Concetti Chiave
- L'immagine di Costantino descritta da Eusebio combina simboli cristiani con elementi di calcatio, simboleggiando la vittoria su Licinio nel 324 e la trasformazione della città in una metropoli cristiana.
- Costantino utilizza l'immagine per dimostrare tolleranza verso pagani e cristiani, permettendo interpretazioni multiple che esaltano il suo potere e la sua vittoria.
- Nel fondare Costantinopoli, Costantino sostiene di essere stato ispirato da Dio, lasciando però ai sudditi la libertà di interpretare quale divinità fosse, riflettendo un sincretismo religioso.
- La persistenza del culto solare apollineo è evidente nella documentazione di Costantino, che si rappresenta con elementi associati ad Apollo e al Sole, integrando simboli pagani e cristiani.
- La statua radiata di Costantino a Costantinopoli simboleggia la fusione di culti solari e cristiani, promuovendo un ambiente di tolleranza e coesistenza religiosa.
L'immagine di Costantino
Secondo Eusebio l’immagine di Costantino presente sulla porta d’ingresso del palazzo presenta sopra la testa un chrismon (una croce) e ai piedi (suoi e dei suoi figli) un drago pestato, come trasposizione della lotta contro il maligno (aver liberato la città dal paganesimo); in realtà questa scena, che per tutti ha poi assunto la cristiana simbologia di San Giorgio e il drago, non è altro che una scena di calcatio, ovvero la riproduzione della disfatta di Licinio del 324, posta sulla porta con l’intento mostrare a tutti la sua grandezza, mentre Eusebio intende presentare una città completamente cristiana e Costantino come il primo vero imperatore cristiano.
La tolleranza di Costantino
Costantino permette a pagani e cristiani di convincersi che è tollerante verso entrambi e che per lui va bene leggere questa grande scena sia come una scena cristiana, sia come una tradizionale calcatio: in entrambi i casi è una scena che dimostra il suo potere e la sua vittoria, questo è quel che conta.
Il culto solare di Costantino
Costantino stesso disse che nel fondare Costantinopoli «fu Dio ad ispirarlo» (Vita Constantini), sebbene lascia ai sudditi la libertà di scegliere di quale Dio si trattasse: anche il paganesimo alla fine del IV secolo parlava di una divinità cosmica, una sola, che governata il mondo (da alcuni chiamato Apollo, da altri Sole), così i cristiani, intorno alla fine del III secolo e i primi del IV, per avere seguito fra i pagani rappresentavano Cristo radiato (con gli stessi raggi che normalmente indicavano Apollo ed il Sole); proprio ad Apollo Costantino aveva fatto un ultimo culto prima di arrivare a Roma: ancora oggi, gli studiosi protestanti mettono in evidenza questa persistenza del culto solare apollineo nella documentazione di Costantino, che ancora a Costantinopoli vuole essere rappresentato con una colossale statua radiata al centro del foro (di fatto, quello solare-apollineo il culto sincretistico che di fatto predominava, a cui attingevano sia cristiani che pagani in una sorta di tolleranza reciproca).
Domande da interrogazione
- Qual è il significato dell'immagine di Costantino sulla porta del palazzo secondo Eusebio?
- Come Costantino gestisce la percezione della sua immagine tra pagani e cristiani?
- Qual è il ruolo del culto solare apollineo nella rappresentazione di Costantino?
Secondo Eusebio, l'immagine di Costantino con un chrismon sopra la testa e un drago pestato ai piedi rappresenta la lotta contro il maligno e la liberazione della città dal paganesimo, simbolizzando la cristianizzazione della città e Costantino come il primo imperatore cristiano.
Costantino permette a pagani e cristiani di interpretare la scena sulla porta del palazzo sia come una rappresentazione cristiana sia come una tradizionale calcatio, dimostrando il suo potere e la sua vittoria, e mostrando tolleranza verso entrambe le religioni.
Il culto solare apollineo persiste nella rappresentazione di Costantino, che viene raffigurato con una statua radiata a Costantinopoli, riflettendo un sincretismo religioso che unisce elementi cristiani e pagani, con una tolleranza reciproca tra le due fedi.