Concetti Chiave
- La riforma agraria proposta da Tiberio Gracco mirava a redistribuire le terre per ricostituire la piccola proprietà, ridurre le tensioni sociali e rinforzare l'esercito romano.
- Tiberio Gracco fissò limiti alla proprietà terriera e propose di affittare le terre recuperate ai contadini impoveriti, ma il piano incontrò forte opposizione dai senatori aristocratici.
- Caio Gracco, fratello di Tiberio, cercò di approvare la riforma coinvolgendo i cavalieri e ampliando i diritti di cittadinanza agli alleati italiani, ma affrontò resistenza dalla plebe romana e dagli aristocratici.
- Nonostante gli sforzi di Caio, la riforma agraria non riuscì a essere attuata a causa delle tensioni politiche, culminando nella sua morte e nel ritorno al potere degli aristocratici.
- I tentativi di riforma agraria dei fratelli Gracchi evidenziano le sfide sociali e politiche della Roma repubblicana, lasciando irrisolti i problemi di proprietà terriera e cittadinanza.
Indice
Conseguenze delle guerre di conquista
Le guerre di conquista avevano creato una diversa distribuzione delle terre, la creazione del latifondo, la scomparsa della piccola proprietà e il conseguente aumento del proletariato urbano senza occupazione che conduceva una vita miserabile e a cui il Governo si limitava a fare delle elargizioni di grano.
Questa massa di nullatenenti rischiava prima o poi di far scoppiare delle pericolose tensioni sociali.L'iniziativa dei fratelli Gracco
Il problema fu preso a cuore da due tribuni della plebe: Tiberio e Caio Gracco.
Essi erano due fratelli di origine aristocratica, figli di Cornelia a sua volta figlia di Scipione l’Africano. Pur essendo nobili, erano stati educati al rispetto di certi valori fondamentali come la giustizia e la libertà ed è per questo che si fecero promotori di iniziative a favore delle classi sociali più deboli e diseredate.
Riforma agraria di Tiberio Gracco
Per due motivi, Tiberio Gracco era convinto della necessità di ricostituire la piccola proprietà terriera: 1) la presenza di una plebe urbana dalla vita miserabile sarebbe diventata presto causa di turbolenze e di rivolte 2) poiché la creazione del latifondo aveva diminuito il n° degli effettivi all’interno dell’esercito in cui si entrava solo a condizione di essere contadini proprietari, la ricostituzione della piccola proprietà sarebbe stato un mezzo atto a rinvigorire l’esercito.
Per raggiungere questo obiettivo, nel 133 a.C., Tiberio si fece eleggere tribuno della plebe: in questo modo, pensava di far approvare dall’assemblea plebea una riforma che avrebbe vincolato anche i patrizi. Questi i capo saldi della sua riforma agraria:
1) nessuno poteva essere proprietario di più di 500 iugeri o di 1000 nel caso in cui il proprietario avesse più di un figlio. Uno iugero corrispondeva alla quarta parte di un ettaro odierno, cioè a circa 2.500 m2. La parte eccedente doveva essere restituita allo Stato. Da notare, tuttavia, che non si trattava di un attentato alla proprietà privata, bensì di sottrarre ai latifondisti quei terreni di cui essi sui erano col tempo appropriati ingiustamente, soprattutto nel periodo successivo alle guerre di conquista.
2) i terreni restituiti sarebbero stati dati in affitto ai contadini impoveriti (30 jugeri ciascuno =75.000 m2 ciascuno).
Opposizione e morte di Tiberio
Ovviamente, i senatori di origine aristocratica erano contrari ad una simile riforma ed accusarono Tiberio di volersi impadronire del potere. Essi fomentarono dei tumulti durante i quali Tiberio fu ucciso ed il suo corpo fu gettato nel Tevere.
Nel 123 a.C, fu eletto tribuno della plebe Caio Gracco, fratello di Tiberio.
Egli capì che per far approvare la riforma agraria occorreva l’appoggio dei cavalieri. Per questo motivo fece approvare una legge in base alla quale i governatori delle varie provincie che avevano commesso reati a danno dello Stato, sarebbero stati giudicati dai cavalieri e non da giudici appartenenti alla loro stessa classe sociale. Inoltre si attirò il consenso della plebe con abbondanti distribuzione di grano e permise che anche i nullatenenti potessero arruolarsi.
Fallimento e morte di Caio
Nel 122 a.C. Caio fu eletto una seconda volta tribuno della plebe ed egli, pensava che fosse giunto il momento di far approvare la riforma agraria, elaborata da Tiberio. Per perfezionarla, propose l’estensione della cittadinanza romana agli alleati italiani che fino ad allora erano stati esclusi dalla riforma perché non erano cittadini romani: diventando cittadini romani, essi avrebbero potuto partecipare alla distribuzione delle terre. In questo modo, secondo Caio, la piccola proprietà si sarebbe maggiormente diffusa, allontanando così anche il rischio di tensioni sociali. Tuttavia la plebe romana, appoggiata dagli aristocratici, non voleva dividere i propri privilegi con altri; Caio tentò la soluzione dell’insurrezione armata che però fu repressa violentemente. Per non cadere in mano ai nemici, egli si fece uccidere da uno schiavo. Il partito degli aristocratici riprese allora il potere, ma il problema della proprietà e della cittadinanza agli alleati non aveva trovato alcuna soluzione.
Domande da interrogazione
- Qual era il problema principale che Tiberio e Caio Gracco cercavano di risolvere con la loro riforma agraria?
- Quali erano i punti principali della riforma agraria proposta da Tiberio Gracco?
- Come cercò Caio Gracco di ottenere il supporto necessario per la riforma agraria?
- Quale proposta fece Caio Gracco per perfezionare la riforma agraria di Tiberio?
- Qual è stato l'esito finale delle iniziative di Tiberio e Caio Gracco?
Tiberio e Caio Gracco cercavano di risolvere il problema della distribuzione iniqua delle terre, la scomparsa della piccola proprietà e l'aumento del proletariato urbano senza occupazione, che rischiava di causare tensioni sociali.
La riforma di Tiberio Gracco prevedeva che nessuno potesse possedere più di 500 iugeri di terra, con un massimo di 1000 iugeri per chi avesse più di un figlio, e che le terre eccedenti fossero restituite allo Stato per essere affittate ai contadini impoveriti.
Caio Gracco cercò di ottenere il supporto dei cavalieri facendo approvare una legge che permetteva loro di giudicare i governatori corrotti e distribuendo grano alla plebe, oltre a permettere l'arruolamento dei nullatenenti.
Caio Gracco propose di estendere la cittadinanza romana agli alleati italiani, permettendo loro di partecipare alla distribuzione delle terre, per diffondere maggiormente la piccola proprietà e ridurre le tensioni sociali.
Le iniziative di Tiberio e Caio Gracco non riuscirono a risolvere il problema della proprietà terriera e della cittadinanza agli alleati, poiché entrambi furono uccisi e il partito degli aristocratici riprese il potere.