dobbiamo la versione semplificata dell’architettura gotica, che dalla Borgogna si diffuse in tutta Europa grazie all’espandersi dell’ordine. San Bernardo ebbe un ruolo di primaria importanza nell’elaborazione e promozione di questo programma architettonico, che rispecchiava il rigore di vita del nuovo ordine. Egli, fortemente critico verso qualsiasi forma di lusso, voleva che i monaci vivessero in luoghi semplici, capaci di rispecchiare la loro scelta di povertà e di rinuncia. I massicci pilastri in pietra del chiostro, ad esempio, dovevano esprimere, anche visivamente, la solidità e la potenza della fede e il silenzio necessario alla preghiera. Le chiese avevano in genere una pianta a tre navate, conclusa da un transetto e da un coro, con piccole cappelle rettangolari, dove le influenze dello stile gotico si limitavano all’uso di arcate a sesto acuto, pilastri a fascio e tozzi contrafforti. I complessi monastici erano organizzati in maniera estremamente funzionale e modulare, secondo proporzioni matematiche
Domande da interrogazione
- Qual era il ruolo dei monasteri nel Medioevo?
- Come venivano realizzate le miniature nei monasteri?
- Quali erano le caratteristiche dell'architettura cistercense?
I monasteri erano centri autosufficienti situati in luoghi remoti, dove si custodivano e copiavano manoscritti rari, svolgendo un ruolo fondamentale durante il Medioevo.
Le miniature erano realizzate da monaci esperti, utilizzando penne d'oca e inchiostro a base di polvere di carbone, e decoravano le lettere iniziali dei capitoli con immagini, a volte dipinte anche con l'oro.
L'architettura cistercense, promossa da San Bernardo, era una versione semplificata del gotico, caratterizzata da strutture semplici e funzionali, con pilastri massicci e influenze gotiche limitate, riflettendo il rigore e la povertà dell'ordine.