Concetti Chiave
- Il periodo dell'arte romanica si estende tra l'inizio del secondo millennio e il Rinascimento, noto anche come "età romanica".
- Le città romaniche si sviluppano sui resti di insediamenti romani, con abitazioni che si elevano in altezza su mensole a causa dello spazio limitato.
- Le mura cittadine, dotate di torri e fossati, vengono spesso ampliate per rispondere alle esigenze della popolazione crescente.
- Le torri difensive sono comuni nelle case delle famiglie per isolare zone della città durante conflitti interni.
- La chiesa e il palazzo comunale rappresentano importanti centri di vita comunitaria, rispettivamente per riti sacri e attività civiche.
Il periodo compreso fra l’inizio del secondo millennio e il rinascimento, definito “basso medioevo”, nel linguaggio storico artistico lo si preferisce definire con il nome di “età romanica”.
La città Romanica
La città romanica si sviluppa nello stesso luogo ove esisteva il centro abitato romano. Le case iniziano a svilupparsi in altezza; spesso presentano piani rialzati che poggiano su mensole. Le aree edificabili sono limitate, perché contenute entro la cerchia delle mura.
Questa viene abbattuta e ricostruita con maggiore ampiezza tutte le volte che le esigenze lo richiedono. La ricostruzione, iniziava dalle porte. Le porte si aprivano ed erano dotate di ponti per scavalcare il fossato che correva intorno alla cinta stessa. Nelle città comunali, quasi tutte le case delle famiglie disponevano di una torre di difesa. In tal modo in caso di scontri interni, intere zone della città venivano isolate. Le torri erano numerose: la città doveva assumere quindi un aspetto mosso. Anche le mura di cinta erano munite di torri di difesa e disponevano di una fortezza detta “càssero” avente la funzione di ultimo baluardo.Un edificio di importanza fondamentale era la chiesa: essa era la casa di Dio e il luogo dove ci si riuniva per pregare. Vi si celebravano i riti sacri: è così che il quadriportico muta la propria funzione divenendo punto di riunione. Simbolo dell’architettura civile nell’età dei comuni è il palazzo comunale, la “casa della comunità”. Al pianterreno vi era un loggiato attorno a un cortile centrale, sotto il quale si teneva il mercato e si amministrava la giustizia; al piano superiore si trovava un’unica sala per le assemblee. Nei comuni dell’Italia centrale, i palazzi ebbero più frequentemente la pianta rettangolare.