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L’Arte Cretese
Nel III millennio giunsero nell’aria Egea nuove tribù che portarono con sé l’uso del rame e l’abilità nella lavorazione dei metalli. Queste tribù furono importanti in quanto contribuirono a dare a l’arte cretese vivacità e freschezza. Per comodità si è soliti dividere l’arte cretese in quattro periodi:
1. Periodo prepalaziale: periodo precedente alla costruzione dei palazzi.
2. Periodo protopalaziale: periodo che inizia dalla costruzione dei primi palazzi. In questo periodo intorno al 2000-1900 a.C sorsero tre palazzi a Cnosso, Festo e Mallia.
3. Periodo neopalaziale: periodo che comprende la costruzione dei nuovi palazzi.
4. Periodo postpalaziale: parola che deriva da post che in latino significa dopo, è un periodo successivo alla costruzione dei palazzi.
Nel periodo pre e protopalaziale abbiamo la pittura vascolare, testimoniata dai vasi di Kamares, i quali privilegiano i tratti del mondo naturale e i sogetti geometrici. I colori usati sono pochi (rosso, giallo, bianco, su fondo nero) ma accostati con grande sensibilità cromatica. Con questi vasi si parla anche di naturalismo poiché sia la forma del vaso, sia ciò che è dipinto sul vaso assume una posa naturale.
Forse più che palazzi, dovremmo parlare di città-palazzo, poiché in essi che erano sedi potenti di monarchia, vi abitavano una numerosa collettività. Nel periodo neo e post palaziale abbiamo numerosi resti, in particolare la pianta del Palazzo di Cnosso, che rivela la vastità di questa civiltà. Da qui, si narrò la leggenda del labirinto costruito da Dedalo su commissione del re Minosse per rinchiudervi il Minotauro, il mostro che si cibava di carne umana e che sarebbe stato ucciso dall’eroe ateniese Teseo, con l’aiuto di Arianna la figlia del re. Il palazzo non era difeso da mura (elemento che testimonia l’assenza di guerre) ed era decorato con pitture dai colori vivaci. Importante sono le colonne che sostenevano gli architravi, forse in legno, esse erano rastremanti, man mano che si giungeva verso il basso si restringevano, inoltre anch’esse era dotate di colori vivaci. Nel cortile e nelle sale interne, gli abitanti si riunivano per assistere a cerimonie di tipo religioso o a giochi con i tori avanti scopo rituale.
La scultura: nell’arte cretese sono assenti le grandi dimensioni, però il piccolo aggetto ha la sua importanza.
La tholos è una sala circolare costituita da una pseudocupola ogivale (finta
cupola) formata da un certo numero di anelli lapidei. Questi anelli sono disposti
uno sopra l’altro, vengo squadrati, ottenendo una forma sagomata e
all’aumentare dell’altezza essi si restringono verso l’alto. Altra caratteristica
molto importante e che la tholos si regge per gravida.
Il tesoro di Atreo:
Si tratta di una struttura sotterranea, a tholos, a cui si accede percorrendo un
corridoio scavato nel terreno e attraversando una porta sormontata da un
triangolo (detto triangolo di scarico), con analoga funzione statica per lo scarico
dei pesi sovrastanti.
Miceneo tardo: caratteristica di questo periodo è la costruzione
dell’immense mura che circondano il palazzo reale e le acropoli, tanto che si è
soliti definire le città micenee come città-fortezze. Con il termine acropoli
s’intende quella parte della città posta più in alto e cinta da mura di difesa.
Tirinto:
E’ costituito da un vestibolo, da un antisala e dalla sala del trono. Nell’ultima
sala giacciono intorno al focolare i cavalieri e il re.
La porta dei Leoni:
Viene chiamata porta dei Leoni poiché sono scolpite due leonesse, ora prive di
testa, che poggiano le loro zampe anteriori sulla basi di una colonna di tipo
minoico. I felini rappresentano la potenza e la protezione della città. La porta
dei leoni è stata progettata secondo il triangolo di scarico, vi sono due stipiti e
un architrave sovrastato.
Miceneo antico: in questo periodo l’influenza dell’arte cretese è ancora
presente, però inizia ad esservi uno stacco. Il miceneo tardo, è un periodo che
riguarda e s’interessa molto al corredo funebre. I più noti sono: la tazza di Vafio
e la maschera di Agamennone.
La tazza di Vafio:
La tazza d’oro è appunto chiamata di Vafio poiché deriva dalla sua tomba.
Rappresenta la cattura di alcuni tori, tipico tema cretese, mentre al suo interno
è rivestito di una lamina liscia. L’intera parte a sbalzo è dominata dalla figura
possente dell’animale mentre intorno troviamo gli uomini che cercano di
catturare il toro.
La maschera di Agamennone: Come corredo funebre per eccellenza sono
state ritrovate da Schiliemann cinque maschere funebri in lamina d’oro, ma
due sembrano risultare particolarmente interessanti
Nella prima maschera le caratteristiche sono: le folte sopraciglia unite alla
radice del naso e le ciglia sulle palpebre chiuse ma separate da una linea
incisa. Nella seconda maschera, così detta “maschera di Agamennone”
abbiamo delle linee più marcate. Vi è la fine barba, i baffi e la linea incavata
sottolinea le palpebre chiuse. L’Arte Greca.
Le origine della civiltà greca sono incerte e remote. Tali origini comunque
possono collocarsi verso la fine del II millennio a.C, quando l’intera Europa,
venne sconvolta dalle continue migrazioni. La popolazione dei Dori, la quale era
una popolazione seminomade di stirpe indoeuropea, in breve tempo riuscì a
sottomettere l’intero territorio del Peloponneso, spingendosi fino alle Cicladi
meridionali, all’isola di Creta e alle coste dell’Asia minore. Tra il XII e il VII
secolo a.C, la Grecia attraversa pertanto un lunghissimo periodo di profonda
crisi, così detto medioevo, un’età di mezzo, dominata da forti contrasti e grandi
devastazioni. Ma tutto ciò, come ogni periodo di crisi terminerà, dando inizio a
civiltà greca.
una nuova società, una nuova civiltà che noi oggi chiamiamo la
Per comodità, si è soliti suddividere la storia della Grecia in quattro periodi:
1. Periodo di Formazione: riguarda la fase buia della cultura greca.
2. Periodo Arcaico: a sua volta si suddivide in tre periodi (Primo Arcaico;
Arcaico Maturo; Arcaico Tardo).
3. Periodo Classico: a sua volta si divide in quattro periodi (Classico
Iniziale; Classico Maturo; Stile Ricco; Classico Tardo).
4. Periodo Ellenistico: a sua volta si divide in tre periodi (Primo Ellenismo,
Medio Ellenismo,Tardo Ellenismo.
L’arte Arcaica: polis.
in questo periodo vi è il progressivo affermarsi delle
In ciascuna di queste polis inizia a maturare l’idea che un aumento
demografico avrebbe intaccato, compromesso l’equilibro politico, sociale ed
economico della città. Per evitare tale, spiacevole problema, molte polis
s’impongono di non ingrandirsi ulteriormente e promuovo anche la formazione
di nuove città. All’interno delle polis si faceva sempre più importante la
concezione di arte, infatti è proprio ora che nascono le prime costruzioni
architettoniche. Le prime costruzione architettoniche sono i templi, che
avevano un’importante funzione religiosa, in quanto i greci erano politeisti
(credeva in molte divinità). Le tipologie dei templi sono numerose, abbiamo:
1. Tempio in antis: prende il nome dai due pilastri quadrangolari.
2. Tempio prostilo: vi sono quattro colonne anziché due (anteriormente).
3. Tempio anfiprostilo: vi è un raddoppiamento di colonne rispetto al tempio
prostilo, cioè; 4 colonne avanti-4 colonne retro.
4. Tempio periptero: a forma circolare, è circondato di colonne per tutto il
perimetro.
5. Tempio pseudoperiptero: pseudo vuol dire falso perciò le colonne sembrano
circondare tutto il perimetro ma in realtà vi sono solo delle mezze colonne
addossate alla parete della cella.
6. Tempio diptero: consiste nel doppio colonnato che circonda il perimetro.
7. Tempio pseudodiptero: è un edificio diptero semplificato.
8. Tempio monoptero: monos significa uno; il tempio ha pianta circolare, è
circondato da una sola circonferenza di colonne.
9. Tempio periptero circolare o a tholos: chiamato così poiché è simile alla
tholos micenea.
10. Tempio iptero: è circondato da più file di colonne, ha una naos con due
accessi ed è privo di copertura.
Gli ordini architettonici: l’ordine architettonico rappresenta la novità più
grande che i Greci introducono nell’arte del costruire.
L’ordine dorico: L’ordine dorico è il più antico e il più maestoso dei tre, ed esso
viene impiegato quasi esclusivamente per la costruzione di templi. Il tempio dorico
non poggia sul terreno ma su una base, massiccia in pietra. La colonna è rastremata
verso l’altro (si stringe verso l’alto). Essa non è liscia ma invasa da scala nature. Il
capitello è decorato da echini e abachi. L’architrave è l’elemento più importante poi
collega orizzontalmente le colonne.
L’ordine Ionico: L’ordine dorico ha un’origine orientale. Esso si compone di tre
elementi fondamentali: la base, il fusto (24 scanalature) e il capitello.
L’ordine Corinzio: L’ordine corinzio ha la base che riprende alcuni tratti di quella
ionico-attica. Il fusto è composta da 24 scanalature smussate. La novità sta nel
capitello formato da un nucleo a forma di tronco di cono chiamato calato, cinto con
delle foglie stilizzate.
Kouroi e Korai:
I soggetti rappresentati nelle sculture arcaiche sono riconducibili a due
tipologie principali, il kouros e la kore. Il kouros è un giovane uomo, nudo in
posizione stante. Qui, la nudità ha la funzione di esaltare le qualità fisiche. Il
kouros è generalmente raffigurato con:
1. La testa eretta.
2. Le braccia convenzionalmente stese lungo i fianchi.
3. I pugni serrati.
4. La gamba sinistra leggermente avanzata.
La kore è una giovane donna vestita con un lungo chitone (tunica) e himation
(mantello). La veste ha la funzione di indicare il ruolo della donna nella società
greca: essa è moglie e madre. La kore è generalmente raffigurata con:
1. La testa eretta.
2. I piedi uniti.
3. Un braccio steso lungo il fianco a reggere la veste e l’altro piegato sul
petto in segno di offerta.
Sia il kouros e la kore possono rappresentare divinità, eroi o esseri umani e
inoltre sono ritratti nel pieno splendore del loro sviluppo fisico.
Arrivati a questo punto per comodità noi suddividiamo l’architettura e la
scultura arcaica in
1. Dorica.
2. Ionica.
3. Attica.
La scultura Dorica: le caratteristiche di questo periodo sono: predilezione per
la figura umana nuda, creazione di forme semplici e squadrate e l’adozione di
proporzioni massicce.
Kleobi e Bitone: Questi due fratelli sono caratterizzati dall’avere: le braccia
muscolose ma flesse, i polpacci sono evidenziati in modo naturale, la testa è
sovradimensionata, la maestosità e accentuata dalla capigliatura, gli occhi sono a
mandarla, le labbra incise e il sorriso increspato, le ginocchia e l’addome sono ben
delineate.
La scultura Attica: ora c’è un tentativo di armonizzare la figura.
Moschoporos: L’innovazione sta nel fatto che questo kouros non è nudo, indossa
un chitone. Tutti i dettagli sono analizzati con grande accuratezza. La statua è in
marmo, ma presenta tracce in policromia.
La scultura Ionica: si caratterizza dall’avere: maggiora raffinatezza nei
dettagli, uso di proporzioni più dolci, slanciate e infine ampia compositiva.
Il kouros di Milo – l’Hera di Samo: Con queste sculture possiamo ammirare
come ci sia l’accuratezza e la ricerca particolare nei dettagli, come la figura tenda al
morbido.
La pittura vascolare:
Di un popolo così vasto ci è rimasta pochissima o quasi nulla dell’arte pittorica. Per
quanto riguarda la pittura vascolare possiamo affermare con certezza che vi siano due
principali stili:
1. Figure nere: viene realizzata impiegando una particolare vernice nera che, una
volta cotta, diventa lucida e si taglia.
2. Figure rosse: consiste nel procedimento inverso delle figure nere.
Exechias: È una testimonianza di figura nera che rappresenta i due eroi omerici,
Achille e Aiace con la rispettiva lancia e il rispettivo scudo.
Vaso di Francois: descrive tutta la storia Greca.
Euphronios: Testimonianza di figura rossa, rappresenta il sonno e la morte che
sollevano il corpo di Serpedonte, guidati da Hemes.
Il frontone: costituiva una problematica, poiché era la parte del tempio che
gli scultori dovevano decorare.
Il frontone occidentale del Tempio di Artemide e Corfù: nella
posizione centrale vi troviamo la figura di Medusa, la quale aveva un funzione
apotropaica, cioè teneva lontani dall’edificio gli spiriti maligni. A destra e a
sinistra troviamo Crisasore e Pegaso. Agli angoli acuti del frontone troviamo
due personaggi giacenti, simboleggianti i giganti uccisi.
Il frontone orientale dell’antico tempio di Athena sull’acropoli di
Atene: vi sono essere semiumani che riempiono in modo armonioso lo spazio
triangolare. A destra vi è un mostro con tre dorsi umani e una coda di serpente,
a sinistra la scena di una lotta mortale.
I frontoni del Tempio di Athena, Aphia a Egina: al centro troviamo
Athena in posizione eretta che per la sua importanza ha dimensioni maggiori
rispetto alle altre statue. Arrivando agli angoli del frontone, i personaggi si sono
disposti in diverse posizioni per essere adattati meglio.
Il frontone occidentale del Tempio di Zeus a Olimpia: il soggetto
della composizione è Zeus. Il frontone narra il racconto delle nozze di Piritoo,
alla quale sono intervenuti anche i centauri, che in preda all’alcool, volevano
rapire la sposa.
Le metope del Tempio di Zeus ad Olimpia: nelle dodici metope del
Tempio di Zeus ad Olimpia che possiamo riscontrare le maggiori novità. In
queste metope sono raccontate le vicende delle divinità. Nella metopa con
Athena, Eracle e atlante si narra l’impresa della conquista dei pomi d’oro, dono
di nozze di Gea e Hera. Nella seconda metopa abbiamo Eracle che lotta con il
toro che Minosse, re di Creta, si era rifiutato di sacrificare.
Con le metope possiamo osservare definitivamente come l’arte Greca sia
effettivamente cresciuta; come si passa da una figura statica a una figura in
movimento. A conclusione possiamo dire che è proprio con Fidia che
l’organizzazione delle metope si indirizzerà verso soluzioni più complesse e
armoniche.
Periodo Classico: gli anni che vanno dal 490 al 479 a.C sono per la
Grecia di estrema importanza. In questo periodo la Grecia puntava ad
espandere il proprio territorio, combattendo le guerre più dure. La Grecia
conobbe la sua età aurea (oro) con la presenza di Pericle, il quale cercava di