Concetti Chiave
- La Chimera di Arezzo è una statua bronzea raffigurante un mostro mitologico con corpo di leone, coda di serpente e testa di capra.
- La scultura risale tra la fine del V e l'inizio del IV secolo a.C., ma è stata alterata da restauri, l'ultimo nel 1785.
- Originariamente, la statua mostrava una posizione minacciosa del serpente, ora modificata per mordere la capra.
- Il bronzo rende credibile la ferocia del mostro, con dettagli come la criniera irta e i muscoli tesi.
- Posizionata come se stesse per balzare, la Chimera appare incredibilmente reale nonostante sia un essere immaginario.
La scoperta della Chimera
La cosiddetta Chimera, rinvenuta presso Arezzo intorno al 1553, è una statua bronzea a tutto tondo rappresentante un mostro mitologico avente corpo e testa di leone, coda ricurva terminante a testa di serpente e, sulla schiena, una testa di capra vomitante fiamme.
Restauri e modifiche
L'aspetto attuale della scultura, databile tra la fine del V e gli inizi del IV secolo a.C., è frutto di vari restauri l'ultimo dei quali, risalente al 1785, ne ha snaturato completamente il significato. In origine, infatti, la testa di serpente doveva avventarsi minacciosa contro l'avversario verso il quale anche la testa di leone si volgeva ruggendo. Il restauro settecentesco, invece, ha modificato la posizione del serpente che ora appare in atto di mordere una delle corna della capra.
Dettagli realistici della scultura
Il bronzo riesce a rendere estremamente credibile la ferocia e la terribilità dell'animale fantastico. La schiena inarcata, sulla quale il pelo si rizza quasi a formare una cresta, la criniera esageratamente irta, con il pelo raccolto in ciuffi appuntiti, le fauci spalancate in un ruggito, i muscoli gonfi, le zampe anteriori nervosamente puntellate contro il terreno, come se stesse per spiccare un balzo, sono altrettanti mezzi attraverso i quali anche un mostro immaginario diventa verosimile e, in un certo senso, reale.