Concetti Chiave
- I combattimenti dei gladiatori e i giochi circensi erano eventi amati dai romani, originariamente legati a celebrazioni funerarie e sacrifici rituali.
- Le famiglie aristocratiche organizzavano questi spettacoli per mostrare ricchezza e prestigio, mentre i politici li usavano per propaganda, spesso spendendo enormi somme di denaro.
- Gli imperatori sfruttavano i giochi per guadagnare consenso popolare, organizzando spettacoli straordinari, come i giochi inaugurali del Colosseo durati 100 giorni.
- Gladiatori e aurighi, spesso schiavi o liberti, potevano raggiungere grande fama e ricchezza, attirando anche l'interesse dei giovani aristocratici.
- I graffiti di Pompei mostrano il fervore del tifo per gli aurighi, che a volte sfociava in risse violente, come una famosa zuffa tra tifosi nell'anfiteatro cittadino.
Indice
Spettacoli e sacrifici rituali
I combattimenti dei gladiatori e i giochi circensi costituivano gli spettacoli più amati dal popolo romano. In origine avevano un significato religioso ed erano legati soprattutto a celebrazioni di carattere funerario. L’uccisione di animali o prigionieri di guerra costituiva una forma di sacrificio rituale: doveva colare sangue per onorare un morto illustre. Le grandi famiglie aristocratiche ricordavano i defunti con questo tipo di cerimonie che mostravano la ricchezza della casata e ne riaffermavano il prestigio nella comunità. Lo Stato organizzava giochi in occasione di feste religiose e ne affidava la realizzazione a determinati magistrati che, a scopo propagandistico, investivano anche denaro proprio, pur di assicurare spettacoli di sicuro successo.
Propaganda e spese folli
Non furono pochi i politici in carriera che dilapidavano in questo modo il loro patrimonio. Sappiamo addirittura di una donna che chiedeva il divorzio dal marito, appena eletto pretore, per non correre il rischio di vedersi rovinata per le spese folli che lo sposo avrebbe sostenuto. Naturalmente gli imperatori fecero uso propagandistico dei giochi, cercando di conquistare il favore del popolo con spettacoli grandiosi: i giochi inaugurali del Colosseo durarono ben 100 giorni, mentre Traiano festeggiò la propria vittoria sui Daci con dei giochi cui presero parte 10.000 belve. Per stupire il pubblico si esibivano animali rari, come i rinoceronti, si inventavano nuovi tipi di lotte, come i combattimenti tra tori ed elefanti, o si creavano spettacoli mitologici in cui i condannati a morte o i gladiatori si affrontavano in costume, mimando celebri miti.
Fama e ricchezza degli aurighi
La fama di gladiatori e aurighi (di solito schiavi di guerra e liberti) era tale che spesso anche i giovani aristocratici avevano il desiderio di intraprendere una carriera che socialmente era loro preclusa. Tanto più che i fantini migliori guadagnavano cifre impressionanti, accumulando patrimoni spesso più consistenti di quelli di tante famiglie aristocratiche. L’auriga Diocle guadagnò ben 35 milioni di sesterzi, quando per entrare in Senato bastava un reddito di 1 milione di sesterzi.
Tifo e politica a Pompei
I muri di Pompei, con i loro vivaci graffiti, testimoniano il successo degli aurighi anche presso il pubblico femminile. Il tifo era un fenomeno che coinvolgeva tutta la comunità e costituiva un’importante valvola di sfogo per le tensioni politiche e sociali. La corsa con i carri vedeva in gara quattro fazioni, contraddistinte da altrettanti colori (azzurro, verde, rosso, bianco). Le tifose, legate a mecenati finanziatori, finivano spesso per assumere anche una connotazione politica. Allo stesso modo anche sostenere oppure osteggiare la squadra del cuore dell’imperatore poteva esprimere una precisa scelta politica.
Risse e conseguenze politiche
Un affresco di Pompei ritrae una famosa rissa tra tifosi, sfociata nel sangue che si scatenò nell’anfiteatro cittadino di una sfida tra gladiatori delle due città. La rivalità tra queste ultime aveva anche motivazione di carattere economico. Tacito ricorda che degli insulti si passò alle sassate fino a giungere alle armi. In seguito all’accaduto il Senato proibì per 10 anni i giochi nella città ed esiliò l’organizzazione e i responsabili del tumulto.
Domande da interrogazione
- Qual era l'origine dei combattimenti dei gladiatori e dei giochi circensi nell'antica Roma?
- Come venivano utilizzati i giochi dagli imperatori romani?
- Qual era l'impatto economico e sociale della carriera di auriga nell'antica Roma?
- Quali conseguenze ebbe la rissa tra tifosi a Pompei?
In origine, i combattimenti dei gladiatori e i giochi circensi avevano un significato religioso e erano legati a celebrazioni funerarie, servendo come sacrifici rituali per onorare i defunti illustri.
Gli imperatori romani utilizzavano i giochi a scopo propagandistico per conquistare il favore del popolo, organizzando spettacoli grandiosi come i giochi inaugurali del Colosseo che durarono 100 giorni.
La carriera di auriga era molto ambita, con i migliori fantini che guadagnavano cifre impressionanti, come l'auriga Diocle che accumulò 35 milioni di sesterzi, superando spesso i patrimoni delle famiglie aristocratiche.
La rissa tra tifosi a Pompei, che sfociò nel sangue, portò il Senato a proibire i giochi nella città per 10 anni e a esiliare l'organizzazione e i responsabili del tumulto.