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Concetti Chiave

  • Nel 149 a.C., Andrisco, un presunto erede della dinastia macedone, stava mobilitando forze contro la Grecia, preoccupando Roma.
  • Durante la Terza Guerra Macedonica, la Lega achea si era schierata con Perseo, provocando la reazione punitiva di Roma.
  • Roma richiese mille ostaggi dalla Lega achea, tra cui Polibio, figlio del presidente della Lega, come punizione per l'alleanza contro Roma.
  • Polibio fu ospitato dagli Scipioni a Roma, dove imparò il latino e contribuì all'osmosi culturale tra mondo greco e romano.
  • La pratica romana di prendere ostaggi da nazioni sconfitte favorì la romanizzazione e preparò futuri leader diplomati nelle loro comunità d'origine.

Indice

  1. Andrisco e la minaccia alla Grecia
  2. Polibio e la sua esperienza a Roma
  3. La strategia romana degli ostaggi

Andrisco e la minaccia alla Grecia

Nel 149 a.C. Andrisco, un presunto figlio di Filippo V, che si faceva passare come erede della grande ed ultima dinastia macedone, secondo le spie romane stava mobilitando forze per attaccare di nuovo la Grecia; le varie Leghe cominciavano a rialzare la testa: durante la Terza Guerra Macedonica, mentre alcune città greche patteggiavano per Roma, la Lega achea si era schierata con Perseo e quando, nel 168, Roma aveva sconfitto la Macedonia, aveva fortemente punito anche la Lega achea. Mille “ostaggi” erano stati richiesti da Roma, tra i figli nobili della Lega achea, per punirla con un atto eclatante del suo essersi alleata, dell’aver appoggiato la manovra di Perseo, anziché essersi schierata con Roma; fra loro Polibio, figlio del presidente della Lega achea, viene preso in ostaggio e portato a Roma.

Polibio e la sua esperienza a Roma

In realtà, in questo caso Roma si comporta solo apparentemente come una potenzia imperialistica: Polibio, ad esempio, viene mandato nella più ricca famiglia di Roma dell’epoca, ovvero dagli Scipioni. Nel 168, fra loro, c’era sia l’Africano che suo fratello: non a caso, sia Lucio che Publio furono, oltre che generali, anche gli interpreti maggiori che vinsero Antioco III di Siria; perciò, essi non furono accolti come schiavi o prigionieri, ma come il loro livello sociale richiedeva che venissero accolti: se Polibio fosse stato uno schiavo in Grecia, sarebbe stato uno schiavo a Roma ma, visto che era il figlio del presidente della Lega achea e nonostante l’errore politico fatto dal padre, era un grande nella sua patria e come tale fu trattato a Roma, con la differenza che a Roma poteva imparare il latino, era a contatto con una famiglia a cui insegnava il greco e creava quell’osmosi tra mondo greco e latino che sarà il successo di Roma e che una piccola frangia, come quella rappresentata da Catone il censore, invece rifiutava.

La strategia romana degli ostaggi

Per questi motivi Polibio resta a Roma anche quando è finito il periodo in cui dovrebbe rimanerci, ma questa tecnica di chiedere ostaggi ai paesi, ai re o ai prìncipi di nazioni sconfitte sarà uno dei più importanti successi di romanizzazione; inoltre, passati 20 anni, questi giovani che tornano nel proprio paese conoscono il latino, Roma e diventano gli elementi preminenti nella comunità da cui provenivano per questa nuova reazione che hanno con Roma: quando ci sarà da mandare un’ambasceria, da creare un’attività diplomatica, saranno loro i primi ad esseri messi in campo politicamente. Essi fanno veicoli estremamente importanti di romanizzazione.

Domande da interrogazione

  1. Qual era il motivo della punizione inflitta alla Lega achea da parte di Roma?
  2. La Lega achea fu punita da Roma per essersi alleata con Perseo durante la Terza Guerra Macedonica, invece di schierarsi con Roma. Mille ostaggi, tra cui Polibio, furono presi per punire la Lega.

  3. Come fu trattato Polibio a Roma e quale fu il suo ruolo presso gli Scipioni?
  4. Polibio fu accolto non come schiavo, ma come un nobile, essendo il figlio del presidente della Lega achea. Fu ospitato dagli Scipioni, dove imparò il latino e contribuì all'osmosi culturale tra il mondo greco e quello romano.

  5. Qual era la strategia di Roma nel prendere ostaggi dai paesi sconfitti?
  6. Roma utilizzava la strategia di prendere ostaggi per romanizzare i paesi sconfitti. Questi giovani, una volta tornati nei loro paesi, conoscevano il latino e Roma, diventando figure preminenti e facilitando le relazioni diplomatiche con Roma.

  7. Quali furono le conseguenze a lungo termine per i giovani ostaggi una volta tornati nei loro paesi d'origine?
  8. Dopo 20 anni, i giovani ostaggi tornavano nei loro paesi con una conoscenza del latino e di Roma, diventando elementi chiave nelle loro comunità e facilitando le attività diplomatiche e politiche con Roma.

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