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Concetti Chiave

  • Vespasiano, appartenente alla classe dei cavalieri, fu il primo imperatore romano non aristocratico, salito al potere grazie all'appoggio delle legioni.
  • Si impegnò a ristabilire l'ordine nell'esercito e a ripristinare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, indebolite dai predecessori.
  • Adottò una politica economica di risparmio per sanare le casse dello Stato, introducendo nuove tasse e riducendo le spese pubbliche.
  • In politica estera, Vespasiano consolidò i confini dell'impero e ampliò il territorio romano, conquistando regioni come il Galles e il nord della Britannia.
  • La guerra in Palestina fu conclusa dal figlio Tito, con la distruzione di Gerusalemme e la diaspora degli Ebrei in tutto il Mediterraneo.

Indice

  1. L'ascesa di Vespasiano
  2. Riforme economiche e politiche
  3. Conquiste e guerre in Oriente

L'ascesa di Vespasiano

Capostipite della dinastia flavia, Vespasiano fu il primo imperatore non aristocratico; con lui, infatti, per la prima volta saliva ai vertici dello Stato romano un rappresentante della classe dei cavalieri. Conquistato il potere grazie all'appoggio delle legioni, Vespasiano si propose innanzitutto di ristabilire l'ordine nell'esercito e di restituire ai cittadini romani la fiducia nei confronti delle istituzioni, indebolite dalle atrocità di Nerone e dalla guerra civile.

Riforme economiche e politiche

Un uomo prudente e dotato di buon senso, esperto conoscitore dell'amministrazione pubblica, Vespasiano si dedicò anche al difficile compito di sistemare i conti dello Stato, le cui casse erano state svuotate dagli sprechi di Nerone. Per risanare la situazione economica attuò una politica di risparmio, rischiando anche l'impopolarità: impose infatti nuove tasse, ridusse le distribuzioni gratuite di grano alla plebe e limitò gli spettacoli pubblici e le donazioni all'esercito.

Conquiste e guerre in Oriente

In politica estera mirò al consolidamento dei confini dell'impero, riuscendo tuttavia a conquistare il Galles, il nord della Britannia e, tra i fiumi Reno e Danubio, la zona della Foresta Nera.

In Oriente, la guerra in Palestina fu conclusa nel 70 d. C. dal figlio Tito, il quale domò nel sangue la ribellione degli Ebrei e, dopo un lungo assedio, rase al suolo Gerusalemme, città simbolo dell'identità religiosa ebraica. Tre anni dopo fu espugnata anche Masada, l'ultimo bastione degli insorti, un villaggio fortificato posto su una spianata desertica a picco sul mar Morto. Per gli Ebrei le conseguenze della guerra furono drammatiche: la rivolta era costata la vita a più di un milione di persone, la Palestina era in rovina; il tempio di Gerusalemme, centro della religione ebraica, era stato distrutto e sulle sue fondamenta fu vietato di costruire un nuovo luogo di culto. Per gli Ebrei ebbe così inizio la dolorosa esperienza di una nuova diàspora in tutto il Mediterraneo.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Vespasiano e quale fu il suo contributo principale all'Impero Romano?
  2. Vespasiano, capostipite della dinastia flavia e primo imperatore non aristocratico, ristabilì l'ordine nell'esercito e restituì fiducia nelle istituzioni romane dopo le atrocità di Nerone e la guerra civile.

  3. Quali furono le principali riforme economiche attuate da Vespasiano?
  4. Vespasiano attuò una politica di risparmio per sistemare i conti dello Stato, imponendo nuove tasse, riducendo le distribuzioni gratuite di grano e limitando spettacoli pubblici e donazioni all'esercito.

  5. Quali furono le conseguenze della guerra in Palestina sotto il regno di Vespasiano?
  6. La guerra in Palestina, conclusa dal figlio Tito, portò alla distruzione di Gerusalemme e del tempio ebraico, causando una nuova diàspora e la morte di oltre un milione di persone.

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