Concetti Chiave
- La Basilica di Sant'Apollinare in Classe, consacrata dopo San Vitale, è un esempio ben conservato dell'architettura paleocristiana, nonostante le modifiche subite nel tempo.
- Originariamente situata vicino al porto ravennate, la basilica è costruita in mattoni con una semplice struttura esterna che riflette la divisione interna a tre navate.
- Il campanile cilindrico presenta un mix di finestre monofore, bifore e trifore ed è stato eretto tra il IX e X secolo.
- L'interno della basilica è illuminato da ampie finestre e segue un rigoroso schema proporzionale, generando un senso di staticità e trascendenza.
- Il mosaico dell'abside rappresenta simbolicamente la trasfigurazione di Cristo, con una complessa iconografia che afferma l'ortodossia della chiesa ravennate.
Consacrazione della basilica
Appena due mesi dopo San Vitale, lo stesso vescovo Massimiliano consacrava la Basilica di Sant'Apollinare in Classe che, malgrado le trasformazioni e i rifacimenti, è una delle meglio conservate dell'età paleocristiana.
L'edificio, oggi isolato nella campagna ravennate, sorgeva allora nei pressi del porto, in una zona piena di movimento. L'esterno, in mattoni, è semplice e strutturato geometricamente in modo da rendere visibile la divisione interna a tre navate.
Decorazione musiva e simbolismo
L'impostazione prospettica conduce l'attenzione dello spettatore verso la vasta abside che occupa quasi totalmente la larghezza della navata principale. Su di essa si distende la decorazione musiva, nella quale si afferma l'ortodossia della ecclesia di Ravenna, impersonata dal suo primo vescovo, Apollinare, in atteggiamento di orante>>, affiancato da dodici pecore (sei per lato) simboleggianti, con lo stesso numero degli apostoli di Cristo, il gregge cristiano, i fedeli ravennati seguaci del loro pastore. Qui è tutto un simbolo: la figura umana è quasi completamente scomparsa. Lo stesso prato verdeggiante (punteggiato di fiori, di sassi, di cespugli, di volatili) solo apparentemente ricorda il naturalismo ellenistico, quasi come un'ultima citazione classicheggiante, perchè la rappresentazione si distende senza profondità prospettica sulla superficie concava, in una rigida stilizzazione. Sul prato vi sono tre pecore che guardano verso la croce gemmata racchiusa entro un cerchio capeggiante sul fondo d'oro, percorso da nuvolette simmetriche. Due busti fiancheggiano il cerchio, mentre al vertice compare la dextera Dei (la mano di Dio, simbolo della sua volontà), in asse con il montante della croce e con Sant'Apollinare. Questa complessa simbologia rappresenta il momento in cui Cristo (la croce gemmata) si trasfigurò, per volontà del Padre (la mano), alla presenza di Mosè ed Elia (i due busti), sul monte Tabor (il prato verde), dove si era recato con Pietro, Giacomo e Giovanni (le tre pecore). Il mosaico va interpretato come una dimostrazione della tesi ortodossa della consustanzialità di umano e divino nella persona di Gesù.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza storica della Basilica di Sant'Apollinare in Classe?
- Quali sono le caratteristiche architettoniche principali della Basilica?
- Qual è il significato della decorazione musiva presente nell'abside?
- Come viene rappresentato il naturalismo nella decorazione della Basilica?
La Basilica di Sant'Apollinare in Classe è una delle meglio conservate dell'età paleocristiana, consacrata dal vescovo Massimiliano, e rappresenta un esempio significativo dell'architettura e dell'arte religiosa di quel periodo.
L'edificio è caratterizzato da una struttura in mattoni semplice, con una divisione interna a tre navate. L'abside è poligonale all'esterno e semicircolare all'interno, affiancata da due cappelle absidate. Il campanile cilindrico è stato costruito tra il IX e il X secolo.
La decorazione musiva afferma l'ortodossia della chiesa di Ravenna, rappresentando Sant'Apollinare con dodici pecore simbolizzanti gli apostoli e i fedeli. La simbologia complessa include la croce gemmata e la mano di Dio, rappresentando la trasfigurazione di Cristo e la consustanzialità di umano e divino.
Il prato verdeggiante, punteggiato di fiori e cespugli, ricorda apparentemente il naturalismo ellenistico, ma è stilizzato rigidamente senza profondità prospettica, servendo come sfondo simbolico per la rappresentazione religiosa.