Concetti Chiave
- Il Cavaliere Rampin è la più antica statua equestre conosciuta, risalente al 550 a.C., e rappresenta un uomo a cavallo.
- Della statua originale restano solo parti del cavallo e il cavaliere è privo di braccia e gambe, con una torsione del corpo e la testa piegata verso sinistra.
- L'attenzione dell'artista si concentra particolarmente sulla testa del cavaliere, caratterizzata da riccioli e trecce dettagliati e il tipico "sorriso arcaico".
- Il cavaliere indossa una corona di foglie, probabilmente un premio dei giochi dell'Istmo o di Nemea, riprodotte fedelmente nella statua.
- Gli studiosi riconoscono in quest'opera la mano di un artista di grande abilità, forse lo stesso che ha creato la Kore del peplo.
La statua equestre più antica
L'opera datata al 550 a.C., è la più antica statua equestre di cui si ha conoscenza (la tipologia scultorea dell'uomo a cavallo avrà una lunga tradizione in età romana e nelle epoche successive). Del cavallo si conservano solo parti del collo e della criniera, mentre il cavaliere è privo di braccia e gambe. Il corpo presenta una leggera torsione, resa maggiormente percettibile dalla testa piegata verso sinistra, che cattura lo sguardo dell'osservatore. Infatti è nella resa della testa che l'artista ha concentrato le proprie abilità, dando vita a un insieme di assoluta perfezione e di equilibrio tra i minuscoli elementi circolari che formano riccioli e trecce e linee distese del volto, che mostra il tipico "sorriso arcaico".
Una corona di foglie cinge il capo del giovane cavaliere, forse premio dei giochi dell'Istmo o di Nemea, dove i vincitori venivano coronati con foglie di quercia come quelle riprodotte in questa statua.
La resa anatomica del corpo rivela, invece, caratteristiche più convenzionali, quali l'ampio torace e le partizioni dell'addome rese con tratti lievemente incisi.
Tecnica e abilità dell'artista
Nella sapiente tecnica applicata nella realizzazione di quest'opera è stata riconosciuta dagli studiosi la mano di un'artista di grandi capacità, forse lo stesso che ha realizzato la Kore del peplo