Concetti Chiave
- La morte di Cesare causò una crisi politica con scontri tra plebe e filocesariani e la fuga dei congiurati Bruto e Longino.
- Un compromesso tra seguaci e oppositori di Cesare prevedeva la conservazione delle leggi di Cesare e solenni funerali di stato.
- Marco Antonio, ex luogotenente di Cesare, cercava di diventare il suo erede politico.
- Caio Ottavio, nipote e principale erede di Cesare, utilizzò l'eredità per guadagnare il supporto dell'esercito e del Senato.
- Ottavio si alleò con Cicerone nel tentativo di sconfiggere Marco Antonio e consolidare il suo potere a Roma.
Indice
Crisi politica dopo la morte di Cesare
La morte di Cesare provocò una grande crisi in politica perché i senatori erano impauriti, la vita era instabile ed erano aumentati i conflitti tra plebe e filocesariani. Queste conflitti erano molto violenti e proprio durante uno di questi, Bruto e Longino, due protagonisti della congiura contro Cesare, furono costretti a scappare rispettivamente in Grecia e Siria.
Compromessi tra seguaci e oppositori
Per evitare altri problemi interni, i seguaci e gli oppositori di Cesare scesero ad un compromesso che consisteva nel conservare le cariche dei seguaci di Cicerone, nell'abolire la dittatura, nel mantenere però le leggi di Cesare e nell'organizzare solenni funerali di stato per quest'ultimo.
Ascesa di Marco Antonio e Caio Ottavio
Durante quel periodo emersero in politica due nuovi uomini: Marco Antonio e Caio Ottavio.
Il primo era stato luogotenente di Cesare e voleva a tutti i costi diventare erede politico di Cesare.
Il secondo invece era il nipote di Cesare e aveva 19 anni.
Alla morte, Cesare gli aveva lasciato tre quarti delle sua eredità e proprio questo incrementò l'ambizione di Ottavio nel mostrarsi come erede legittimo di Cesare.
Quando Ottavio rientrò a Roma per riscuotere l'eredità, in parte la sfruttò per ripagare i veterani e in seguito si propose di sconfiggere Marco Antonio. Con ciò conquisto la fiducia dell'esercito e del Senato; si alleò inoltre con Cicerone.