Concetti Chiave
- Le prime guerre di Roma furono principalmente difensive, piuttosto che imperialistiche, secondo fonti storiche come Livio e Polibio.
- Roma implementò foedera, trattati di alleanza con comunità diverse, per gestire i territori conquistati senza trasformarli in cittadini romani.
- Le comunità più ribelli furono sorvegliate da guarnigioni militari per garantire il controllo romano nei primi anni post-conquista.
- Nonostante l'influenza romana, le identità etniche, linguistiche e religiose locali rimasero inalterate nel tempo.
- La colonizzazione latina giocò un ruolo cruciale nella diffusione della cultura romana attraverso l'Italia centrale e meridionale.
L'espansione iniziale di Roma
Se è vero che Roma divenne una potenza imperialistica, laddove con imperialismo si intende un comportamento aggressivo e violento nei confronti del popolo conquistato, è altrettanto che non la fu all’inizio della sua espansione: la maggior parte delle prime guerre combattute da Roma furono guerre di difesa, non volte alla conquista di un nuovo territorio. Alcuni storici si sono posti il problema di collocare nel tempo il momento in cui il popolo romano cambiò atteggiamento nei confronti dei popoli conquistati, mentre la maggior parte delle fonti antiche, come Livio e Polibio, propendono per la difesa dell’operato romano, sempre mosse dalla volontà di giustificarlo.
La Confederazione Italica
Un’altra forma perseguita da Roma per organizzare i territori conquistati militarmente fu la creazione di una Confederazione Italica, cioè di foedera (trattati di alleanza) con comunità molto eterogenee tali da non potersi trasformare in cives latini e tantomeno romani. Nelle comunità legate da foedera che erano state più rivoltose in guerra, Roma conservò una guarnigione militare affinché controllasse, specie nei primi anni, il comportamento dei nuovi socii.
L'influenza della cultura romana
Un tipo di organizzazione così varia non comportò l’attenuarsi delle differenze etiche, linguistiche e sociali, all’insegna di una cultura romana che le annullava, ma si limitò a creare una seconda lingua comune, il latino; questo è testimoniato dal fatto che, dopo secoli, nel momento in cui la civiltà romana cominciò a venire meno le insorgenze locali mostrarono che le proprie identità etiche, linguistiche e religiose erano rimaste inalterate. Roma non annullò le differenze, piuttosto rese omogenea una civiltà spesso superiore alla cultura locale e che tutti vollero condividere. Gli insediamenti sparsi per villaggi o per tribù in Italia centrale o meridionale divennero tante piccole Roma, aventi i propri magistrati (duumviri) a copia dei consoli e delle magistrature romane. Paradossalmente, fu proprio la colonizzazione latina, per la grande quantità di cittadini che aveva, a favorire la romanizzazione dell’Italia: numerosi abitanti delle colonie latine si fecero veicolo di civiltà romana.
Domande da interrogazione
- Qual era l'atteggiamento iniziale di Roma durante la sua espansione?
- Come Roma organizzava i territori conquistati?
- Quale fu l'impatto della romanizzazione sulle differenze culturali locali?
All'inizio della sua espansione, Roma non era imperialistica; le prime guerre furono principalmente difensive, non mirate alla conquista di nuovi territori.
Roma creava una Confederazione Italica attraverso foedera, trattati di alleanza con comunità eterogenee, mantenendo guarnigioni militari per controllare i nuovi socii.
La romanizzazione non annullò le differenze etiche, linguistiche e sociali locali, ma creò una seconda lingua comune, il latino, mantenendo inalterate le identità locali.