Concetti Chiave
- Antonello da Messina ha rivoluzionato l'arte del Meridione d'Italia combinando tecniche prospettiche italiane e dettagli fiamminghi.
- La sua opera "San Gerolamo nello studio" esemplifica il suo stile unico, combinando prospettiva rigorosa e attenzione ai dettagli.
- Antonello è noto per introdurre un ritratto "moderno" con volti di tre quarti, influenzato dai pittori fiamminghi.
- "Vergine Annunciata" di Antonello si distingue per l'assenza dell'Arcangelo Gabriele, concentrando l'attenzione sul volto di Maria.
- La composizione di Antonello è caratterizzata da ordine geometrico, equilibrio perfetto e un realismo idealizzato.
Antonello da Messina
Si deve ad Antonio de Antonio (o degli Antoni), noto come ANTONELLO DA MESSINA, l’avvio del rinnovamento artistico del Meridione d’Italia attraverso la combinazione delle tecniche prospettiche (conosciute tramite la diffusione delle opere di Piero della Francesca) con la cura meticolosa dei particolari di origine fiamminga.Nato a Messina attorno al 1430, di lui si hanno scarse notizie, salvo che per gli anni in cui operò a Venezia (dal 1475 al 1476), ma doveva essere attivo almeno dal 1450 circa.
Lasciata la città lagunare, continuò il proprio lavoro nella nativa Messina, dove si spense nel 1479.
Fu probabilmente a Napoli, importante luogo d’incontro fra cultura mediterranea e nord-europea, che l’artista siciliano venne a contatto con le opere fiamminghe. Tra l’altro, a detta del Vasari, proprio nella città campana Antonello conobbe la tecnica della pittura a olio, modalità che offriva molte e nuove possibilità espressive, delle quali fu tra i primi a giovarsi in Italia.
Se gli artisti fiorentini o, più in generale, toscani riuscivano a restituire il senso della realtà attraverso la costruzione di una griglia prospettica e lo studio scientifico dell’anatomia umana, quelli fiamminghi la svelavano dopo averla osservata con occhio attento e sensibile, quasi sottoponendola a un’INDAGINE MICROSCOPICA.
San Gerolamo nello studio
L'opera che meglio rappresenta lo stile di Antonello da Messina è San Gerolamo nello studio, databile attorno al 1475. Il dipinto mostra un interno gotico, visto attraverso un arco ribassato di stile catalano. L’ambiente, con volte ogivali e bifore, è ambiguo, poiché non è chiaro se si tratti di una chiesa o di un edificio civile.
San Gerolamo è seduto al centro, immerso nella lettura, all'interno di uno studio in legno che crea un senso di intimità. La luce entra dall'arco e illumina la scena, mentre a sinistra una grande finestra rivela un paesaggio dettagliato con un fiume, una barca, figure umane e una città fortificata. A destra, colonne sottili con archi a tutto sesto e volte a crociera guidano lo sguardo verso due aperture sul fondo, da cui entra altra luce e si intravede un paesaggio sereno.
La sua immagine tradizionale è quella dell'eremita o dello studioso penitente, spesso raffigurato in una piccola cella. Antonello, invece, lo rappresenta come un Santo Umanista, circondato da oggetti che sottolineano il suo impegno intellettuale, come lo scrittoio, i codici miniati e i numerosi libri presenti nella libreria.
Uno dei suoi attributi è il leone, che nel dipinto avanza nell'ombra verso lo studio con passo felpato. Secondo la leggenda, San Gerolamo avrebbe estratto una spina dalla sua zampa ferita, e da quel momento l’animale gli sarebbe rimasto fedele, vivendo mansueto al monastero.
San Gerolamo indossa una veste cardinalizia rossa. Accanto a lui, sulla panca, è appoggiato il galero, mentre ai piedi della scaletta ha lasciato i calzari. Sul ripiano accanto ci sono due vasi con piante e un gatto addormentato. Vari oggetti riempiono la libreria.
Davanti all’ingresso, un pavone e una pernice simboleggiano rispettivamente l’eternità e la verità, collegandosi al lavoro di San Gerolamo nella traduzione della Bibbia in latino (Vulgata).
Il dipinto mostra una straordinaria attenzione ai dettagli, come le venature della pietra ottenute grattando il colore con il manico del pennello. La luce, di chiara ispirazione fiamminga, varia a seconda dei materiali e della direzione: è diretta vicino all’arco d’accesso, mentre diventa più soffusa nelle zone più arretrate. Il tutto è costruito con una prospettiva rigorosa, con il punto di fuga poco sopra il libro del santo e la linea d’orizzonte all’altezza del ripiano inferiore della libreria, creando un insieme armonioso e originale.
I ritratti idealizzati
I pittori delle Fiandre hanno introdotto un genere “moderno di ritratto” con il volto di tre quarti, modellato dal chiaroscuro e lo sguardo diretto verso l’esterno. Questa posizione consente di rappresentare il soggetto in modo più verosimile, cogliendone anche l'espressione e i caratteri psicologici. A partire da questo modello, molti artisti hanno ricercato una bellezza idealizzata, che viene applicata anche alle figure sacre.
Vergine Annunciata
Tutta la grandezza di Antonello può riassumersi nella Vergine Annunciata di Palermo. Per la prima volta, l'artista dipinge un'Annunciazione senza la presenza dell’Arcangelo Gabriele. In questo modo, la nostra attenzione è interamente concentrata sul volto di Maria.La Madonna raffigurata da Antonello da Messina presenta al tempo stesso un carattere realistico, con i tratti di una fanciulla, e un'idealizzazione resa attraverso la semplicità delle forme e la luce nitida. Nonostante l'assenza dell’angelo nella composizione, la Vergine non è realmente sola.
L’artificio composito è evidente: Antonello sottopone l’intera opera a un severo ordine geometrico. Il volto di Maria è inscritto in un ovale, il velo forma un triangolo, mentre l’apertura dello stesso sul viso disegna un triangolo rovesciato. Le pieghe del mantello ricadono perpendicolari, conferendo alla figura un equilibrio perfetto.
L’Arcangelo Gabriele è percepibile al di fuori della composizione, nella posizione dello spettatore che osserva il dipinto. Maria è colta alla sprovvista: la mano protesa in avanti sembra voler fermare il messaggio dell’angelo con un soprassalto di pudica sorpresa e interrogazione, come se non fosse preparata a quell’incontro, mentre il suo sguardo esprime la domanda su quale annuncio le stia per essere rivelato. Con straordinaria maestria, Antonello traduce in un gesto semplicissimo la complessità di questo stato d’animo.
L’altra mano si muove in tutta fretta per celare le sue membra con il velo — il maphorion, il mantello che Maria usava per coprire spalle e capo. Nonostante la rapidità del gesto, la Vergine non si scompone: la sua eleganza rimane inalterata.
Malgrado l’apparente staticità, il dipinto è carico di vita. Siamo all’inizio di un incontro: si sta per instaurare un dialogo, e i movimenti della Vergine sono incredibilmente espressivi. Un ulteriore dettaglio contribuisce a dare dinamicità alla scena: un sottile alito di vento scompone le pagine del libro appoggiato sul leggio, segno dell’arrivo dell’Arcangelo, la cui presenza si manifesta attraverso il movimento dell’aria attorno a sé.
Domande da interrogazione
- Chi era Antonello da Messina e quale fu il suo contributo all'arte?
- Quali sono le caratteristiche principali del dipinto "San Gerolamo nello studio"?
- Come Antonello da Messina ha innovato il genere del ritratto?
- Cosa rende unica la "Vergine Annunciata" di Antonello da Messina?
- Quali elementi simbolici sono presenti nel dipinto "San Gerolamo nello studio"?
Antonello da Messina, nato attorno al 1430 a Messina, è noto per aver avviato il rinnovamento artistico nel Meridione d'Italia, combinando tecniche prospettiche italiane con dettagli fiamminghi.
"San Gerolamo nello studio" è caratterizzato da un interno gotico, un uso meticoloso della luce e una prospettiva rigorosa. San Gerolamo è rappresentato come un Santo Umanista, circondato da oggetti intellettuali.
Antonello ha adottato il modello fiammingo del ritratto di tre quarti, che permette una rappresentazione più verosimile e psicologica del soggetto, cercando una bellezza idealizzata.
La "Vergine Annunciata" è unica per l'assenza dell'Arcangelo Gabriele, concentrando l'attenzione sul volto di Maria, e per l'uso di un ordine geometrico rigoroso che esprime la complessità emotiva con semplicità.
Nel dipinto, il leone simboleggia la fedeltà, mentre il pavone e la pernice rappresentano rispettivamente l'eternità e la verità, collegandosi al lavoro di San Gerolamo sulla traduzione della Bibbia.