Concetti Chiave
- Giuliano l'Apostata cercò di rilanciare il paganesimo nel 361, contrastando l'eredità di Costantino.
- Ampliò e abbellì la città di Bisanzio, costruendovi un palazzo imperiale e decorando l'ippodromo con statue e templi.
- La città fu descritta da vari autori come un mix di tradizione pagana e innovazione cristiana, creando divergenze di opinioni.
- Zosimo e altri scrittori evidenziarono le contraddizioni tra il tentativo di cristianizzare la città e la presenza di numerosi elementi pagani.
- La visione di Costantinopoli variava tra autori, con alcuni che la consideravano un compromesso tra cultura pagana e cristiana.
Indice
Giuliano l'Apostata e il paganesimo
Giuliano l’Apostata tenta, intorno al 361, di ridare fiato ad un paganesimo che fiato non ne ha più, pertanto alimenta uno spirito anti-costantiano (Costantino gli aveva ucciso il padre, l’aveva relegato insieme al fratello in Cappadocia e l’aveva battezzato giovanissimo presumibilmente perché non diventasse imperatore).
Costruzioni e abbellimenti di Costantino
«Avendo ammirato la posizione della città, pensò di ampliarla il più possibile e di renderla adatta alla residenza di un imperatore; in questa città, molto ampliata rispetto al passato, costruì anche un palazzo non inferiore a quello di Roma, abbellì con ornamenti di ogni tipo l’ippodromo, parte del quale divenne il santuario dei dioscuri: ancora oggi sui portici si possono vedere le loro statue. In una parte dell’ippodromo collocò anche il tripode di Apollo delfico, che sosteneva pure la statua del Dio. Il povero Bisanzio era grandissimo e circondato da quattro portici, all’estremità di uno di essi vi si arriva dopo aver salito molti gradini, costruì due templi nei quali innalzò due statue».
Contraddizioni e influenze storiche
Confluirono in Zosimo voci diverse, tòpoi consolidati, nonché il desiderio di descrivere una città visitata personalmente, che ancora mostrava i segni tangibili dei compromessi realizzati da Costantino per renderla accetta a tutti53. Mentre Libanio, nel valutare negativamente Costantinopoli, si lasciò condizionare dalla utopia giulianea di ripristino delle autonomie municipali54, altri (tra cui Eunapio) registrarono di quella città la straordinaria mescolanza di tradizione e innovazione, quel confluirvi di (molti) elementi pagani e (pochissimi) tratti cristiani, che mise a disagio Eusebio e indusse pure Zosimo a contraddirsi. L’uno fu spinto a parlarne in fretta e male; l’altro fece intendere (suggestionato dai tardi scrittori ecclesiastici, a loro volta condizionati da Eusebio) che la città fosse stata costruita come un’alternativa cristiana alla pagana Roma, ma nel descriverla anch’egli registrò piuttosto le statue di culto che Costantino vi aveva portato, i templi inclusi nelle nuove costruzioni, quelli che vi aveva costruito.
Domande da interrogazione
- Qual era l'obiettivo di Giuliano l'Apostata nel 361?
- Come veniva descritta la città di Costantinopoli da Zosimo e altri scrittori?
- Quali erano le opinioni contrastanti su Costantinopoli tra gli scrittori dell'epoca?
Giuliano l'Apostata cercava di rivitalizzare il paganesimo e alimentava uno spirito anti-costantiano, in parte a causa delle azioni di Costantino contro la sua famiglia.
Zosimo e altri scrittori descrivevano Costantinopoli come una città che mostrava una mescolanza di tradizione e innovazione, con elementi pagani e pochi tratti cristiani, creando disagio tra alcuni storici.
Mentre Libanio criticava Costantinopoli influenzato dall'utopia giulianea, altri come Eunapio notavano la straordinaria mescolanza culturale della città, mentre Eusebio e Zosimo avevano opinioni diverse sulla sua costruzione come alternativa cristiana a Roma.